Le vittorie esaltanti contro Napoli e Shakhtar Donetsk hanno consentito all’Inter di rimanere in lotta per il vertice in Serie A e di riconquistare gli ottavi di finale di Champions League, dieci anni dopo l’ultima volta. Di sicuro la dose di adrenalina settimanale era già elevata; per questo, il timore era che i nerazzurri potessero incappare in un rilassamento. Se contro azzurri e ucraini si trattava delle tipiche partite in cui “le motivazioni arrivano da sole”, ieri c’era il rischio che – in quel di Venezia – qualcosa potesse andare storto, la partita venisse sottovalutata e potesse tramutarsi in un brusco stop, tanto in termini di classifica quanto di crescita collettiva. Nulla di tutto questo. Approccio ottimo, mole di gioco sempre imponente, mentalità da vincenti. Quarto successo nelle ultime cinque di campionato, missione Laguna compiuta.

Turnover? No, c’è un -1 che chiama…

Alla vigilia era stato ipotizzato un turnover piuttosto massiccio da parte di Inzaghi: si pensava ad un turno di riposo per Lautaro, Barella e i due esterni. Ma in realtà, a partire dalla panchina, è solo l’argentino: gli altri stringono i denti e i cinque di centrocampo, in particolare, vengono confermati. L’unico cambio, oltre a quello in attacco, è nel reparto difensivo: Bastoni fa il centrale, e lo fa benissimo. Con autorità e sicurezza.

La stanchezza c’è, è palpabile: l’Inter è in un momento di massimo sforzo fisico e psicologico (è Darmian, purtroppo, a pagarne le spese con un risentimento muscolare). Ha raggiunto il primo obiettivo stagionale, quello europeo, ma non può fermarsi nella sua rincorsa in campionato: dopo aver perso alcuni punti in maniera ingenua, adesso è il momento di rifarsi e di avvicinarsi, mettere pressione a Milan e Napoli – che nell’ultima giornata hanno steccato – portandosi a -1 per una notte. Barella e Brozovic, in particolare, partono per l’ennesima volta da titolari: per il croato sono 26 da titolare nelle 26 giocate fra Inter e Croazia. Numeri pazzeschi, da uomo bionico.

Può essere l’Inter di Calhanoglu?

I due stakanovisti del centrocampo nerazzurro rappresentano certezze ormai consolidate. Il problema che ci si è posti dall’inizio di questa stagione è chi fosse la mezzala sinistra da affiancare al sardo e al croato: ebbene, nell’ultimo mese Hakan Calhanoglu ha fornito risposte importanti. In molti asseriscono che dal derby in poi qualcosa sia cambiato, ma in verità è dal match contro la Juventus che il turco sta regalando prestazioni di livello, a seguito di un antecedente periodo non troppo felice. Calhanoglu sembra avere acquisito una consapevolezza nuova, con rinnovata autostima abbinata a una qualità mai messa in discussione. Ieri è arrivato il suo quarto gol stagionale, il terzo consecutivo dopo i due rigori pesantissimi realizzati contro Milan e Napoli.

Hakan può essere la nuova certezza del centrocampo interista, apportando qualità all’intera manovra: d’altronde, giocare insieme a Barella e Brozovic – nonostante soprattutto il primo dia segni di evidente stanchezza dovuta ai ripetuti impegni – facilita la vita e non poco. Di certo, bisogna sottolineare un aspetto in particolare: a Calhanoglu si imputava – fin dai tempi rossoneri – di non essere incisivo nei big match. Finora, nella Milano nerazzurra sta dimostrando esattamente il contrario: le sue migliori partite sono state disputate proprio quando contava, per esempio nelle sfide con Juventus, Milan, Napoli e Shakhtar Donetsk. E allora sì, può essere (anche) l’Inter di Calhanoglu.

Chiuderla…prima!

Premesso che l’Inter non ha mai corso pericoli eccessivi, difendendo in maniera ordinata sulle (poche) offensive del Venezia, lo 0-1 è sempre un risultato pericoloso poiché basta un episodio per perdere due punti preziosissimi per il prosieguo del campionato. I nerazzurri hanno avuto diverse occasioni per chiudere la partita: sono stati spesso superficiali nell’ultimo passaggio o conclusione (gol sbagliati da Dzeko e Dimarco), non riuscendo ad annichilire le speranze dell’avversario e tenendolo in vita. Si è ripresentato, quindi, il problema dei gol sbagliati e dell’incapacità di chiudere le partite per tempo: un vero peccato, se pensiamo a quanto i nerazzurri riescano a costruire. Basti pensare che, nelle ultime partite, l’Inter ha concluso 65 volte verso la porta avversaria, segnando solo 7 gol. Di certo, l’organizzazione della squadra di Inzaghi è qualcosa di indiscutibile e che viene riconosciuto anche dagli avversari: ieri sera, il Venezia ha dedicato all’Inter un tweet davvero apprezzabile e lodevole.

 

Continuare a correre

È il momento di spingere ancora sull’acceleratore, sempre di più. Sono 4 i punti che distanziano l’Inter dalla coppia Milan-Napoli, a meno di rallentamenti nella giornata di oggi (rispettivamente contro Sassuolo e Lazio in casa). Di qui a Natale, i nerazzurri devono riuscire ad accorciare ulteriormente il gap: affronteranno in serie Spezia, Roma, Cagliari, Salernitana e Torino. La squadra di Inzaghi sta dimostrando di essere competitiva per lo Scudetto, ma è chiamata a dare un segnale ulteriore e a scalare la classifica. Non ci si può fermare sul più bello.

La convinzione di poter vincere ancora, nei giocatori, sembra essere molto radicata: si vede da Bastoni che, a domanda sullo Scudetto, risponde che la squadra vuole dimostrare di poter vincere anche senza Hakimi e Lukaku; si vede da Lautaro che, toccandosi il tricolore cucito sul petto, afferma fiero di volerlo difendere. Due giovani, grandi giocatori di questa squadra: due simboli, speriamo, di un’Inter vincente.