Quando giocava nelle giovanili del Lierse la mamma di Lukaku era sempre costretta a portarsi l’atto di nascita del figlio perché c’era qualcuno che ne metteva sempre in dubbio l’età. A guardare la foto sotto non si riesce a biasimare chi trovava il coraggio di protestare per quel ragazzotto in grado di fare 116 gol in 70 partite. Non c’è mai stato nulla di normale nella vita calcistica di Lukaku.

A sedici anni diventa il più giovane marcatore del campionato Belga. Un anno dopo con la maglia dell’Anderlecht segna la sua prima doppietta in Europa e diventa capocannoniere. Prestazioni che convincono il Chelsea ad investire 22 milioni sul centravanti ancora diciottenne.
Nel primo anno va in prestito al West Brom dove 19enne, segna 17 gol in Premier, torna ai blues con la gigantesca aspettativa di “Erede di Drogba”. Calciatore con cui instaurerà un rapporto mentore allievo come racconterà lo stesso Ivoriano nel 2018: “Quando ci parlai la prima volta fu tramite il mio amico Kompany, lui era ancora all’Anderlecht era un ragazzino, tifava Chelsea aveva la maglietta con il mio nome e il mio poster in camera. Ma il ragazzo che conoscevo si è fatto uomo. Grazie al carattere, la voglia di migliorarsi e la passione per il lavoro”.

Reclama spazio che Mourinho non è disposto a dargli così viene venduto all’Everton. La storia è nota: se ne pentirà a tal punto da acquistarlo anni dopo allo United per più di 85 milioni di euro. E sarebbe stato strano il contrario visto che con i Toffies Big Rom segna 87 gol e da centravanti della “Golden generation” belga diventa il più grande marcatore della storia della nazionale. Dopo i 27 gol nel primo anno con i Red devils, qualcosa nel secondo si rompe complice anche l’annus horribilis (come tutti i terzi di Mou) della squadra e il portoghese che lo accusa di aver messo su troppa massa muscolare e aver perso in agilità, questione che gli varrà il soprannome di “Fat Lukaku”. L’esonero dello Special one e Solskjær che spesso gli preferisce Rashford lo fanno diventare un’occasione di mercato ghiotta. Non prima di togliersi il dente di smentire le dicerie sulla sua lentezza pubblicando i test di velocità del precampionato, dove risulta essere il secondo, facendo mandare in bestia sia il club sia Luke Shaw, che compare come il più lento. Lascia l’Inghilterra a 26 anni da 19esimo marcatore della storia della Premier con 113 gol all’attivo, 9 in più del suo idolo Drogba.

AMBIZIONI MASTODONTICHE

L’acquisto di Lukaku si porta dietro una carica simbolica gigantesca. Si tratta di una dichiarazione di intenti fortissima, in termini di ambizioni, da parte di Suning e reclamata a gran voce dai tifosi. Un popolo, quello nerazzurro, abituato per trenta anni ai fasti dei grandi campioni e per troppo tempo relegata ad un austerity ed una mediocrità che nulla hanno in comune con il dna di una squadra, quella interista, nata per non essere banale. Chiamata a sostituire un attaccante formidabile come Icardi, la società ha semplicemente preso con “arroganza” il migliore attaccante acquistabile sul mercato fregandosene in una certa misura anche di quanto andava a pagarlo. E anzi, facendolo diventare l’acquisto più caro della storia dell’Inter.

PRESSIONI ENORMI

Un elemento che peserà come un macigno sul Belga in termini di gigantesche pressioni e aspettative che troverà a Milano. Ambiente difficilissimo e una squadra, quella nerazzurra, sempre sulla graticola della stampa nostrana. Come il fantasma di Icardi che gli girerà sempre attorno. Se in questi momenti il ricordo del bomber di Rosario appare sbiadito e di poca importanza, una volta che il campionato entrerà nel vivo non è difficile immaginare come il confronto con i numeri straordinari dell’argentino saranno sempre lì a farla da padrone, specie se Icardi dovesse rimanere in Italia e continuare a segnare. Difficile pensare che uno dalle spalle tanti possenti possa esserne spaventato, ed è anche qui che risiede la grandezza dell’acquisto di Lukaku. Aver preso un calciatore da quando ha 18 anni è il centravanti titolare del Belgio, gioca nel campionato più importante del mondo e segna in ogni competizione internazionale, pur avendo ancora davanti i migliori anni della sua carriera.

SODDISFAZIONE IMMENSA

Gigantesca sarà anche la soddisfazione di Conte che ha l’attaccante che cercava e che voleva ai tempi della Juve prima e anche del Chelsea, quando doveva sostituire Diego Costa. La sfida di mercato fu vinta da Mou di cui, stando all’“Indipendent”, l’attuale tecnico dell’Inter ne avrebbe criticato l’utilizzo che il portoghese ne faceva, facendolo giocare spalle alla porta, mentre lui avrebbe voluto sfruttarne la potente progressione in profondità. Non solo Conte è innamorato delle caratteristiche uniche di Lukaku e le considera perfette per il suo 352, ma è convinto anche di poter tirare fuori dal belga un potenziale non ancora del tutto esploso. Senza considerare, questo lo aggiungiamo noi, che la straripante fisicità dell’attaccante erano “normalizzate” dall’insensata esplosività del calcio inglese; in un contesto come quello italiano potrebbero diventare dominanti. Quando l’ordine di grandezza assume queste dimensioni, inizia a diventare complicato nascondersi.