Walter Zenga vota Napoli. L’ex portiere dell’Inter, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, mette in fila le pretendenti per lo scudetto: “Per il titolo dico Napoli, il terzo anno di Sarri può essere quello giusto. L’Inter, invece, è la squadra che più mi ha colpito in queste prime giornate”.

LA SORPRESA – “Direi l’Inter, nonostante la prova non brillante di Crotone. E lo dico con estrema sincerità, la fede non conta. Vedo un gruppo solido, unito e organizzato. Senza dimenticare che la rosa è in pratica la stessa rispetto a quella della scorsa stagione, eccezion fatta per 4-5 volti nuovi”.

SPALLETTI – “Ha dei grandi meriti. Luciano merita fiducia, si è calato perfettamente nella parte e ha un grande vantaggio rispetto alle altre: non gioca in Europa. Da interista, però, preferisco andarci a piano. Meglio rimanere ‘schisci’ come diremmo a Milano (ride, ndr)”.

LA CORSA SCUDETTO – “Juve? No, dico Napoli. Il terzo anno di Sarri può essere quello giusto. Mi piace molto come allenatore, nulla da dire sul suo lavoro. La Juve ha perso Bonucci e Dani Alves, uomini fondamentali che non sono stati sostituiti a dovere”.

IL FUTURO – “Il mio contratto con il Wolverhampton è terminato a giugno e ora sono pronto per ripartire. Le offerte non sono mancate, ma aspetto l’occasione migliore. Le ultime esperienze hanno lasciato parecchio amaro in bocca”.

Soprattutto Genova, con quel 4-0 subito contro il Vojvodina entrato, purtroppo per voi, nella storia.

“Infatti ancora oggi penso ‘Maledetta Europa League’. Sbagliai a schierare alcuni giocatori che iniziarono a lavorare 15 giorni dopo rispetto agli altri. Non sto trovando delle giustificazioni, perché perdere 4-0 in casa contro un avversario di quel livello non esiste, ma questa era la situazione. Quella sconfitta segnò la mia stagione”.

CASSANO – “Antonio capisce molto di calcio. Con lui il rapporto era normale, ma si presentò un problema: spiegai chiaramente che non sarebbe servito solo perché eravamo coperti nel ruolo. Poi arrivò con la fissa ‘Zenga non mi vuole’, senza capire che la mia idea era iniziale era dettata solamente dall’abbondanza nel reparto. Peccato, avrebbe potuto essere importante per la squadra”.

RITORNO IN ITALIA? “Non ho preferenze e non antepongo l’estero rispetto all’Italia. Anzi, tutt’altro. Con la famiglia vivo a Dubai ed è normale aver costruito tutto qui, ma sono carico e pronto per tornare: ho un paio di rivincite da prendermi…”.

Redazione
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