Ancora poche ore e Rafael Alcantara do Nascimento, più comunemente noto come Rafinha, sarà ufficialmente un giocatore nerazzurro. Il centrocampista classe 1993 arriverà in prestito con diritto di riscatto fissato sui 35 milioni più 3 di bonus, una cifra alta che da una parte tutela la società nerazzurra da un possibile fallimento del giocatore nei prossimi sei mesi e dall’altra rende obbligatorio la qualificazione dell’Inter alla prossima Champions League, ma anche in questo caso la permanenza dell’ormai ex blaugrana potrebbe essere tutt’altro che scontata.

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Il brasiliano, per quanto possa essere tatticamente duttile (può giocare come mezz’ala, trequartista, esterno, ma con Luis Enrique è stato schierato anche come terzino e falso nove, ruoli che chiaramente all’Inter mai interpreterà) porta con sé un grande punto interrogativo riguardo le sue condizioni fisiche. Come ho ribadito qualche giorno fa in un altro articolo, il fatto che Rafinha sia rientrato da poco da un infortunio gravissimo e debba perdipiù adattarsi al calcio italiano non può non far sorgere alcune perplessità riguardo questo acquisto.

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Qualora il giocatore si rivelasse arruolabile da subito, in quale posizione giocherà? Nelle formazione ipotizzate sui media, nella maggior parte dei casi viene schierato come trequartista nel 4-2-3-1, con Borja Valero e Gagliardini dietro a fare da schermo. E’ la soluzione più ovvia ma va fatta una doverosa premessa: Rafinha non è il tipo di trequartista che Spalletti vorrebbe. Detto questo, con l’arrivo dell’ex blaugrana l’Inter avrà maggiori possibilità di adottare un modulo variabile, poiché potrebbe iniziare con il 4-3-3 per poi passare al 4-2-3-1 in fase d’attacco o ad un 4-1-2-3 molto offensivo, a seconda delle esigenze della partita. Sarà interessante l’asse che si verrebbe a creare con Borja Valero, il quale avrebbe un partner in più con cui condurre l’attacco nerazzurro, lasciando a Gagliardini la maggior parte dei compiti di copertura. Un suo spostamento sulla fascia destra con conseguente dirottamento di Candreva al centro è un’altra ipotesi ma, date le sue caratteristiche, vorrebbe dire snaturare il giocatore e costringerlo ad apprendere di fatto un nuovo ruolo, perché non potrebbe mai giocare come ala destra ed interpretare quel ruolo così come ha fatto nel Barcellona.

Ma se il brasiliano dovesse rivelarsi un flop? Il rischio, inutile nasconderlo, è molto alto. Non voglio soffermarmi troppo sul fatto che di rado gli acquisti a gennaio si siano rivelati utili (dipende anche da chi si va a prendere) né sul fatto che abbia ripreso ad allenarsi regolarmente da poche settimane. Preferisco focalizzarmi sul fatto che qua in Italia, specialmente da gennaio in poi, qualsiasi squadra cerca di dare qualcosa in più per raggiungere gli obiettivi stagionali ed il tatticismo e l’aggressività in campo rischiano di tarpare le ali a chi, magari, ha sì grandi qualità tecniche ma è gracile fisicamente. Per questo motivo l’acquisto di Rafinha potrebbe essere inutile e a giugno la dirigenza nerazzurra si troverebbe costretta a fare altri salti mortali per trovare un nuovo trequartista. Perdipiù, dovendo l’Inter spendere oculatamente per via del Fair Play Finanziario, non sarebbe saggio investire circa 40 milioni di euro con il rischio di ritrovarsi un nuovo caso Joao Mario.

Non voglio bocciare preventivamente il giocatore (non sarebbe corretto) quindi mi limito ad augurargli un grande in bocca al lupo per questa sua nuova avventura ed auspicare che il suo acquisto rientri tra quelli azzeccati nella sessione invernale del calciomercato.

Laureato in lingue per la mediazione linguistica, amante di storia e letteratura cinese. Interista grazie a mio padre, sogno di vedere un'Inter leggendaria come quella di Mourinho.