vidal

Giocatore croce e delizia. In questo primo anno e mezzo all’Inter è stata più croce che delizia. Il suo nome è stato accostato più a vicende extra-campo che a quanto fatto vedere sul terreno di gioco. Arturo Vidal, acquisto voluto da Antonio Conte per la sua leadership ed il suo carisma, non è ancora riuscito a lasciare, completamente, il segno nell’avventura nerazzurra. L’incostanza e la discontinuità, quando chiamato in causa, hanno caratterizzato questo primo periodo nerazzurro.

ARTURO NON TI RICONOSCO

Il titolo del paragrafo potrebbe, a nostro avviso, rispecchiare perfettamente il pensiero di Antonio Conte circa il suo guerriero cileno. Dopo averlo avuto, con lauto profitto alla Juventus, il tecnico leccese l’ha richiesto con forza alla dirigenza nerazzurra che l’ha accontentato portandolo alla Pinetina. Spesso utilizzato dire che non ha inciso non rispecchierebbe appieno la situazione, ancora più disastrosa, mostrata da Arturo nell’anno contiano. 1139’ in Serie A con un solo gol all’attivo. Un’espulsione rimediata nella disastrosa partita in Champions con il Real Madrid, a San Siro, e, sempre a San Siro, ha sul groppone la partita con il Glabach.

Il gol in campionato appunto. Un gol importantissimo nell’economia dello scudetto, arrivato nella partita contro la Juventus a San Siro. L’1-0 con cui si è sbloccata la gara è arrivato proprio dalla testa di Arturo che ha battuto Szczesny con un inserimento perfetto alle spalle dei difensori. Un gol che aveva le sembianze del rilancio ma a conti fatti così non è stato, almeno fino ad ora….

LA SECONDA GIOVINEZZA DI VIDAL

È di pochi giorni fa il video di Vidal ubriaco che fa lo show nei pressi del lago di Como a pochi giorni, 3, da Inter-Genoa, prima di campionato. Com’è andata all’esordio stagionale lo sappiamo tutti. Subentrato nella ripresa ha siglato il gol del 3-0 fornendo una prestazione molto positiva. Stessa dinamica a Verona e, dopo un periodo d’appannamento si è ripetuto nella rimonta di Sassuolo contribuendo con la sua prestazione alla vittoria.

Ultima ma, si spera, non ultima la prestazione in Champions. Che un giocatore come lui potesse servire contro lo Sheriff era pronosticabile ma, tutto sommato, Vidal ha deciso di farlo in grande stile: prestazione maiuscola e gol, dettaglio non banale, del 2-1. Dzeko l’ha messo in porta diranno le malelingue. Senza nulla togliere al bosniaco, (migliore in campo), quel pallone pesava ed Arturo non ha tremato riportando l’Inter in vantaggio. Vidal, l’uomo che sta diventando sempre più il sesto uomo di Simone Inzaghi. Sesto uomo, ma con un futuro tutto da scrivere. A 34 anni è normale partire un po’indietro nelle gerarchie rispetto a giocatori come Sensi e Chalanoglu. Ma i problemi dell’italiano e la crisi d’identità del turco rilanciano le quotazioni del cileno che ora vede la Juve.

Il sesto uomo cestistico è quel giocatore che viene sempre, (o quasi), designato come primo cambio dai vari coach. È il ruolo perfetto di Vidal? Come ribadito più volte dipende da lui. Se sarà il Vidal visto ieri e in altre occasioni verrebbe da dire sì e, anzi quel “sesto” potrebbe diventare “quinto e mezzo”. Carisma, leadership e caratteristiche sono a vantaggio del cileno. La testa un po’meno, ma su quella può lavorare solo lui. Nel frattempo, il numero 22 dell’Inter ha puntato il suo binocolo su domenica sera quando a San Siro arriverà, manco a dirlo, la Juventus

INTER JUVENTUS PER RIAVVOLGERE IL NASTRO

Dopo la prestazione di ieri, si candida prepotentemente ad un ruolo da titolare nel big match di domenica sera contro la sua ex squadra. Sensi è appena tornato, Chalanoglu non è al top ed il giocatore cileno sembra più in palla di un, comunque utilissimo, Matias Vecino che, almeno sulla carta, è più un sostituto di Barella, per caratteristiche. Vidal potrebbe dunque completare il trio centrale di centrocampo insieme ai soliti Barella e Brozovic e dare fosforo alla mediana centrale cercando d’inserirsi ancora in zona gol come fatto l’anno scorso nella partita d’andata ed alzare la cresta proprio come ieri sera quando il pallone pesava stramaledetta mente ma Arturo ha saputo farne un buon uso.

Scrivere è bello. Farlo parlando della propria squadra del cuore credo sia la massima aspirazione per chiunque sogni di fare questa professione.