Skriniar e Miranda i leader della difesa neroazzurra

E’ terminato un altro campionato e, per la prima volta dopo 6 anni, l’Inter centra la qualificazione in Champions League; l’obiettivo minimo imposto dalla società alla squadra ed a Luciano Spalletti, il massimo risultato conseguibile secondo altri. Comunque, dopo un esilio di 6 anni, la Beneamata può finalmente tornare a disputare le partite della massima competizione europea, ambire ad acquistare giocatori migliori di quelli attualmente in rosa (Fair Play Finanziario permettendo) e liberarsi da quel blocco psicologico che questi anni di continue delusioni hanno contribuito ad instillare nella squadra, rendendo un giocatore mediocre chiunque (salvo qualche eccezione) indossasse la maglia nerazzurra. I veri artefici del quarto posto sono, insieme a Spalletti, queste eccezioni: Mauro Icardi, Ivan Perisic, Samir Handanovic (questi ultimi due in parte), Joao Miranda, Joao Cancelo e Milan Skriniar.

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Una difesa granitica

Guardando la classifica generale della serie A, balza all’occhio un dettaglio significativo: l’Inter è la quarta difesa del campionato con 30 reti subite: una rete in più del Napoli, due della Roma e 6 della Juventus. E’ risaputo che in Italia arrivi più in alto chi ha la miglior difesa più che il miglior attacco ed i risultati di questo campionato ne sono una prova: la Lazio, grazie ai suoi 89 goal, ha l’attacco più prolifico della serie A, ma ciò non è bastato nemmeno per qualificarsi in Champions League; negli anni precedenti, squadre come Roma e Napoli hanno terminato il campionato rispettivamente con 90 e 94 reti (stagione 2016/2017) e 80 e 83 reti nella stagione 2015/2016 senza tuttavia riuscire a porre fine al dominio della Juventus, la quale termina sempre l’anno con poco più di una ventina di reti subite. Rispetto agli scorsi anni, dunque, una difesa granitica è stata la vera chiave di svolta per ottenere l’agognata qualificazione in Champions League. Una difesa capace di reggere nei momenti in cui le squadre avversarie si accingevano ad assediare la porta difesa da Handanovic, capace di posizionarsi correttamente senza regalare troppi spazi favorevoli per i contropiedi o i tiri dalla distanza (a differenza degli anni passati in cui i giocatori avversari gioivano nell’avere come avversari Murillo, Juan Jesus o Ranocchia, ndr), ma anche di segnare goal importanti, vedi quelli di Skriniar (quarto miglior marcatore con 4 reti) e D’Ambrosio contro Genoa e Lazio.

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Le reti nel girone di andata…

Le 30 reti subite sono state distribuite in maniera omogenea in tutta la stagione: 14 all’andata e 16 al ritorno. La prima squadra a segnare all’Inter è stata la Roma con Edin Dzeko, nella seconda giornata di campionato: assist di Nainggolan che pesca il bosniaco lasciato troppo libero dalla difesa nerazzurra. Per vedere Handanovic di nuovo battuto, dobbiamo aspettare la quinta giornata di campionato: Bologna-Inter, forse una delle peggiori partite della stagione nerazzurra. I felsinei riescono a passare in vantaggio con una gran conclusione da fuori area di Simone Verdi, ma vengono raggiunti nella ripresa grazie ad un rigore trasformato da Icardi. Contro il Benevento, l’Inter subisce il primo goal su contropiede: dopo aver concluso il primo tempo sullo 0-2, i campani approfittano dell’atteggiamento molle dei nerazzurri e riescono a colpire in contropiede con D’Alessandro. Dopo il Benevento, arriva il derby contro il Milan. In questa partita, per la prima volta nella stagione, l’Inter subisce più di una rete: prima Suso con un tiro da fuori area (ristabilisce la parità sull’1-1), poi Bonaventura che sfrutta un errore di marcatura di Cancelo per portare il risultato sul 2-2 (anche se in alcuni siti viene contato come autorete di Handanovic, ndr). Due giornate dopo, è la Sampdoria a segnare due reti ai nerazzurri, ininfluenti ai fini del risultato (la partita finì 3-2). Kownacki (difesa poco attenta) e Quagliarella (di testa), misero paura al pubblico di San Siro ma i 3 punti andarono comunque ai nerazzurri. Da qui inizia un periodo nel quale la difesa dell’Inter subisce in media una rete a partita: una rete contro il Verona (Pazzini su rigore), una contro il Torino (Iago Falque dal limite dell’area), una contro il Cagliari (Pavoletti al volo e la difesa non impeccabile), ben tre nella prima sconfitta stagionale contro l’Udinese (Lasagna, De Paul su rigore e Barak), una nell’altra sconfitta a Reggio Emilia contro il Sassuolo (Falcinelli di testa). Qui terminano i goal presi nel girone d’andata.

…e quelle del ritorno

Il girone di ritorno non inizia nel migliore dei modi e rivediamo la solita Inter apatica ed inconcludente. Contro la Fiorentina viene raggiunta nei minuti di recupero dal sinistro del Cholito Simeone a pochi passi dalla porta, dopo che una deviazione ha permesso ad un suo compagno di fargli l’assist vincente. Contro la Roma, un errore di Santon spiana la strada ad El Sharaawy che si ritrova a tu per tu con Handanovic e non può sbagliare. A Ferrara, contro la Spal, vediamo un’Inter apatica che passa in vantaggio grazie ad un’autorete e che viene raggiunta nel finale da un colpo di testa di Paloschi, lasciato colpevolmente libero davanti al portiere. Una settimana dopo, il Crotone giunge a San Siro per compiere l’impresa e per poco non ci riescono: segnano un solo goal, con Barberis, abile a sfruttare un rimpallo favorevole, ma ciò basta ad acuire la crisi dell’Inter. Nella giornata successiva, inizia la rinascita nerazzurra anche se la rete di Palacio, abile a sfruttare un campanile all’indietro di Miranda, aveva fatto presagire il peggio. La sconfitta a Genova, il turno successivo, è stato un episodio: una clamorosa autorete di Ranocchia ed una conclusione ravvicinata di Pandev, dopo una deviazione sul tiro di Laxalt, portano la quota stagionale di reti subite a 21 (su 25 partite disputate). Finisce qui il periodo in cui l’Inter subisce quasi sempre almeno un goal: per rivedere Handanovic estrarre il pallone dalla rete, dobbiamo aspettare il fortunoso goal in contropiede di Ljajic durante Torino-Inter. Nell’ultimo mese di campionato, complice la tensione per la lotta per il terzo/quarto posto, l’Inter si espone maggiormente cercando i goal e concede più reti all’avversario: uno contro il Chievo (Stepinski, dimenticato da Skriniar), tre nella sconfitta in casa contro la Juventus (Douglas Costa lasciato libero di tirare, Cuadrado con deviazione e Higuain di testa), due nella sconfitta contro il Sassuolo (Politano su punizione e Berardi con un tiro dalla distanza) ed infine due nella vittoria più importante della stagione (autogoal sfortunato di Perisic e contropiede di Felipe Anderson).

Buona difesa ma si può migliorare

Trenta reti subite, dunque, giunte prevalentemente a causa di errori di distrazione della difesa che ha concesso troppo spazio. Questa non vuole essere, però, una critica alla difesa interista; i miglioramenti rispetto agli scorsi anni sono evidenti, complici gli inserimenti di Skriniar (quello più importante a livello difensivo) e Cancelo. Con questa buona stagione è stata creata un’ottima base difensiva che potrebbe essere ulteriormente migliorata il prossimo anno, a patto che Asamoah ed il sostituto di Cancelo si rivelino altrettanto efficaci in fase difensiva. Perché un’ottima difesa appunto significa, salvo rari casi, un ottimo piazzamento e l’Inter questo lo dovrà confermare il prossimo anno.

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