L’Inter di Stefano Pioli continua il suo de profundis con un’altra prestazione davvero imbarazzante a Firenze contro la Fiorentina. Un match che ha visto i nerazzurri andare al riposo sopra per 2-1 ma poi mollare in maniera clamorosa, ed a voler pensare bene, inspiegabile nella ripresa mostrando una totale mancanza di attenzione, grinta e voglia, come se la stagione fosse già finita, come se l’allenatore fosse già stato condannato ed abbandonato come se il clima di sfiducia avesse preso possesso pieno dello spogliatoio nerazzurro. Il timore, fondato e assolutamente reale, è che questa non sia l’ultima umiliazione stagionale, visto anche il calendario che ci riserverà alla prossima il match contro un Napoli in corsa per il secondo posto ed  uscito dal Mapei stadium rammaricato per un rigore non concesso nei minuti finali.

Il crollo a livello di motivazioni e fiducia dopo la sconfitta contro la Sampdoria in casa è stato verticale e drammatico e dobbiamo ringraziare che le partite durino solo 90 minuti (n.d.a. pardon 97 minuti) altrimenti avremmo perso anche un derby che stavamo vincendo per  2-0 fino a 10 minuti dal termine. In un clima come quello odierno addossare qua e là colpe in maniera indiscriminata è esercizio che soddisfa più la bile che non il bene dell’Inter. Urge invece una seria riflessione a tutti i livelli perché se è vero è sbagliato premiare chi è stato responsabile di questi 6 anni maledetti è altrettanto dannoso mortificare le poche positività riscontrate.

Come procedere? Sommessamente mi permetto di partire facendosi delle domande costruttive e tentando di darsi spiegazioni realiste: ciò è da sempre la miglior maniera per crescere e migliorare.

Alcune di queste potrebbero suonare in questo senso:

– Siamo sicuri che Suning sia davvero padrona del “giocattolo Inter” in tutte le sue parti? C’è la consapevolezza di ciò che si sta facendo e che la direzione in cui si è ora è sbagliata?

– Si parla di rifondazione o di piazza pulita, si sono individuate bene le aree su cui intervenire?

– Siamo sicuri che gli uomini che hanno responsabilità, sotto ogni ambito, siano adatte a fare quelle mansioni e non siano lì solo per “riconoscenza” per quanto fatto in passato?

– Siamo sicuri che ci sarà una vera rifondazione continuando a puntare su uomini che sono stati l’immagine della società in questi anni bui?

– Siamo così sicuri che questa Inter sia davvero difficile da migliorare e che colui che ha detto questa frase meriti di essere ancora a libro paga della società?

– Siamo così sicuri che una persona che ha sempre e costantemente fallito a guidare le sue squadre nelle partite che contavano e che ha infuso paura ed incertezze meriti di stare alla guida della squadra?

– Siamo così sicuri che tutti i giocatori di questa Inter siano “da Inter”? La panchina nerazzurra è davvero un “supporting cast” adeguato a non far rimpiangere le eventuali assenze dei titolari?

 

Chiaramente questi sono gli interrogativi più immediati e spontanei che vengono alla mente ma è dalle basi che si deve ripartire sperando che questa sia l’ultima stagione che già a marzo ci obbliga a pensare al mercato di luglio.