Per Dalbert, dopo la buona prova contro la squadra russa, è arrivato il momento di sbocciare. Parte ufficialmente “l’operazione recupero”

Una delle note piacevoli nell’amichevole di Pisa contro lo Zenit, è sicuramente la buona prestazione di Dalbert. L’ex Nizza viene da una stagione da assente ingiustificato, in cui non hai mai praticamente messo piede in campo e, nelle poche presenze timbrate, si è notato più per la sua timidezza che per altro. La timidezza per l’appunto sembra ad oggi essere il suo problema più grande, il terzino brasiliano l’anno scorso sembrava impaurito dall’idea di galoppare sulla fascia, preferendo quasi sempre restare basso in fase di copertura, volendo forse evitare di lasciare la fascia libera alle scorribande avversarie.

Dalbert vs Zenit

La partita del giovane Henrique ha due facce. Nel primo tempo sembrava che nulla fosse cambiato dalla scorsa stagione, sempre impaurito in fase di spinta e troppo attendista quando c’era da chiudere sugli attaccanti avversari. Inoltre ha sbagliato più volte passaggi banali, sintomo di una poca leggerezza mentale sul prato verde.

Nel secondo tempo, invece, abbiamo assistito a tutt’altro tipo di partita. Forse nell’intervallo sarà stato lo stesso Spalletti a parlargli, sta di fatto che il classe ’93 è entrato in campo col piglio giusto. Propositivo in fase di spinta, disponibile allo scambio veloce con i compagni, e attento in fase difensiva. Certo, 45 minuti in amichevole non devono far gridare al miracolo o al completo recupero, però possono servire al mister per capire su cosa bisognerà lavorare per restituire all’Inter un giocatore che valga l’investimento della scorsa stagione.

Operazione recupero

Voluto fortemente da Sabatini, l’anno scorso la società ha investito circa 28 milioni di euro sul calciatore. Una cifra importante, che non ammette minusvalenze, soprattutto in questo momento storico dove la UEFA ci conteggia anche le spese per le scorte alimentari di Appiano Gentile. Il ragazzo ha delle qualità, questo è fuori di dubbio, ora tocca al tecnico e al suo staff tentare di recuperarlo, permettendo così all’iIter di non vanificare un investimento così importante. Va inoltre considerato che al momento, oltre al nuovo acquisto Asamoah, Dalbert è l’unico terzino sinistro di ruolo e, sempre a causa dei maledettissimi paletti Uefa, con tutta probabilità saranno loro due i proprietari della fascia sinistra nerazzurra. Pare chiaro come il binomio “paletti Uefa+3 competizioni” non permetta altre opzioni se non il pieno recupero del calciatore. Certo, in casi estremi abbiamo sempre in rosa il “tuttofare” Danilo D’ambrosio, il quale è spesso oggetto di critiche da parte della tifoseria, eppure è l’unico che ha la capacità di fare la sua discreta figura ovunque venga schierato. Lavorando sul terzino brasiliano, l’Inter potrebbe contare su almeno due giocatori per posizione nel reparto difensivo (dato per assodato che il mercato porterà in dote un nuovo terzino destro).

Palla a Spalletti

Già, ancora una volta palla a Spalletti. L’uomo che ci ha riportato in Champions League, colui che ha scoperto in Brozovic un possibile top player, ora è atteso da un altro arduo compito, trasformare Dalbert in un terzino da Inter. Il tecnico nerazzurro in passato ha dimostrato di essere in grado di lavorare sui terzini, basti pensare a Emerson Palmieri, passato da incognita a titolare inamovibile in quel di Roma. Quest’anno, data la mole di partite che ci aspetta, avremo bisogno dell’impegno di tutti i giocatori in rosa; dalle certezze Icardi e Perisic, alle giovani promesse Karamoh e Lautaro, passando infine per le incognite come Dalbert il quale, sotto l’ala del tecnico di Certaldo, ha tutto ciò che serve per trasformarsi in una risorsa importante.