E' un problema culturale. Che parte dai settori giovanili. Del pensare solo a vincere ed ai risultati.
I risultati delle giovanili contano zero
anzi è uno dei motivi per cui falliscono ad alto livello
solita questione
gioco >>> resultadismo
nel caso dei giovani
formazione >>> resultadismo
Non è un problema di resultadismo, qui parlo di un settore che conosco fin troppo bene. Il problema è che ci sono migliaia di scuole calcio che prendono contributi dal coni e poi miracolosamente i ragazzi si allenano con un pallone ogni 20 ragazzi, senza le porticine, con le reti sfondate che ogni volta che qualcuno segna devi andare a riprendere il pallone a 200 metri, senza sagome, senza pneumatici perfino...in più pagano due lire di rimborso spese a qualche genitore che si vuole tenere in forma anziché stipendiare dei professionisti del settore.
Ho visto ciccioni insegnare la posizione frontale attiva stando seduti su una seggiola da regista a bordo area...
Ci sono anche delle eccellenze chiaramente ma non riescono a intercettare tutto il talento che potrebbero, quindi per andare sul "sicuro" vanno sui ragazzi che già a 13-14 anni sono formati fisicamente. Ma non per "resultadismo" o altro, semplicemente perché c'è più probabilità che un ragazzo di 182 cm strutturato fisicamente diventi calciatore piuttosto che uno di 150 magrolino, anche se ha più tecnica. E l'agilità è ciò che più ci manca infatti. Politano, paradossalmente, credo sia il calciatore italiano più agile in attività, e comunque è quello che è, un giocatore di medio livello.
Sono convinto che giocatori come Zola o Del Piero o Signori, cioè dei fenomeni, oggi non uscirebbero come sono usciti ai tempi, semplicemente perché verrebbero scartati a priori. Ma non è una questione filosofica, è proprio un discorso di probabilità.
Poi oltretutto ci mettiamo anche che il sacchismo ha fatto danni incalcolabili alle scuole calcio, ho visto allenatori di esordienti (categoria) spiegare la linea difensiva a ragazzi che non avevano idea di come marcare l'uomo, non so se mi spiego...dimentichi del fatto che sacchi aveva tassotti, baresi, galli e costacurta a marcare come dei pazzi regolarmente
Quand seri giuen mi l'allenatore ti metteva uomo a uomo e buttava in mezzo 100 palloni e tu dovevi pensare prima all'uomo e poi al pallone, per dirne una.
Poi chiaramente le scuole calcio oggi hanno bisogno anche di visibilità per avere più iscrizioni, e la visibilità la ottieni vincendo i tornei, e i tornei li vinci con chi sposta gli avversari, molto banalmente.
La differenza con l'estero è che le scuole calcio singolarmente lavorano meglio. E quindi il talento non si spreca come succede da noi.
Io ora non lavoro più nelle scuole calcio. Nel 2006 mi offrirono, in una scuola calcio abbastanza conosciuta a milano, 1100 euro al mese per allenare i juniores. Andai negli states per due anni a guadagnare 6 volte tanto per fare lo stesso mestiere in un college in california. Come pretendiamo di crescere in questo modo?
In più ci aggiungiamo anche che i genitori sono disposti ad alzarsi alle 5 del mattino se il figlio deve fare gli allenamenti di nuoto ma se chiedi un allenamento in più a settimana per il calcio si scatenano le guerre puniche
manca anche un po' di cultura del sacrificio. Il calcio è uno sport, non un gioco. Bisogna sbattersi di brutto