Qualcosa, nella testa di Spalletti sembra stia cambiando. Dalla sofferta vittoria del Meazza di sabato sera, il tecnico potrà forse raccogliere delle  indicazioni importanti sulla rotta da seguire. La squadra, infatti, nonostante la consueta farraginosità in attacco (e malgrado l’esclusione dall’undici titolare dell’involuto e malvoluto Perisic) ha avuto il merito di riuscire a tenere alta la pressione offensiva, salvo occasionali distrazioni e un possesso palla alle volte un po’ sterile, con la classica ricerca del cross dalle fasce. Ma buone nuove arrivano soprattutto da Lautaro Martinez, autore di una positiva mezz’ora di gara (qui le pagelle). Subentrato a Borja Valero al 55′, l’argentino ha ancora una volta fatto mostra del suo temperamento e contribuito in maniera determinante alla vittoria.

Un modulo inedito

Il suo ingresso in campo ha trasformato tatticamente l’Inter; dal 4-3-3 iniziale si è passati al solito 4-2-3-1, con Lautaro nel ruolo di rifinitore dietro Icardi; posizione in cui, a dirla tutta, finora non aveva granché convinto. Sabato, invece, le sue progressioni palla al piede hanno messo in seria difficoltà i friulani, a interruzione di una fase del match che li stava vedendo macinare gioco e creare pericoli. È apparsa subito evidente la rinnovata intesa tra Icardi e il nunbmero 10, al punto da rendere ancora più assordante il peana che molti tifosi intonano ormai da mesi; i tempi non sono forse maturi per un modulo che preveda la presenza contemporanea dei due argentini? Sono in molti a caldeggiare per un 4-4-2 compatto e tutto improntato alla verticalità per vie centrali, ma il mister sabato ha sorpreso tutti. Nei minuti finali, infatti, l’Inter si è schierata secondo un inedito 3-4-2-1, con Martinez e Nainggolan a occupare la trequarti centrale.

Prove di futuro?

L’esperimento nel finale di gara sembra lasciare intravedere uno spiraglio dell’evoluzione futura dell’Inter. Evoluzione che passa attraverso la crescita del Toro, il quale ha sì svoltato la partita ma è apparso tanto caparbio quanto ancora acerbo. Il ragazzo ha una palese voglia di dimostrare quanto valga, e a ciò si devono attribuire i molti dribbling tentati (alcuni splendidi, altri francamente evitabili) e le conclusioni (il più delle volte improbabili) verso la porta quando la soluzione sarebbe stata lo scarico verso un compagno. Se abbiamo assistito a un esperimento estemporaneo oppure alle prove generali di un tandem tutto albiceleste che infiammerebbe la tifoseria, non possiamo ancora dirlo. Ci piacerebbe vedere osare il mister, dopo un mese che ha visto la squadra sfumare uno degli obiettivi stagionali e rimettere tutto il progetto in discussione, ci piacerebbe vedere un’Inter diversa, che gioca un calcio più bello da vedere e che segna molti più gol. Intanto godiamoci il terzo posto solitario, consci del fatto che il tour de force è praticamente finito.