Un mese da Inter. L’ultimo, non quelli prima. Non era quella d’inizio stagione la formazione di Simone Inzaghi. Non lo poteva essere nonostante tutta la sua pazzia. L’Inter di Simone Inzaghi è stata quella che, nel mese di ottobre, ha rimesso in piedi la baracca dopo un inizio disastroso e, soprattutto, si è qualificata agli ottavi di Champions. Ultima vittima, di un ottobre praticamente perfetto, la Sampdoria del grande ex Dejan Stankovic, matata 3-0 a San Siro.
Un mese da Inter, quante risposte
La partita con la Sampdoria ha certificato le ultime due “risposte”, in un mese che ne ha certificate tante. Risposte di cui avevamo un gran bisogno per poter tornare credibili nel panorama del calcio italiano e non solo. L’Inter chiude ottobre con 6 vittorie 1 pareggio (col Barcellona) e 1 sconfitta (con la Roma).
Parlando di singoli: l’inizio stagione di De Vrij è stato, a dir poco, orrendo. Il difensore olandese ha sulla coscienza molti dei gol presi dall’Inter fino alla partita con l’Udinese. L’alternanza, da lì in poi, con Acerbi ha contribuito a far crescere lo spirito di rivalsa del difensore olandese che, insieme a molti suoi compagni, quando viene chiamato in causa sbaglia, oramai, quasi o nulla. Attento in marcatura, sicuro nelle chiusure. E’ tornato ad essere il leader silenzioso, ma estremamente efficace, di un tempo.
La partita con la Sampdoria ne ha certificato, anche, le capacità realizzative, manifestatesi quando, al 20′, è svettato su cross da corner di Calhanoglu.
La seconda risposta di serata è stata di Correa. Troppi mugugni intorno al suo nome. Troppo un giocatore a corrente alternata. Come spegnere tutto questo? Con una corsa dalla propria area palla al piede fino a scaraventare la stessa alle spalle di Audero. Troppe volte si è sperato che Correa ritrovasse se stesso. Troppe volte l ha sperato Inzaghi, altrettante i tifosi, che sia questa quella giusta?
L’ultima risposta, la più definitiva. Signori è tornato Nicolò Barella. Un giocatore, il centrocampista azzurro, che sta diventando sempre più completo, sempre più trascinatore, e sempre più goleador. 3 gol nelle ultime 3 di campionato. 4 gol nelle ultime 5 gare contando la Champions. Numeri da capogiro per uno che di mestiere non fa proprio l’attaccante.
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Difesa imbattuta, era ora
Per una sera, (la seconda consecutiva contando la Champions), l’Inter è riuscita a tenere la propria porta inviolata. L’ultima volta era stato contro la Salernitana, prima di averne poi presi 3 a Firenze ed aver, di fatto, azzerato l’imbattibilità interna con i granata.
Nel saturday-night del Meazza, la fase difensiva nerazzurra ha funzionato alla perfezione. Dal primo pressing degli attaccanti fino alle parate di Onana, l’apparato difensivo nerazzurro ha funzionato alla perfezione e ciò le ha permesso di chiudere la contesa con 0 reti al passivo. Un traguardo importante di questi tempi.
Sicuramente questo traguardo parziale può aiutare la squadra nel suo processo di crescita e di ritrovamento di sé stessa. Sicuramente serviranno test più probanti, e i prossimi due, tra Champions e campionato, lo sono, ma dopo aver subito 17 gol in 11 partite, anche una piccola oasi nel deserto può voler dire riprendere a vivere per una squadra che non vuole mollare.
3-0 che fa rima con mentalità
Dopo aver speso tante energie fisiche e nervose nelle sfide precedenti poteva succedere di prendere una sfida, come quella di San Siro, un po’ sottogamba. La risposta più forte, i nerazzurri l’hanno data proprio sotto questo aspetto.
Dopo i primi minuti in cui gli ospiti han provato a far qualcosa, la squadra meneghina ha preso in mano il possesso e il controllo della gara, gestendoli a proprio piacimento per tutto il resto della sfida. Il gol di De Vrij ha un po’ facilitato il tutto, il raddoppio di Barella ha, praticamente, congelato il match già prima del thé caldo
Tanti fattori contribuiscono a parlare di rinascita di una squadra partita con il piede sbagliato. La mentalità è, probabilmente, tra gli aspetti più importanti che ci possano essere. Un po’ la si coltiva con l’esperienza, un po’ la si prende attraverso le vittorie. Se martedì la partita col Bayern, con l’Inter già qualificata, non ha valore tecnico, quella con la Juventus domenica a Torino, sarà una prova estremamente importante per certificare la crescita vista a ottobre. Vincere con i bianconeri vorrebbe dire mantenere qualche speranza di recuperare in un campionato dove il Napoli non sta regalando nulla e dove anche le altre squadre davanti l’Inter non sembrano avere cali.
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