Morto Gigi Proietti

Io direi che invece era "eccezionale", nel senso che Sordi poteva farlo solo Sordi. Proprio Proietti espresse il concetto in una poesia che recitò ai suoi funerali.

Idem per Totò.

Ma tu ti riferisci alla tecnica, immagino.

In quell’intervista, parlando dei suoi colleghi Manfredi fece una serie di considerazioni importanti: “Quando io vado a sentire recitare Vittorio Gassman, rimango sempre incantato perché fa venire i brividi. E credo che ce ne siano pochissimi altri come lui: Ruggero Ruggeri, Turi Ferro, Salvo Randone… ecco di fronte a Randone io potevo solo inginocchiarmi, e come dinanzi a lui potevo inginocchiarmi di fronte a Totò, Peppino De Filippo ed Eduardo, che è stato il primo a credere in me quando io ero ancora in accademia e che addirittura una volta mi disse "Tu parli un napoletano più bello del mio, perché è un napoletano d'amore". E se questo è accaduto io lo devo solo all'Accademia.” Insistendo sul tema del rapporto tra gli attori e il cinema italiano, Manfredi aggiungeva Il talento è come se tu metti uno Stradivari in mano ad un ignorante, questo non può fare altro che grattarlo. Se lo dai in mano ad uno che ha studiato, questo ne tira fuori delle cose straordinarie. Ma a te, te pare logico che in Italia si parla sempre degli stessi nomi: Sordi, Manfredi, Gassman, Tognazzi e pochi altri e da queste cavolo di scuole non viene fuori nessuno? Il vero motivo della crisi del cinema italiano è che non ci sono più bravi attori e chi ha successo lo deve a film incomprensibili "pompati" da critici, che non sanno fare il loro mestiere, che vanno a vedere la proiezione in una saletta tutta per loro e magari hanno litigato co'a moje oppure hanno mangiato male, che manco vedono il film, parlano tra loro o s'addormono eppoi scrivono fiumi e fiumi di parole.”

Un’analisi dolorosamente lucida di quegli anni dove il cinema di Stato – non senza eccezioni importanti - aveva fatto molti danni, togliendo ai produttori e al mercato la centralità dell’entertainment. Arrivò, poi, ineluttabile, la domanda su uno dei più grandi attori della storia del cinema italiano, Alberto Sordi che l’Accademia o il Centro Sperimentale non li aveva frequentati e Manfredi non si tirò indietro: “Alberto Sordi è un attore che ha un talento dieci volte più grande del mio.” Riconobbe “E' un talento naturale che, però, non ha educato. Sordi non può fare altro che se stesso, non ha mai fatto altro in vita sua ed è per questo che oggi è finito! Io quando facevo Ponzio Pilato cercavo di "essere" Ponzio Pilato, ma Sordi chi cerca di essere quando recita? Lui rimane sempre se stesso e non è assolutamente vero che la sua è la "storia di un italiano", al massimo è la storia di un romano e non è che io lo dica solo oggi. E'da mo' che me so'accorto di questa cosa: quando giravamo nel '68 in Angola, "Riusciranno i nostri eroi..." glielo ho detto pure a lui. Gli ho detto: "Senti Albè, ma perché non te prepari?". Non mi capiva, e da allora non ha più voluto lavorare con me, se non i film dove manco ci incontravamo e pensa che prima, noi abbiamo vissuto tanto assieme. Qualche anno fa c'avevano proposto di girare un "Giulietta e Romeo" ambientato al giorno d'oggi nella periferia di Roma dove io e lui facevamo le parti di Capuleti e Montecchi sai che ha risposto? "Se c'è Manfredi, non lo faccio." La scuola che abbiamo fatto noi, non l'ha fatta nessuno e si sente che Sordi non ha nessuna scuola e che viene dalla strada. Va benissimo! Ma c'hai il soffitto basso e prima o poi ti fermi, come gli è successo a lui. Secondo me lui non ha letto Stanislawski e non sa manco chi è Cechov...Sordi è un personaggio, io sono un attore, perché faccio tanti personaggi.
 
In quell’intervista, parlando dei suoi colleghi Manfredi fece una serie di considerazioni importanti: “Quando io vado a sentire recitare Vittorio Gassman, rimango sempre incantato perché fa venire i brividi. E credo che ce ne siano pochissimi altri come lui: Ruggero Ruggeri, Turi Ferro, Salvo Randone… ecco di fronte a Randone io potevo solo inginocchiarmi, e come dinanzi a lui potevo inginocchiarmi di fronte a Totò, Peppino De Filippo ed Eduardo, che è stato il primo a credere in me quando io ero ancora in accademia e che addirittura una volta mi disse "Tu parli un napoletano più bello del mio, perché è un napoletano d'amore". E se questo è accaduto io lo devo solo all'Accademia.” Insistendo sul tema del rapporto tra gli attori e il cinema italiano, Manfredi aggiungeva Il talento è come se tu metti uno Stradivari in mano ad un ignorante, questo non può fare altro che grattarlo. Se lo dai in mano ad uno che ha studiato, questo ne tira fuori delle cose straordinarie. Ma a te, te pare logico che in Italia si parla sempre degli stessi nomi: Sordi, Manfredi, Gassman, Tognazzi e pochi altri e da queste cavolo di scuole non viene fuori nessuno? Il vero motivo della crisi del cinema italiano è che non ci sono più bravi attori e chi ha successo lo deve a film incomprensibili "pompati" da critici, che non sanno fare il loro mestiere, che vanno a vedere la proiezione in una saletta tutta per loro e magari hanno litigato co'a moje oppure hanno mangiato male, che manco vedono il film, parlano tra loro o s'addormono eppoi scrivono fiumi e fiumi di parole.”

Un’analisi dolorosamente lucida di quegli anni dove il cinema di Stato – non senza eccezioni importanti - aveva fatto molti danni, togliendo ai produttori e al mercato la centralità dell’entertainment. Arrivò, poi, ineluttabile, la domanda su uno dei più grandi attori della storia del cinema italiano, Alberto Sordi che l’Accademia o il Centro Sperimentale non li aveva frequentati e Manfredi non si tirò indietro: “Alberto Sordi è un attore che ha un talento dieci volte più grande del mio.” Riconobbe “E' un talento naturale che, però, non ha educato. Sordi non può fare altro che se stesso, non ha mai fatto altro in vita sua ed è per questo che oggi è finito! Io quando facevo Ponzio Pilato cercavo di "essere" Ponzio Pilato, ma Sordi chi cerca di essere quando recita? Lui rimane sempre se stesso e non è assolutamente vero che la sua è la "storia di un italiano", al massimo è la storia di un romano e non è che io lo dica solo oggi. E'da mo' che me so'accorto di questa cosa: quando giravamo nel '68 in Angola, "Riusciranno i nostri eroi..." glielo ho detto pure a lui. Gli ho detto: "Senti Albè, ma perché non te prepari?". Non mi capiva, e da allora non ha più voluto lavorare con me, se non i film dove manco ci incontravamo e pensa che prima, noi abbiamo vissuto tanto assieme. Qualche anno fa c'avevano proposto di girare un "Giulietta e Romeo" ambientato al giorno d'oggi nella periferia di Roma dove io e lui facevamo le parti di Capuleti e Montecchi sai che ha risposto? "Se c'è Manfredi, non lo faccio." La scuola che abbiamo fatto noi, non l'ha fatta nessuno e si sente che Sordi non ha nessuna scuola e che viene dalla strada. Va benissimo! Ma c'hai il soffitto basso e prima o poi ti fermi, come gli è successo a lui. Secondo me lui non ha letto Stanislawski e non sa manco chi è Cechov...Sordi è un personaggio, io sono un attore, perché faccio tanti personaggi.
C'è un po' di rancore... Sordi a un certo punto si è messo a fare solo i film di Sordi, d'accordo, ma qualche interpretazione sotto registi veri ce l'ha lasciata.
 
Notizia devastante, la seconda in tre giorni.

In tanti lo ricorderanno per aver doppiato Stallone nel primo storico Rocky del 1976 (i seguiti vedranno, invece, la voce di Ferruccio Amendola) e, nello stesso anno, per la grande performance nell’ormai cult Febbre da cavallo.

Ma io ho 21 anni e quelli della mia generazione (e anche di quella precedente) lo assoceranno per sempre al Genio di Aladdin. È soprattutto grazie a Proietti se il doppiaggio italiano risulti migliore di quello originale (senza nulla togliere a Robin Williams).

Grazie di tutto, Gigi. Ora sei libero.
Io Rocky lo associo a quella voce da bulletto di periferia.

Stallone piú in generale inevitabile associarlo ad Amendola...ma Rocky...per me sará sempre questo:

:love:
 
Io Rocky lo associo a quella voce da bulletto di periferia.

Stallone piú in generale inevitabile associarlo ad Amendola...ma Rocky...per me sará sempre questo:

:love:


Fai finta che non ci sia Fazio e goditi questo video
 
C'è un po' di rancore... Sordi a un certo punto si è messo a fare solo i film di Sordi, d'accordo, ma qualche interpretazione sotto registi veri ce l'ha lasciata.

Può darsi...però dai Nino Manfrei è stato un GIGANTE della commedia all'italiana, non parliamo di una qualunque mezzatacca piena di rancore.
Io lo ammetto poi, Sordi per quanto grande "personaggio", l'ho rivalutato in negativo, amico di Andreotti e ayatollah cattolico (cit. Verdone) e, dicendolo da romano, mi espongo al pubblico ludibrio
 
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