Come l’anno scorso, Stefano Sensi è partito a razzo. La sua prima partita della stagione 2020-21, disputata con la Nazionale Italiana a Firenze contro la Bosnia, ha confermato un dato incontrovertibile: se sta bene, il numero 12 nerazzurro fa la differenza. A tutti i livelli, anche in campo internazionale, come aveva già dimostrato nella scorsa stagione con l’Inter di Conte mettendo in mostra classe e lucidità anche in un palcoscenico leggendario come quello del Camp Nou di Barcellona. Sensi non giocava una partita “vera” dal 12 febbraio a San Siro contro il Napoli, andata delle semifinali di Coppa Italia. Una vita fa, se escludiamo gli scampoli giocati proprio contro i partenopei nel ritorno del 13 giugno e nella semifinale di Europa League contro lo Shakhtar Donetsk. Ma il giocatore visto dopo il maledetto infortunio del 6 ottobre 2019 contro la Juventus era impegnato in una costante ricerca della condizione ideale, travolto dalla clamorosa serie di infortuni che lo hanno colpito. Quello visto a Firenze, invece, è un Sensi più deciso, più convinto, più sereno. E per questo, più forte.

Il regista della Nazionale

Lo aveva già fatto al Cesena e al Sassuolo con regolarità, arrivando infatti all’Inter con l’etichetta (poi rivelatasi erronea) di vice-Brozovic, adesso anche Mancini – uno che di talenti ne capisce e sa farli rendere al meglio – lo ha posizionato in cabina di regia, consegnandogli le chiavi della sua squadra. E Sensi ha risposto presente, con un’ottima prestazione e anche un gol, seppur realizzato grazie ad una decisiva deviazione. Il centrocampista umbro ha mostrato sapienza nelle scelte, precisione e la consueta qualità. Il ruolo di regista gli permette qualche inserimento in meno, è vero, ma non del tutto, perché Sensi è un giocatore che sa leggere le situazioni e sa quando avventarsi a ridosso dell’area avversaria, come successo in occasione del gol e di un’altro paio di situazioni ghiotte. Sempre presente, quando serve. Certo, la condizione non è ancora quella vista nelle prime partite all’Inter, quando era stato protagonista di un impatto impressionante, ma se le cose gireranno per il verso giusto sul fronte infortuni siamo certi che si potrà nuovamente ammirare quel giocatore. La “prova di Inter” andata in scena in Nazionale, fra l’altro, è stata molto utile anche perché, alla sua sinistra – nel ruolo di mezzala – c’era quel Nicolò Barella che è “gemello” di Sensi anche nell’Inter. I due ragazzi venuti dalla provincia – Sassuolo e Cagliari – sono oggi perni del centrocampo della Nazionale Italiana. Ed i meriti di Conte, nel percorso di crescita dei due ragazzi, sono sotto gli occhi di tutti. Nel post-partita contro il Borussia Dortmund, quando disse “non posso chiedere a Barella e Sensi, che vengono da Cagliari e Sassuolo, di fare la differenza”, in molti la presero come un’offesa ai due giovani talenti. Non lo era affatto, era un modo per ribadire che non si possono sovraccaricare di responsabilità – soprattutto in caso di sconfitta – due ragazzi che sono alla prima esperienza in una grande squadra e soprattutto in Champions League. Protezione, più che critica. E adesso proprio l’intesa fra Sensi e Barella sarà un fattore decisivo nella stagione 2020-21 dell’Inter.

Prospettive in nerazzurro

Siamo certi che anche il tecnico dell’Inter ci avrà fatto un pensierino, specialmente vedendolo disimpegnarsi con qualità nella partita di venerdì sera: e se Sensi diventasse regista anche in nerazzurro? Possibile, non scontato. Perché il numero 12 – nella prima parte della scorsa stagione – era risultato devastante da mezzala, a tratti posizionato anche come trequartista in un 3-4-1-2. Ulteriore dimostrazione che Conte non rifiuta a prescindere il “numero 10”, così com’è stato detto in relazione a Christian Eriksen, ma che questo ruolo deve essere interpretato con dinamismo ed efficacia in entrambe le fasi. E Sensi, per questo, è stato il prototipo del giocatore di Conte e può esserlo ancora. Da regista perderebbe le sue doti in inserimento e anche un bottino di gol che nel 2019-20 prometteva di essere particolarmente ricco (3 reti nelle prime 6 di campionato, con 4 assist, numeri da attaccante e anche di ottimo livello). Però garantirebbe una maggior continuità all’interno della partita rispetto a Marcelo Brozovic, incline a concedersi qualche pausa di troppo all’interno dei 90 minuti e poco convincente anche in Europa League. Infortuni permettendo, premessa doverosa – purtroppo – ogni qualvolta si parla di Stefano Sensi. Il ruolo del centrocampista classe 1995 sarà determinato probabilmente dal destino del croato, il cui futuro è ancora incerto. In caso di cessione (si parla del Bayern Monaco, che potrebbe avanzare un’offerta per un pacchetto completato da Ivan Perisic) l’Inter sembra orientata a virare su un giocatore che regista non è, ma che ha tutt’altre (fenomenali) caratteristiche: N’Golo Kanté. Così facendo, Conte potrebbe piazzare Sensi in regia e affiancargli a turno – nel ruolo di mezzali – uno tra il suddetto francese, Barella e il probabile acquisto Vidal. Un centrocampo completo, di ottimo livello, forse un po’ carente in fisicità ma che potrebbe sopperire con corsa, dinamismo, capacità in fase di interdizione e di costruzione. Sfruttando soprattutto il talento made in Urbino.

Conclusioni

Il rendimento dell’Inter nella stagione 2020-21 dipenderà tanto -ancora una volta – dallo stato fisico di Stefano Sensi. Dovesse trovare continuità e non incappare nella maledizione degli infortuni, renderebbe sicuramente l’Inter più forte e più completa. E siamo sicuri che – nonostante le formazioni ipotizzate al momento lo vedano fuori dall’undici titolare – sarebbe invece un protagonista assoluto della squadra nerazzurra. Conte lo stima, i due hanno un gran feeling, e Sensi sa recepirne le disposizioni tecnico-tattiche garentendo un rendimento di altissimo livello. Può essere la stagione della consacrazione, rendendo maturo quell’embrionale top player che incantò l’Europa in una notte di ottobre a Barcellona.

 

24 anni, laureato in "Scienze della Comunicazione" presso l'Università della Calabria. L'Interismo è qualcosa che scorre dentro senza freni, in maniera totalmente irrazionale. Condividere questo sentimento è magnifico, scrivere di Inter ancora di più.