Mai primo posto fu più meritato. La vetta della classifica è per questa Inter il frutto di un lavoro straordinario, dell’abnegazione più totale di una rosa che sta andando ben oltre le proprie potenzialità. È un primato raggiunto nonostante i numerosi ostacoli, le emergenze, gli uomini contati, un’avversaria diretta che ha dalla sua un organico di un altro pianeta. L’Inter del condottiero Antonio Conte, però, sopperisce a questi fattori avversi grazie alla voglia, al sacrificio, alla lotta, alla motivazione e all’ambizione che sta caratterizzando quella che finora è una splendida stagione a tinte nerazzurre. Mai l’Inter aveva collezionato 12 vittorie nelle prime 14 partite: è il miglior avvio di sempre, superata anche la squadra del 1950-51. Un traguardo raggiunto senza l’anima del proprio centrocampo, quell’accoppiata Sensi-Barella sulla quale erano riposte le speranze di grandeur. Con la spada di Damocle del grave infortunio occorso ad Alexis Sanchez, altro uomo chiave della stagione nerazzurra. Nelle difficoltà, però, bisogna saper cogliere gli aspetti positivi, e questa Inter lo ha fatto splendidamente, responsabilizzando i superstiti, come i gregari Gagliardini e Vecino, come il rispolverato Borja Valero, come il giovanissimo Esposito. Non parliamo di uomini scudetto, anzi, il nuovo infortunio a Gagliardini costringerà probabilmente l’Inter ad affrontare le prossime partite con soli tre centrocampisti di ruolo a disposizione, e i punti persi potrebbero fisiologicamente arrivare. Ma è bellissimo tenere testa alla Juventus nutrendosi delle difficoltà, spingendosi oltre i limiti, ricercando l’impossibile.
TORO SCATENATO – Il 26 ottobre scorso, la situazione era la seguente: Inter reduce da una vittoria in Champions League, Juventus che perde 2 punti a Lecce, nerazzurri impegnati a San Siro in una sfida sulla carta agevole contro il Parma. Tutti ricordiamo l’esito: pareggio per 2-2 ed operazione sorpasso fallita. Alla vigilia della sfida di ieri, la situazione era la medesima. Ecco perché il timore di mostrare nuovamente il “braccino” era molto concreto. Stavolta, però – a differenza della sfida ottobrina contro i ducali – l’approccio dell’Inter è ottimo e nello stesso tempo maturo, non isterico. Costruisce con pazienza, scardina la difesa della Spal (che per la verità gioca un pessimo primo tempo) con ottime trame. E al resto ci pensa il Toro, in versione “scatenato”, o anche “solitario” (sul tabellino dei marcatori nerazzurri ieri) come l’Inter in vetta. Lautaro Martinez diventa il miglior realizzatore stagionale con 13 gol: 7 in campionato, 5 in Champions League. Il 22enne di Bahia Blanca cresce, migliora, matura di partita in partita e adesso somiglia veramente a un top player, anche per mentalità. Oltre alla doppietta, infatti, c’è anche un continuo lavoro per la squadra, quello che non fa mancare mai Romelu Lukaku, autore di un’altra grande prova condita da sacrificio e leadership. E come non citare Marcelo Brozovic, in posizione da difensore centrale in fase di costruzione ma nello stesso tempo protagonista di inserimenti sistematici nell’area avversaria. Quanto corre. Ma è stata anche l’ennesima ottima prova di Candreva, impreziosita dal cross fantastico per il 2-0 di Lautaro, e di Lazaro, sempre più sicuro dei propri mezzi: il ragazzo impacciato delle prime presenze sembra un lontano parente. Vero, nel secondo tempo l’Inter soffre più del dovuto, complice un atteggiamento differente della Spal ma soprattutto l’affiorare della stanchezza derivante dall’impiego prolungato (e forzato) degli stessi interpreti. Da sottolinare però come, dopo il 2-1 di Valoti, la squadra di Conte abbia ripreso in mano la partita, peccando però di cinismo, come in occasione del gol fallito in maniera leziosa ancora da Lautaro su palla geniale di Lukaku. L’Inter soffre ma vince, ancora.
ROMA E BARCELLONA – “Direi di considerare l’Inter, per ora, come una bella sorpresa”, ha affermato saggiamente Antonio Conte alla vigilia della sfida con la Spal. Il miglioramento di questo status, la crescita costante del progetto nerazzurro passa anche dalle due partite che attendono la Beneamata: Roma e Barcellona. Entrambe caratterizzate da un coefficiente di difficoltà elevatissimo, specie considerando le solite assenze. Contro i giallorossi l’Inter sarà chiamata a non ridurre ad una settimana il suo periodo in vetta alla classifica. Contro i blaugrana, come sappiamo, ci si giocherà tutto in una notte davanti ad un San Siro gremito.
Due match decisivi per continuare a coltivare e rincorrere i propri sogni, per andare oltre i propri limiti. L’atleta migliore di tutti i tempi, Michael Jordan, un giorno disse: “I limiti, come le paure, spesso sono soltanto illusioni”. E questa Inter farà di tutto per dimostrarlo. Statene certi.