Non esageriamo. Già oggi c’è uno squilibrio enorme tra le big e le piccole eppure lo Spezia batte il Milan e la Sampdoria batte noi.
Anche se crescesse il dislivello, i giocatori quelli sono.
E comunque, per forza di cose, il campionato ha bisogno delle big e deve essere ridisegnato.
Si devono adeguare.
Per motivi economici e di spettacolo era ovvio che si arrivasse ad una soluzione diversa da 38 partite di campionato (molte delle quali inutili o noiose) e solo 6 di Champions (alcune delle quali abbastanza inutili).
Ci si deve adeguare. Si facciano due gironi ed i Playoffs che ci guadagna anche lo spettacolo. Giocheresti, per vincere lo scudetto, 27 partite di cui 4 contro la Juve, il Milan ed un paio contro altre big. Insomma, salirebbe anche la qualità media delle partite in campionato e sarebbe combattuto fino all’ultimo.
No, non esageriamo per niente. La quota scudetto nei campionati nazionali è passata dall'essere negli anni 90 primi anni 2000 intorno a quota 80 punti, per andare man mano innalzarsi superando quota 90 punti nella stragrande maggioranza delle ultime edizioni.
Non per caso nell'ultimo decennio stiamo assistendo a sempre più squadre che battono record storici di punti e di vittorie consecutive in campionato con apparente facilità.
Con l'introduzione della Superlega ed un ulteriore crescita del dislivello tra piccole e grandi la quota Scudetto comincerà a superare i 100 punti di questo passo. In alcune recenti edizioni di Premier League e Liga Spagnola ad esempio, che sarebbero i campionati europei più competitivi in teoria, si è già assistito a delle lotte a due per lo scudetto con la vincitrice che l'ha spuntata all'ultima giornata di campionato raggiungendo quota 100 punti. Nei campionati dei giorni nostri un pareggio equivale ad una sconfitta se sei un squadra in lotta per lo scudetto.