non mettere sullo stesso piano calciatori e dirigenti. i calciatori scendono in campo, corrono, sudano e giocano il pallone, non stanno a pensare ai magheggi che eventualmente fanno i vertici nel club nel quale lavorano e nemmeno ne fanno, a meno che non siano mischiati in giri di scommesse. ibrahimovic sta a del piero come marotta sta a moggi. sono paralleli che non si possono fare. oltretutto ibrahimovic non è mai stato un buffon, toccata e fuga dalla rube. stesso discorso vale per lucio, ha fatto benissimo da noi ma non è mai stato un simbolo, un paio di stagioni e via, non mi sorprende che potesse farsi un'uscita così, mentre mi avrebbe stupito se l'avesse fatta uno zanetti, cambiasso o stankovic.
se questo è accettabile con normalità, si sarebbe ritenuto "normale" anche il portarsi moggi a casa, tanto se l'asticella è bassa, è bassa per tutto e tutti.
marmotta non deve fare la macchietta, nessuno gli chiede quello ma tanto, tranquillo, che prima o poi qualcuno l'agguatino glielo tenderà e giusto per curiosità, voglio vedere come si muoverà. perchè siamo d'accordo o no che qualsiano italiano non rubentino, dotato di raziocinio e analisi consideri calciopoli come un qualcosa di reale e tangibile ? quindi, in caso di sue spallucce, le alternative per lui saranno poi solo 3: 1) rubentino 2) irrazionale 3) paraculo.
tu hai parlato di complicitá, facendone un fatto di principio.
Per un fatto di principio, se sei complice di una truffa o reato lo sei e basta, poco cambia se hai fatto il palo, se sei l'ideatore, se sei quello che aspettava in macchina.
Mi sta bene una differenziazione se parliamo di calciatori qualsiasi mai sopra le righe che giocano e basta, ma *****, qui parliamo di uno che, da tesserato inter, un anno dopo aver rivendicato quegli scudetti e aver quindi implicitamente negato fatti gravi, e va beh, dopo un anno di permanenza, ormai simbolo della squadra, ancora in pieno clima calciopoli ha l'ardire non solo di farsi intervistare e fotografare con l'"assassino", ma anche di dire che all'inter servirebbe uno come lui
Ora, o ne deduciamo che Ibra era ed è uno stupido ingenuotto, e non lo è.
O ne conveniamo che sapeva perfettamente chi era Moggi, come lavorava, cosa era successo, e quale sarebbe stata la portata mediatica di quelle dichiarazioni e l'affronto ambientale.
Sapendolo perfettamente, non c'è alcuna differenza tra calciatore e dirigente.
Avevi in casa un uomo, un essere pensante, che sapeva di calciopoli, sapeva chi fosse Moggi e come lavorava, ne era amico evidentemente intimo e lo considerava un modello al punto da proporlo come esempio alla piazza.
Sinceramente, è ipocrisia nascondersi dietro un "era solo un calciatore, non conta".
Eh no.
Vuoi sapere la vera differenza?
Ibra ti faceva vincere, ti faceva girare la giostra come volevi girasse, gli effetti del suo contributo erano evidenti, immediati, diretti, e quindi si passava sopra a qualsiasi principio, vestendolo di ipocrisia e di "però".
Marotta è un dirigente, gli effetti dell'operato di un dirigente sono più indiretti, interpretabili, opachi, incerti, certamente meno emozionanti di un campione che ti fa la giocata e ti fa venire giu lo stadio.
Più facile pertanto puntare il dito e rispolverare i principi dall'armadio.
Ma non c'è per me nessuna differenza tra calciatore e dirigente, se entrambi sono uomini pensanti, dotati di normale iq, che 'sanno' e condividono.
Nessuna.
Specie in un caso simile, così esplicito e spudorato.
Trovare differenze è fisiologica razionalizzazione.