Sin dal fischio finale di Chievo-Inter attendevamo questa partita. Il derby d’Italia, la partita che potrebbe dire molto sui destini delle due squadre per questa stagione, avrà inizio stasera in uno stadio al completo, composto in prevalenza da interisti che non faranno mancare il loro supporto alla squadra e non risparmieranno qualche frecciatina a Buffon, oggetto di ironia da parte di diverse tifoserie dal post Real-Juventus.
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Chiusura di un ciclo?
L’Inter, anche se la matematica non la condannerebbe in caso di pareggio (ma nemmeno qualora, malauguratamente, dovesse perdere), si trova moralmente obbligata a vincere questa importantissima sfida. Perché? Il 6 maggio del 2012 i nerazzurri vinsero il derby contro il Milan, allora rivale della Juventus, ed indirettamente consegnò lo scudetto a questi ultimi, sancendo l’inizio del dominio juventino in Italia che abbiamo visto finora. Oggi, 28 aprile, quasi 6 anni dopo, l’Inter può chiudere un cerchio e consegnare lo scudetto all’unica squadra che quest’anno ha mantenuto il passo dei bianconeri, ossia il Napoli (a patto che questi non gettino tutto alle ortiche). Per ironia della sorte, il 2012 fu anche l’anno dell’ultima apparizione in Champions dei nerazzurri, i quali vennero eliminati a marzo agli ottavi da un Marsiglia tutt’altro che irresistibile. Fu l’inizio della fine dell’Inter morattiana, che proseguì tra lo smantellamento della vecchia guardia e la creazione di una squadra palesemente inadeguata per competere per degli obiettivi importanti. Con la parentesi di Thohir e l’arrivo di Zhang Jindong, è stato creato un gruppo che, attenzione, non può competere per i primi due posti (anche se il girone d’andata ci aveva illuso) ma è assolutamente in grado di qualificarsi per la prossima Champions e, per una strana coincidenza, con all’incirca gli stessi punti ottenuti l’ultima volta che i nerazzurri ottennero la qualificazione: nella stagione 2010-2011 l’Inter giunse seconda con 76 punti, mentre quest’anno la quota per arrivare terzi o quarti sarà sui 77/78 punti. A volte il calcio è strano.
Come lo scorso anno
Condizione basilare per la vittoria non può che essere l’atteggiamento che la squadra mostrerà in campo. Contro il Chievo ci siamo permessi di dosare le energie e di appagarci a 15 minuti dalla fine; non possiamo permettercelo contro una squadra che ha vinto gli ultimi 6 scudetti e che non può permettersi ulteriori passi falsi dopo la sconfitta casalinga contro il Napoli. Servirà lo stesso atteggiamento mostrato nella gara vista lo scorso anno, in una delle poche partite in cui l’Inter è riuscita a recuperare uno svantaggio. Ovviamente senza eccedere nell’agonismo o cadere nelle provocazioni dell’avversario, poiché la nostra lista di diffidati (Cancelo, Ranocchia, Eder, Perisic, Candreva e D’Ambrosio) è lunga e sarebbe un peccato rovinare tutto nel match successivo contro l’Udinese.
Crocevia per il campionato
Checché ne dica Spalletti, la partita di stasera andrà ben oltre Inter-Juventus. E’ comprensibile che il mister nerazzurro voglia pensare esclusivamente per la sua squadra ma inevitabilmente il pensiero a quello che potrà accadere con una vittoria (dell’uno o dell’altra), oltre alla rivalità storica tra i due club, farà sì che l’Inter giochi anche per fare lo sgambetto alla Juventus e favorire il Napoli per la corsa allo scudetto. Nell’attesa che inizi il match, non possiamo che chiedere alla squadra di non deludere le aspettative. E di non deluderci.