Dopo una partita così c’è spazio solo per la frustrazione. L’Inter è partita lenta, cercando pazientemente la soluzione per scardinare l’ottima fase difensiva di D’Aversa, basata sulle ripartenze di Karamoh e Gervinho. La tattica parmense ha funzionato, creando parecchi problemi alla squadra di Conte, che nel primo tempo è apparsa un po’ scarica dall’ottima prestazione fornita contro il Borussia Dortmund mercoledì. I tanti impegni si fanno sentire, soprattutto per una rosa corta e sulla quale pesano enormemente gli infortuni. Il centrocampo Gagliardini-Brozovic-Barella è alla terza partita consecutiva in meno di una settimana. In particolare, Brozovic ha giocato tutti i minuti stagionali dell’Inter 2019-20 e la lucidità comincia a venir meno, come dimostrano i due gravi errori che costano altrettanti gol del Parma. Conte ha parlato, giustamente, di “rosa corta” e si è detto “preoccupato, perchè giocano sempre gli stessi”. Che le alternative fossero poche e non del livello dei titolari si sapeva da fine agosto, e inoltre sono intervenuti anche i pesantissimi infortuni di D’Ambrosio, Sensi e Sanchez. In questo modo, con la Champions League nel mezzo, diventa veramente difficile fare di meglio giocando con gli stessi interpreti, che inevitabilmente perdono lucidità e – a lungo andare – brillantezza fisica. Proprio per questo l’allenatore pugliese sta inserendo gradualmente anche dei giovani, come Esposito e Bastoni, in modo da ampliare le opzioni a disposizione.
PROBLEMA GODIN – Ci si aspettava certamente una prova migliore da parte del centrale uruguaiano,, piazzato al centro della difesa e quindi in una posizione più consona al ruolo da sempre ricoperto in carriera. Godin, però, nel primo tempo soffre terribilmente l’attacco avversario: sui gol – nonostante gli errori principali siano di Brozovic – appare macchinoso e in netta difficoltà, così come in diversi frangenti della partita. Conte lo sostituisce nel secondo tempo con De Vrij, capace di costruire meglio l’azione, e lo fa nel momento in cui Godin sta crescendo. Ecco spiegato il motivo della rabbia dell’uruguaiano, che però è troppo esperto per non sapere che può fare molto di meglio. Skriniar e Bastoni, invece, sono sicuri e tengono in piedi la retroguardia.
CERTEZZE – L’Inter, però, si è affidata ai suoi uomini più in forma, capaci di mantenere tutta la partita un rendimento costante e sui quali i nerazzurri si sono aggrappati nel forcing finale. Parliamo di Nicolò Barella, autore di un’altra ottima prestazione, piena di corsa e tanta, tantissima personalità anche nel prendere per mano la squadra nei momenti di maggior tensione. Antonio Candreva, come sappiamo, è rigenerato, e diventa quasi paradossale pensare a quella che era la sua situazione dell’anno scorso mentre si osserva una squadra intera affidargli il pallone, sperando che tolga le castagne dal fuoco. L’esterno romano firma un gol (fortunoso, c’è da dire) e un assist per Lukaku. Per lui, brutta prova nel primo tempo ma ottimo secondo tempo, nel quale ha mostrato lucidità anche sull’assalto finale.
ESPOSITO E POLITANO – I due uomini offensivi a disposizione di Conte in panchina entrano a 10 minuti di distanza. Prima il 17enne, che sostituisce Lautaro (comunque autore di una buona prova) e appare ancora deciso, nonostante qualche leggerezza nel palleggio. Esposito sfiora il gol con un gran destro al volo e prova in tutti i modi a trovare il gol, riuscendo anche a dialogare bene con Lukaku. Politano entra invece al minuto 84, e lo fa male, molto male. Non tanto per gli errori, che possono capitare, ma per un atteggiamento inaccettabile. L’impressione che voglia fare tutto da solo, in maniera cocciuta ed egoista, è tangibile: prova ripetutamente la stessa, solita finta non guardando i compagni liberi, con in testa l’idea di andare a calciare in porta in solitaria. All’Inter viene assegnato un calcio di punizione intorno al minuto 86, Esposito – che nelle giovanili nerazzurre si è reso noto per i gol da calcio piazzato, e da quella posizione in particolare – chiede subito a Conte di poter calciare, ma è proprio Politano a prendere il pallone di forza. Il risultato, inevitabile quando entri in campo con atteggiamento individualista, è mediocre. Anzi, pessimo. Anteporre la prestazione individuale al risultato di squadra, in Serie A, è qualcosa che non dovrebbe esistere. Ci auguriamo che Politano non entri mai più in campo con quest’atteggiamento, e nello stesso tempo siamo sicuri che Conte lo abbia ammonito a dovere.
PAGELLE INTER-PARMA
CHANCE FALLITA – Pesa enormemente il fatto di non aver sfruttato il pareggio della Juventus a Lecce. Soprattutto perchè, conoscendo lo score dei rivali, c’è la consapevolezza che sarà molto difficile vederli perdere ancora punti a breve. Per questo sarebbe stato fondamentale operare il sorpasso in classifica. Ciò non è avvenuto, principalmente per errori individuali, come quelli verificatisi in occasione dei gol del Parma. La stanchezza accusata è stata più mentale che fisica, per molti interpreti che giocano costantemente da due mesi, visto che nel secondo tempo l’Inter è apparsa brillante fisicamente, a dispetto di quanto si potesse immaginare. Ciò che è mancato è stato lo spunto, la giocata decisiva nel finale. Si rimane comunque perplessi su alcuni episodi, come il possibile calcio di rigore per fallo su Biraghi nella ripresa. Quanto meno singolare che la situazione non sia stata rivista dall’arbitro al Var, e anzi che Chiffi abbia fatto riprendere il gioco il più velocemente possibile. Ora però è inutile ripensarci, visto che la trasferta di Brescia incombe già martedì. L’Inter è ripartita dopo le sconfitte con Barcellona e Juventus che potevano costituire un freno importante, e deve riuscirci anche ora. Ancora più determinata.