I ricordi negativi, specie se recenti, possono facilmente trasformarsi in psicosi. Era il rischio che correva l’Inter di ieri sera affrontando quella Lazio che, negli ultimi anni, aveva rappresentato una sorta di bestia nera in quel di San Siro. Basti pensare alla scorsa stagione: sconfitta in campionato, eliminazione dalla Coppa Italia (la seconda in tre anni) proprio contro i biancocelesti. La Lazio si è spesso rivelata squadra capace di spezzare bruscamente e svolgere il ruolo di “annaffiatore” dei bollenti spiriti nerazzurri, dell’entusiasmo diffuso nella piazza. Proprio quello che si respira in questo inizio di stagione. L’Inter di Conte si presentava alla sfida a punteggio pieno, quattro vittorie su quattro, e c’era da annientare una pesante tradizione sfavorevole. Missione compiuta. Ed ancora con quel D’Ambrosio, uomo dei gol pesanti, che su un ottimo cross di Biraghi e con la fondamentale “partecipazione” di Jony firma il gol della vittoria nel primo tempo: 5 su 5, 15 punti su 15 disponibili. Primato riconquistato.

HANDA SHOW – Il portiere sloveno, all’ottava stagione in nerazzurro e nella partita in cui si celebravano le 300 presenze con la maglia della Beneamata (agganciato Julio Cesar), sfodera una grandissima prestazione. La partita è lenta per i primi 20 minuti, fatto strano, visto che parliamo di due squadre che fanno dell’intensità, della corsa e dei ribaltamenti di fronte dei punti di forza. Inter e Lazio si studiano, poi D’Ambrosio rompe l’equilibrio e la partita si accende tutta a un tratto. E nei successivi 20 minuti, dal 25′ al 45′, comincia l’Handa-Show: tiro a giro di Correa, primo miracolo; l’argentino ci riprova con uno scavetto, fuori; ancora Correa sul primo palo, secondo miracolo; Bastos sulla sirena del primo tempo, terzo miracolo. Nel mezzo, un insidioso tiro da fuori di Lukaku in contropiede. Ma il grosso del merito del vantaggio dopo i primi 45 minuti ha un nome e un cognome: Samir Handanovic.

COMANDA DE VRIJ – Ma è stata anche la partita di Stefan De Vrij. Il centrale olandese, che ha dovuto sorbirsi anche alcune sospettose insinuazioni riguardo le ripetute assenze nella scorsa stagione contro la sua ex squadra, stavolta gioca e si sente. Eccome se si sente. Partita perfetta, chiusure sistematiche (anche al volo), sia nell’uno contro uno che nel gioco aereo, oltre alla solita abilità e tranquillità nell’impostazione. De Vrij si concede anche lampi di classe, come quando manda al manicomio Immobile con una doppia finta. Semplicemente maestoso. E se le partite di Godin e Skriniar denotano qualche (minima) sbavatura, ci pensa l’olandese a chiudere a chiave la porta nerazzurra con tripla mandata, a garantire il terzo clean sheet alla GDS e a mantenere a quota 1 la casella “gol subiti” in 5 partite.

GESTIONE DA GRANDE – L’Inter del secondo tempo, però, non è solo difesa. Tutti gli uomini di Conte escono dal tunnel degli spogliatoi con un atteggiamento diverso e riescono a controllare la Lazio di Simone Inzaghi, con una gestione quasi impeccabile, se non fosse per il mancato raddoppio che avrebbe assicurato maggior tranquillità a tutti. La squadra di Conte concede pochissimo ai biancocelesti (si ricorda solo il colpo di testa di Correa su corner), chiudendo sistematicamente le linee di passaggio, dominando con i centrali in area, aiutandosi con i centrocampisti in impostazione e appoggiandosi sugli attaccanti (in particolare Lukaku, altra prova di sostanza) per prendere fiato e ripartire in contropiede. Compito ancora più difficile considerando l’avversario, da sempre letale in fase offensiva. L’Inter, invece, è insolitamente (speriamo diventi un’abitudine) tranquilla matura nella gestione di un risultato importantissimo.

PAGELLE INTER LAZIO

IL VERO BARELLA – Finalmente si è rivisto il centrocampista che a Cagliari ha fatto innamorare tutti gli appassionati di calcio. Già nel primo tempo, con Brozovic e Vecino sotto tono, si distingue per vivacità e corsa. Ma è nella ripresa che, complice la crescita del croato e l’inserimento del “gemello” Sensi al posto di un negativo Vecino, Barella dà a tratti spettacolo. Preziosissimo nel recupero palla, il centrocampista sardo classe 1997 regala delle sventagliate a tagliare il campo di grande precisione, mostrando anche tanta classe in un repertorio spesso considerato soltanto pieno di garra e corsa. Barella avrebbe meritato anche il gol e ci prova vincendo un contrasto di pura forza e presentandosi davanti a Strakosha, autore però di una grande parata.

ALLA RICERCA DELLA SESTA – Prossimo impegno sabato ore 18, a Genova contro la Sampdoria, al momento ultima in classifica ex aequo con la Spal. Marassi sarà il solito campo difficile, ancor di più se consideriamo il poco riposo e la rosa tutto sommato corta a disposizione di Conte, non tanto per questioni numeriche quanto qualitative (i pochi minuti disputati ieri da Sanchez lasciano ben sperare in questo senso). Sarà la prima delle tre partite da qui ad una nuova sosta. I due avversari successivi non rientreranno però nell’ordinario: si chiamano Barcellona e Juventus. Ma ci sarà modo di parlarne. Prima Conte vorrà andare oltre i limiti del motore ed ingranare la sesta.

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24 anni, laureato in "Scienze della Comunicazione" presso l'Università della Calabria. L'Interismo è qualcosa che scorre dentro senza freni, in maniera totalmente irrazionale. Condividere questo sentimento è magnifico, scrivere di Inter ancora di più.