Neanche il tempo di iniziare che già si è costretti a rincorrere. L’Inter stecca la prima di campionato e vede già un gap da colmare nei confronti delle dirette avversarie. Troppo brutta per essere vera l’Inter che perde 1-0 contro il Sassuolo, accertata bestia nera dei nerazzurri. Ormai è conclamato: i neroverdi emiliani rappresentano lo spauracchio dei nerazzurri, dato che ogni volta si esce con le ossa rotta dopo aver giocato contro di loro.
I PERCHÉ DELLA SCONFITTA
La sconfitta di ieri sera è figlia di una condizione fisica ancora precaria (più che normale a metà agosto) e di un sistema di gioco ancora da oliare e perfezionare.
Zero tiri (o quasi) in porta, manovra lenta, errori elementari in fase di costruzione, difesa troppo ballerina e la mancanza di ritmo e personalità sono gli ingredienti da cui è nato il primo pasticcio nerazzurro.
La mancanza dei rifornimenti necessari a capitan Icardi, unitamente ad una serata opaca del “Toro” Martinez (che ha necessità di prendere le misure con le difese italiane) hanno permesso al portiere degli emiliani di passare una serata relativamente tranquilla.
Purtroppo, quando la luce si accende ad intermittenza in cabina di regia è difficile tessere una trama di gioco ordinata e precisa. Con una condizione fisica ancora precaria è stato difficile per Brozovic prendere in mano la squadra soprattutto quando il compagno di reparto Vecino ha corso poco e male, lasciando buchi a centrocampo e la coppia di difensori centrali esposta alle folate del temibile attacco neroverde. Con un impresentabile Dalbert, in difficoltà più dal punto di vista psicologico che tecnico e tattico, le note liete della serata sono state le prestazioni di Asamoah e Politano, bravi a non arrendersi mai cercando di colpire gli uomini di De Zerbi.
LA CALMA È LA VIRTÙ DEI FORTI
Mister Spalletti a fine partita dice di star tranquilli ed ha ragione: farsi prendere dagli isterismi dando giudizi affrettati dopo una sola partita sarebbe inutile e controproducente. È solo l’inizio di una stagione da 50 partite, dove c’è tutto il tempo per rifarsi e raggiungere gli obiettivi stagionali. È inutile iniziare con le critiche visto che siamo di fronte un gruppo relativamente nuovo che ha bisogno di trovare ancora il giusto amalgama.
LAVORARE, LAVORARE, LAVORARE
E poi, meglio prendere uno schiaffo subito che poi. Può avere un effetto salutare, in quanto perdere all’inizio, oltre che più comprensibile, permette di correre subito ai ripari laddove venissero riscontrate delle falle nella costruzione dell’impianto di gioco e di squadra. Quindi la ricetta è una sola: rimboccarsi le maniche, tanto lavoro ed applicazione, zero proclami e piena fiducia nel comandante Luciano, guida sicura e sapiente di questa Inter 18/19.