Una figuraccia. Doveva essere la partita del rilancio invece è stata una figuraccia. Di quelle grosse se pensiamo che l’unico gol nerazzurro è, in realtà, un autogol di Vicari.
I proclami di mister Spalletti nella conferenza stampa della vigilia di Spal-Inter lasciavano presagire il ritorno alla vittoria dopo sei interminabili giornate. E invece, alla fine, sono diventate sette al 90°, non per sfortuna ma per chiari demeriti.
Sì, Luciano Spalletti era fiducioso perché aveva visto dei miglioramenti e sentiva di conoscere meglio i suoi calciatori. E questo gli bastava per restare abbastanza tranquillo. Parole sue: anche se ci sono stati dei piccoli passi indietro, vede sempre molta applicazione e disponibilità e gli è sembrato di vedere anche una sorta di maturazione, una presa di coscienza del percorso che bisogna fare per arrivare in fondo a quelli che sono gli obiettivi di questa stagione.
Sì, mister… non c’è dubbio che tu, guardandoli negli occhi ogni giorno durante gli allenamenti, possa avere determinate sensazioni ma è altrettanto vero che la domenica, da più di un mese, l’Inter sembra essere rimasta orfana di quella forza mentale che anche noi ci eravamo illusi di aver visto.
L’Inter ha una malattia cronica: il masochismo. Non sa vivere senza farsi del male e quando le cose sembrano andare per il verso giusto ecco che arriva puntuale l’autolesionismo a ristabilire la sua natura.
Non è colpa tua mister… anche se dalla partita contro la Spal nemmeno tu ne esci indenne e avresti potuto evitare di commettere degli errori. Quali?
Cancelo a sinistra. Perché?
Spostare il portoghese sulla fascia sinistra è stato l’errore più grande. Joao Cancelo aveva trovato continuità, mostrando carattere, corsa e capacità di saltare l’uomo palla al piede. Con lui c’era un minimo di imprevedibilità sull’out di destra. Sì, rientrava D’Ambrosio… ma perché spezzare l’incantesimo?
Candreva e Perisic: da valore aggiunto a problema.
Inutile negarlo, erano partiti benissimo ma si sono persi per strada. Perisic soprattutto. Ma se a Candreva è rimasta la corsa – seppur con cross totalmente inutili – il croato non ha più nemmeno quella nelle gambe.
Mal di pancia? Voglia di cambiare aria? Calo fisico? Non è dato saperlo. Di sicuro un po’ di panchina non farebbe male a nessuno dei due e visti i risultati, anche se non giocano, non fa differenza…
Icardi non tocca più un pallone.
Nelle ultime sette gare due gol e un rigore sbagliato. Certo, le occasioni sono state pochissime ma non è il falco di inizio stagione. È troppo solo e il gioco ormai scontato e prevedibile non lo aiuta.
Perché non provare a supportarlo con una seconda punta?
Solo tre minuti per Rafinha
Nessuno crede che questo ragazzo possa essere il salvatore della patria, ma che senso ha farlo entrare in pieno recupero a tre minuti dalla fine?
Crederci, sempre.
Crederci sempre, mollare mai. È una delle frasi motivazionali più usate. Ma noi interisti ormai, e purtroppo, ci aggrappiamo alla sola speranza perché di convinzioni ne abbiamo poche e non positive.
È giusto credere in un obiettivo mister, ma è sbagliato confidare nella volontà degli altri per raggiungerlo.
Pensavamo di aver trovato in te la guida, il santone, per superare i nostri limiti: per un attimo avevamo dimenticato la nostra natura masochista.
Noi il miracolo lo aspettiamo comunque, non si sa mai!