Spiegate il vostro nick

Assolutamente nulla.

Cinque lettere scelte a caso e che fossero anche lontanamente pronunciabili nel loro insieme.

Siamo perché esistiamo al di là di una parola identificativi.
Un insieme di protoni e neutroni dentro un involucro fisico e che in un futuro sarà tutto insieme con l'universo fino alla fine dello stesso.
Chi sono io?
Chi sei tu?
Chi siamo noi?

Una nota passeggera nel grande concerto della storia.

Insomma riassumendo ... Giuve in serie B.
Come scrisse il Maestro Eco: "stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus". :sizi
 
Di solito non mi capita di vagare nei meandri di IF alla ricerca di discussioni "di nicchia", oggi invece è successo e mi sono imbattuto in questo topic , alquanto stuzzicante; per farla breve, dopo aver ficcanasato nelle questioni altrui, in nome della par condicio, qui a seguire lascio il mio personale contributo.

Andiamo ab ovo: io sono Carlo, classe'69, nato e residente a Molfetta (Ba).

Sono convintamente Interista, oltre che per motivi di ordine etico-morale-filosofico , anche in ossequio alle tradizioni di famiglia, tutti antigobbi, qualche sparuto biretrocesso e gran parte di Interisti, tra cui mio Papà, che ha fatto appena in tempo a godersi il Triplete, per poi, qualche mese dopo, trasferirsi nei verdi pascoli, al cospetto di Giacinto, Peppino e tutti gli altri nostri colleghi trapassati.

Veniamo alla storia del mio nick: giustamente qualcuno si sarà chiesto cosa mai possa c'entrare il nome dell'ex bomber brasiliano della Dea col nick di un Interista, perché è proprio a Paulino Aparecido Evair che devo il mio nick.
Dunque, correva l'anno 1989, io avevo ancora 19 anni, e vivevo a Molfetta, iscritto al secondo anno di Giurisprudenza, giocavo portiere sin da ragazzino, e facevo pesi da tre anni; quindi, considerando che ero alto (e lo sono tuttora, anche se i muscoli sono evaporati via) quasi 1.90 cm, ero un bel bestione.
Come ben ricorderanno quelli della mia generazione, a quei tempi era impossibile vedere le partite in tv, per cui, come quasi tutti, anche io e i miei amici trascorrevamo i pomeriggi della Domenica a seguire "Tutto il Calcio Minuto per Minuto" alla radio, e naturalmente si aspettava "90°minuto" per vedere le azioni salienti delle partite.
Ebbene, nel pomeriggio di una di queste domeniche, e precisamente attorno a fine Gennaio dell'89, nella mia auto, insieme ad altri tre amici, si stava seguendo le partite alla radio.
Accanto a me, che ero al volante, c'era un mio amico dell'epoca, gobbo malefico, straconvinto della vittoria della sua squadra (quella con Zavarov e Rui Barros) nel pomeriggio contro l'Atalanta: io ne ero meno convinto, per cui avevamo scommesso un mese di aperitivi. E fu così che, come forse ricorderete, al minuto '89 ci fu il meraviglioso gol in contropiede di Evair, che segnò la vittoria della Dea sul campo dei gobbi; fu allora che io, avendo sempre accanto il gobbo in preda allo sconforto, al triplice fischio, dopo aver messo in moto l'auto, con una mano tenevo il volante e con l'altra afferravo la testa del gobbo e, mentre facevamo il giro dell'isolato strombazzando il clacson, continuavo a sbattere la sua testa contro il finestrino.
Beh, questo dapprima urlava, ma poi, dopo un paio di giri, mi resi conto che non proferiva più verbo e, pur non essendo un medico, che quindi qualcosa non andava: infatti era svenuto, sicché abbiamo fatto una corsa in ospedale (dove grazie al cielo si è concluso tutto bene) ma, nei minuti che intercorsero dallo svenimento al rinvenimento, ho promesso a me stesso che, se tutto si fosse concluso positivamente, non avrei mai più usato le mani per scherzo, nemmeno con un gobbo!
E così, per non dimenticare la promessa, da allora, in tutte le occasioni in cui serve un nickname, uso Evair;
ma lo uso anche perché quell'anno l'INTER vinse lo "scudetto dei record" e perché la vittoria della piccola Atalanta sul campo dei ladroni bianconeri all'epoca costituì comunque un episodio di un certo rilievo, per quanto mi riguarda, anche sotto l'aspetto simbolico e morale.

L'avatar invece l'ho scelto perché amo l'arte, e perché così come Evair fu un castigagobbi, allo stesso modo Salvator Rosa, ivi effigiato, oltre ad esser stato un validissimo pittore del '600, straordinario battaglista, bambocciante e paesaggista, nonché inventore degli "stregoneschi", è stato un castigatore dei costumi della sua epoca; per di più tiene in mano un'iscrizione in marmo che così recita: "aut tace aut loquere meliora silentio", un motto che ho fatto mio praticamente da sempre, e la cui applicazione mi rende "Maestro di gabbia"! :dente

Spero mi perdoniate: non sempre riesco ad essere sintetico.

Carlo
Penso che questa storia piacerà molto anche a @Robywka72 :sizi
 
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