Sabato sera, per la prima volta, sono entrato allo stadio Sardegna Arena per vedere Cagliari-Inter, la squadra della mia città contro la mia squadra del cuore. E’ una frase fatta, ma vedere una partita dal vivo è completamente diverso dal guardarla in televisione: la distanza dal campo era minima, i giocatori appaiono in qualche modo più “umani” e, a mio avviso, è possibile notare errori e meriti che davanti alla tv passerebbero inosservati. Essendo in mezzo ai tifosi cagliaritani (con l’eccezione di qualche interista), ho preferito godermi la partita intera, rimanendo neutrale per quanto mi fosse possibile, ma non nego che di aver provato un grande spavento in occasione delle parate di Handanovic nella prima parte di gara; complice il pubblico, ero abbastanza certo che il goal dei padroni di casa fosse una questione di tempo. Per fortuna le cose sono andate diversamente.

A colpirmi maggiormente sono stati Icardi e Skriniar: l’argentino si è rivelato un difensore aggiunto quando la squadra era in difficoltà, sia nel primo che nel secondo tempo, un attaccante letale in area di rigore. Come spesso accade, ha segnato al suo primo tiro in porta, approfittando di un’imprecisione di Perisic; un altro giocatore rispetto a quello visto due anni fa con Mancini. Per apprezzare pienamente il suo lavoro di squadra ritengo sia necessario vederlo dal vivo. Lo slovacco ormai non è più una sorpresa, ma è stata impressionante la sicurezza che ha ostentato nonostante il pressing dei giocatori del Cagliari e l’enorme pressione dello stadio, pronto ad esplodere dalla gioia non appena la squadra giungeva nei pressi dell’area di rigore.

Menzione speciale per quanto riguarda Candreva e Santon: spesso ho criticato il nostro esterno per i suoi innumerevoli cross infruttuosi (non che sabato non ne abbia fatti, anzi…) ma è innegabile la sua importanza nell’economia interista, come dimostrano i 6 assist fatti finora, frutto del suo enorme lavoro sulla fascia destra insieme a D’Ambrosio. Per quanto concerne il terzino sinistro, ho apprezzato maggiormente la sua prova in terra sarda rispetto alla gara contro l’Atalanta; pur non eccellendo in alcun ambito, ha sempre dato il suo contributo in fase difensiva ed in quella offensiva.

Da questa partita ho potuto dedurre che: 1) di fatto, in attacco dipendiamo da Icardi. Non che sia un fattore negativo di per sé, ma pur essendo indirizzato verso una stagione proficua a livello goal realizzati, non potrà segnare in ogni partita, perciò sarebbe opportuno che si sblocchino altri giocatori, specialmente a centrocampo; 2) il nostro centrocampo necessita di ricambi. Più volte ho elogiato Borja Valero ma è palese che non possa giocare tutte le partite da qui fino a maggio. Lo stesso discorso vale per Gagliardini e Vecino, i quali per una coincidenza, avranno modo di riposare per un turno a causa della squalifica (per l’ex atalantino) mentre l’uruguagio salterà la partita contro il Chievo a causa di un infortunio; 3) l’Inter è cresciuta, non si può temere di essere smentiti. Negli anni passati, un pressing asfissiante come quello attuato dai sardi nei primi 25 minuti avrebbe portato ad uno svantaggio che avrebbe avuto ripercussioni sull’esito della partita. Così non è stato. Finalmente siamo una squadra.

 

 

Laureato in lingue per la mediazione linguistica, amante di storia e letteratura cinese. Interista grazie a mio padre, sogno di vedere un'Inter leggendaria come quella di Mourinho.