We did it again! Con tanti se, con troppi ma, tuttavia, e soprattutto, con un grande Lautaro Martinez, l’F.C. Internazionale Milano mette in bacheca la nona Coppa Italia della sua storia battendo la Fiorentina 2-1, nella finalissima di Roma. Serata fantastica per tutta la società e per Steven Zhang diventato il terzo Presidente più vincente della storia nerazzurra, dopo Angelo e Massimo Moratti
Che Inter sarebbe senza paura?
Che Inter sarebbe senza quel pizzico di paura? Non sarebbe Inter. Paura che si concentra in due momenti della sfida. Il primo momento è in avvio, nei primi 15 minuti, quando la viola di Vincenzo Italiano costringe i nerazzurri nella propria metà campo, pressando alta. Una paura che s’incarna nella figura di Nico Gonzalez che, dopo poco più di due minuti batte Handanovic per l’1-0 della Fiorentina.
Il secondo momento di paura prende gran parte della seconda frazione. E’ una paura che l’Inter si cerca e si costruisce da sè. La squadra s’abbassa e la Fiorentina attacca alla ricerca del gol del pareggio. Gli attacchi nerazzurri, che avrebbero potuto far finire prima la partita, vengono inesorabilmente sprecati e la finale di Roma rimane in bilico fino al 95′, vale a dire, fino al triplice fischio. In questa fase di gioco, la Fiorentina fa i conti con l’imprecisione, la sfortuna, e un Samir Handanovic che risponde presente, in maniera decisiva, in almeno due occasioni, mentre in altre si vede tutta l’assenza reiterata dalla porta e la carta d’identità dello sloveno.
Fortunatamente per i cuori nerazzurri, in mezzo a questa dose di sana paura, che si potrebbe definire interismo applicato, si scrive il nome ed un cognome in un’altra pagina di storia nerazzurra: Lautaro Martinez
We did it again, Lautaro superstar
Dopo il 15′ di gioco, il tifo nerazzurro comincia la sua serata, sciogliendo la protesta nei confronti della società. La marea assiepata in Curva Nord sveglia anche i ragazzi in campo che cominciano a macinare gioco e a mettere in difficoltà gli avversari.
E’ Dzeko a dare le prime avvisaglie di pericolo a Terracciano. Il bosniaco è in serata no e sbaglia un gol semplice per un giocatore della sua caratura. Ma il destino ha scritto un copione ben definito. La nona Coppa Italia nerazzurra deve avere una radice profonda nella storia della società meneghina e allora, a deciderla, dev’essere il bomber Lautaro Martinez
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Al 28′ minuto, il 10 nerazzurro realizza il pari con un gol anche facile per un giocatore della sua caratura tecnica. E’ un gol estremamente importante. Si tratta del gol numero 100 del Toro in maglia Inter. Poesia. Una poesia che, nella serata romana, non ha ancora scritto l’ultimo verso, perchè dopo il 100 arriva il 101. Al minuto 37 è spettacolare la volée sul cross pennellato di Barella. L’Olimpico nerazzurro è in estasi e il risultato è ribaltato. Al triplice fischio, dopo il secondo tempo anomalo, può partire la festa per la seconda Coppa Italia consecutiva. Vedi Roma e poi…
E ora?
E ora, in casa nerazzurra, il percorso è segnato. Sabato l’Atalanta arriva al Meazza con l’aria della guastafeste. Vincere, o comunque, non perdere, sarebbe di un’importanza vitale. Fare almeno un punto significherebbe, infatti, qualificazione matematica alla Champions 2023/24 e la possibilità di giocare l’ultima a Torino senza alcun tipo di pressione.
Dopo Atalanta e Torino verrà il tempo di fare i conti non con un appuntamento qualsiasi, bensì con l’appuntamento per eccellenza. Si volerà a Istanbul, ma quella sarà un’altra storia.Ora è giusto che tutta l’Inter si goda la nona coppa italia della sua vita. Raggiunta la Roma e avvicinata la Juventus, (a 14). Poi quel che verrà, l’accoglieremo di buon grado, d’altronde con un Toro così…
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