Doveva essere Venerdì Santo, è stato un venerdì di pianto. Finisce 1-1 a Salerno, con il goal più casuale della storia siglato dall’ex Antonio Candreva al minuto 90′ che risponde al momentaneo vantaggio nerazzurro firmato Robin Gosens al 6′ del primo tempo.

Tutte le traverse colpite e le traiettorie più sfortunate di questo mondo non bastano a giustificare una prestazione indegna, l’ultima di una lunga serie (per ora). Un’Inter irriconoscibile, mummificata, che in confronto Tutankhamon non sembra così diverso da Usain Bolt.

Per favore, esoneriamo quel pazzo di Inzaghi prima che faccia altri danni e diamo una svegliata ad un gruppo squadra in letargo da mesi. Nel caso in cui non ci fosse un allenatore decente libero mi andrebbero bene anche Il Maestro Marco Giampaolo, Andrea Pirlo, Walter Mazzarri, Juan Cuadrado, Luciano Moggi, Theo Hernandez, l’allenatore della squadra del mio paese, io stesso verrei gratis (anche perché bisogna tagliare, che i soldi sono finiti). Si ride per non piangere.

Sembra che tutte le partite della Beneamata siano dominate dalla fortuna: se gira bene – raramente – qualche punto riusciamo a strapparlo (vedi la mano di Bremer contro la Juventus martedì scorso), ma se gira male ci rimettiamo al Fato, non reagiamo nemmeno. Deve andare così e va bene, vinceremo la Supercoppa italiana anche quest’anno e saremo tutti felici e sorridenti. Facciamo pena. Oltre al fatto che, a lungo termine, questa mentalità diventa pericolosa se non deleteria.

3 punti con Sampdoria, Salernitana, Empoli, Monza, Spezia, Fiorentina e Bologna, senza dimenticare le sconfitte con Lazio, Milan, Udinese, Roma, Juventus. Ho detto tutto.

Inter, ti amo incondizionatamente… ma essere spettatore di tutta questa mediocrità mi fa passare la voglia di parlare dei colori più belli del mondo, al momento decisamente disonorati.

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