cavolo quel torino ha battuto da solo (anche se con maglia azzurra addosso) la nazionale ungherese...Rimane il dubbio, ma l'impressione è che la dimensione di quel Torino era soprattutto italiana
era la squadra più famosa al mondo all'epoca..
cavolo quel torino ha battuto da solo (anche se con maglia azzurra addosso) la nazionale ungherese...Rimane il dubbio, ma l'impressione è che la dimensione di quel Torino era soprattutto italiana
Hanno anche perso 5 a 1 con l'Austria, che era allora una squadra di livello, ok, e 4 a 0 in casa con l'Inghilterra, presunti maestri, che da lì a un paio di anni uscirono dai mondiali con gli usacavolo quel torino ha battuto da solo (anche se con maglia azzurra addosso) la nazionale ungherese...
era la squadra più famosa al mondo all'epoca..
La mia non era una critica rivolta all'Inter ma a tutti in Italia. Ogni volta che vedo giocare la primavera o l'Italia U21-19-17 ho sempre l'impressione di vedere giocatori generici (alti, fisici, vogliosi, tatticamente applicati ma poca tecnica, poca fantasia, poca visione, poca vivacita). Quest'ultimo Euro U-17 ho avuto la stessa impressione sinceramente (compreso Esposito).A distanza di 5 anni dal video dell'Inter che hai postato, i 2002 sono campioni d'italia u16 in carica, si sono qualificati come primi nel proprio girone quest'anno e danno 6 giocatori (2 dei quali si vedono nel video) alla nazionale di categoria che tra qualche giorno prenderà parte all'euro u17, dove stanno nello stesso girone della spagna
Detto questo magari hai ragione ma per me è difficile giudicare la politica giovanile dell'inter in questa fascia d'età perche l'inter ha diversi centri di formazione che tiene sott'occhio dove parcheggia giocatori magari ritenuti talentuosi ma non pronti da un punto di vista fisico per affrontare campionati agonistici.
Gli esordienti di quest'anno li ho visti proprio qualche giorno fa in un torneo e i più talentuosi (ma meno prestanti) li hanno messi solo nel secondo tempo ed è una pratica comune nel nostro SG
Ieri sera a precisa domanda Ancelotti, che un pochetto il calcio internazionale lo conosce, ha espresso un concetto che mi ha fatto allargare il cuore, essendo quello che vado sostenendo da sempre: è giusto che il calcio Italiano veda, guardi, impari da quello che accade nel resto del mondo, ma senza mai perdere la sua specificità, quella mentalità che è quella che fa rendere al massimo i nostri giocatori. Tanto per parlarsi chiaro: inutile cercare di copiare il sistema-Ajax o quello del Barcelona, non è roba per noi. Il nostro popolo si è evoluto anche dal punto di vista fisico e non c'è più il gap che esisteva ad esempio con le squadre del Nord Europa solo 25 o 30 anni fa, ma è chiaro che continueremo a non poter competere con loro sul piano dell'intensità, del ritmo, della stamina infinita. E neppure sfidare gli Iberici dal punto di vista del palleggio, della tecnica pura, della continua ricerca del fraseggio, a volte a scapito della verticalizzazione rapida. Però possiamo e dobbiamo recuperare sul piano della cura della tecnica individuale, sulla capacità di calciare con entrambi i piedi, sul non trattare il pallone come un aggeggio estraneo che scotta e del quale liberarsi al più presto possibile, non riempiendosi la zucca di schemi e di tattiche ma senza mai perdere di vista lo schema generale della squadra ed adeguando ad esso i movimenti in campo.
perfettamente daccordo, che poi questa spettacolarizzazione del gioco da mettere avanti ai risultati...ma perchè? Il calcio Italiano non è mai stato spettacolare se non con sacchi che però aveva una squadra 10 volte superiore alla concorrenza (e comunque ha vinto molto meno rispetto a quel che poteva fare), noi siamo i catenacciari, siamo quelli che portano il risultato a casa senza fare gli splendidi, sto copiare le altre boh
In parole povere abbiamo un gioco che fa cagare a guardarsi ma potenzialmente potremmo essere tra i più forti di tutti ?Ieri sera a precisa domanda Ancelotti, che un pochetto il calcio internazionale lo conosce, ha espresso un concetto che mi ha fatto allargare il cuore, essendo quello che vado sostenendo da sempre: è giusto che il calcio Italiano veda, guardi, impari da quello che accade nel resto del mondo, ma senza mai perdere la sua specificità, quella mentalità che è quella che fa rendere al massimo i nostri giocatori. Tanto per parlarsi chiaro: inutile cercare di copiare il sistema-Ajax o quello del Barcelona, non è roba per noi. Il nostro popolo si è evoluto anche dal punto di vista fisico e non c'è più il gap che esisteva ad esempio con le squadre del Nord Europa solo 25 o 30 anni fa, ma è chiaro che continueremo a non poter competere con loro sul piano dell'intensità, del ritmo, della stamina infinita. E neppure sfidare gli Iberici dal punto di vista del palleggio, della tecnica pura, della continua ricerca del fraseggio, a volte a scapito della verticalizzazione rapida. Però possiamo e dobbiamo recuperare sul piano della cura della tecnica individuale, sulla capacità di calciare con entrambi i piedi, sul non trattare il pallone come un aggeggio estraneo che scotta e del quale liberarsi al più presto possibile, non riempiendosi la zucca di schemi e di tattiche ma senza mai perdere di vista lo schema generale della squadra ed adeguando ad esso i movimenti in campo.
Il problema è che ora il campionato non ha nemmeno competizione. Finisce a Settembre da 8 anni. Una volta la serie A era considerata Elite: ora l ultima Champions l abbiamo vinta noi, anzi, l ultimo trofeo europeo, e c'è una squadra che gioca DI ***** e vince lo stesso. Ma gioca davvero male, è questo il problema.perfettamente daccordo, che poi questa spettacolarizzazione del gioco da mettere avanti ai risultati...ma perchè? Il calcio Italiano non è mai stato spettacolare se non con sacchi che però aveva una squadra 10 volte superiore alla concorrenza (e comunque ha vinto molto meno rispetto a quel che poteva fare), noi siamo i catenacciari, siamo quelli che portano il risultato a casa senza fare gli splendidi, sto copiare le altre boh