Alla prima uscita zoppicante, quella di Sion, abbiamo già visto qualcuno (ovviamente sui social), storcere il naso. Ma perché? Noi non c’eravamo esaltati a Lugano, quindi non ci lasceremo certo deprimere per la seconda partita in Svizzera della pre-season con il Sion. Più in generale ci piacerebbe molto (obiettivo davvero ambizioso, lo so) che i tifosi nerazzurri fossero capaci di avere un atteggiamento più paziente ed equilibrato nel giudicare la squadra. Anche nelle competizioni ufficiali. Per dimostrare che da questo punto di vista c’è ancora molto da lavorare siamo andati a studiare i voti in pagella dati dai tifosi ai singoli calciatori sul sito ufficiale dell’Inter nelle 38 partite della scorsa stagione di Serie A, ricavandone alcune indicazioni davvero interessanti.
Per facilitare l’analisi abbiamo diviso anche la stagione in tre fasi:
a) Le prime 16 partite, quelle della partenza a razzo, fino a Juventus-Inter 0-0, al termine delle quali l’Inter si trovava in prima posizione, avendo raccolto 40 punti (media 2,5 a partita) forse più di quanto effettivamente meritava;
b) Le successive 10 partite, quelle della crisi: da Inter-Udinese 1-3 fino a Inter-Benevento 2-0, partita che abbiamo voluto includere in questa striscia, nonostante i tre punti, per la qualità del gioco espresso (11 punti in 10 partite con una media pari a 1,1 punti a partita);
c) Le ultime 12 partite, quelle della ripresa: da Inter-Napoli 0-0 fino a Lazio-Inter 2-3, non tutte fortunate nel risultato, ma in cui la squadra ha giocato quasi sempre in modo convincente tranne la trasferta di Bergamo, finita comunque 0-0, e il match casalingo con il Sassuolo (media punti 1,75) e qui certamente, al contrario della fase 1, la squadra meritava qualche punto in più: si pensi in particolare alle partite contro Torino, Milan e Juventus.
Ma prima di suddividere la stagioni in fasi andiamo a vedere la media stagionale della rosa:
Qui, considerando che la media della squadra, sulle 38 partite, è stata di 5,87, è facile notare come solo otto giocatori siano stati sopra la media della squadra (e anche sopra la sufficienza. In particolare solo Skriniar (un idolo di pubblico e critica fin dal primo giorno) e Rafinha (arrivato in corsa) sono stati i soli a superare la media del sei e mezzo. Seguono altri sei calciatori: Handanovic, Icardi (evidentemente non bastano nemmeno 29 gol e il titolo di capocannoniere per avere 6,5), la sorpresa Ranocchia e Miranda (che raggiunge per un pelo la sufficienza piena). Seguono altri sei calciatori che superano il 5,5: Nagatomo, i due croati di cui parleremo più in dettaglio tra poco, Candreva, Vecino e D’Ambrosio. Infine ecco le delusioni: tralasciando i poveri Lisandro Lopez e Pinamonti che hanno giocato solo pochi minuti, ovvero: Borja Valero, Gagliardini, Eder, Santon, Joao Mario e Dalbert.
Ma il dato più impressionante è quello che si ricava comparando le tre fasi del campionato
Alcuni giocatori hanno un andamento molto lineare, in particolare Skriniar, primo complessivamente, che è stato primo nella prima fase, poi superato dal solo Karamoh nel corso delle dieci partite della crisi (ma Yann non le ha giocate tutte e tra le dieci partite c’è anche Inter-Bologna con il suo gol-gioiello) e terzo nella fase finale. Piuttosto lineare anche Handanovic e Rafinha per le due fasi in cui ha giocato.
Altri giocatori sono crollati come Santon, partito con un sorprendente ottavo posto e che ha chiuso al diciottesimo, Eder o Vecino, salvo risollevarsi con il gol finale. Altri sono andati crescendo come Miranda, Cancelo e Gagliardini. Ma la vera anomalia sono i due croati e in particolare Brozovic. Ma partiamo dall’altro, Perisic. Ivan il terribile ha un buon avvio: nelle prime sedici partite ha l’ottima media del 6,59 che lo consegna al sesto posto. Ma, nel momento della crisi, ecco che Perisic affonda: è ventunesimo con una media del 3,8, penultimo davanti a Joao Mario. Segno che i tifosi nerazzurri sono molto delusi del suo rendimento e lo considerano il principale responsabile della crisi di metà stagione assieme al portoghese e al connazionale. Quando poi Ivan si riprende, nella fase C riesce a portarsi a casa un discreto 6,04, undicesima posizione con un decimo posto a livello stagionale.
Ancora più paradossale il caso di Brozovic che per i tifosi è stato il peggiore della prima fase, quella in cui l’Inter volava, terzultimo davanti solo a Joao Mario e Perisic nella seconda fase, quella della crisi e addirittura primo, il migliore di tutti, persino davanti a Rafinha e Skriniar, nella fase finale. Davvero un’enorme rinascita a partire dai fischi dell’ormai storica Inter-Bologna.
Il mondiale di Perisic e di Brozovic è stato poi in linea con i miglioramenti di fine stagione. Se ci fossimo fidati delle sensazioni di metà anno forse avremmo svenduto i due campioni croati che ora sono valutati almeno il triplo di quanto lo fossero nei momenti di crisi (pochi mesi fa). Quanto ci avrebbe rimesso l’Inter vendendo uno dei due, o entrambi, anzitempo? Forse è esagerato considerare Brozovic il miglior calciatore nerazzurro (come nei voti dei tifosi da marzo a giugno) di certo era esagerato considerarlo il peggiore (come da agosto a dicembre 2017). La pazienza è certamente la virtù dei forti.