Che uomo Robi, uno che quando lo incontri ti viene voglia di stringergli la mano e fare quattro chiacchiere in serenità piuttosto che chiedergli un selfie o farsi fare un autografo.....e infatti non glieli ho chiesti mai....
“La gente si stupisce ‘come, non metti più gli scarpini, non ti viene voglia?’ No, e allora? Bisogna che ci mettiamo d’accordo: quelli che senza pallone si sentono appagati e felici sono dei falliti? Per qualcuno c’è altro, ci sono gli altri. Mi sono distaccato dal pallone... Non amo apparire in tv? Ho notato che a molti sembra strano il mio disinteresse. Non vado in tv, dare giudizi sugli altri mi mette a disagio. Vedo ex colleghi che sentenziano da professori, ma me li ricordo incapaci di fare tre palleggi con le mani... Però capisco chi fa queste scelte. Io ho la fortuna di aver fatto il calciatore e poi di aver trovato qualcosa che mi dà soddisfazione: arare, spalare, piantare...
A Totti, quando l’ho incontrato, ho detto: gioca fino a quando puoi. E anche Ibrahimovic è di quel genere. Se sei felice di dare gioia agli altri, quando te ne viene negata la possibilità, stai male. A differenza di Totti ho vissuto il ritiro con grande tranquillità? Lui non voleva smettere, io non vedevo l’ora. Lasciare mi ha ridato vita e ossigeno, stavo soffocando, troppo male, dolore fisico, quando da Brescia rientravo a casa, non riuscivo ad uscire dall’auto, chiamavo Andreina, che mi aiutava ad aggrapparmi al tetto.
Rapporto difficile con gli allenatori?
Credo che una certa gelosia da parte loro ci sarà sempre per il giocatore, noi abbiamo i piedi, loro la lavagna. L’unico con cui mi sono trovato veramente bene è stato Carletto Mazzone, perché era un uomo libero e realizzato, e non si metteva in competizione con i giocatori”.
[Roberto Baggio - “Il venerdì”, La Repubblica]
“La gente si stupisce ‘come, non metti più gli scarpini, non ti viene voglia?’ No, e allora? Bisogna che ci mettiamo d’accordo: quelli che senza pallone si sentono appagati e felici sono dei falliti? Per qualcuno c’è altro, ci sono gli altri. Mi sono distaccato dal pallone... Non amo apparire in tv? Ho notato che a molti sembra strano il mio disinteresse. Non vado in tv, dare giudizi sugli altri mi mette a disagio. Vedo ex colleghi che sentenziano da professori, ma me li ricordo incapaci di fare tre palleggi con le mani... Però capisco chi fa queste scelte. Io ho la fortuna di aver fatto il calciatore e poi di aver trovato qualcosa che mi dà soddisfazione: arare, spalare, piantare...
A Totti, quando l’ho incontrato, ho detto: gioca fino a quando puoi. E anche Ibrahimovic è di quel genere. Se sei felice di dare gioia agli altri, quando te ne viene negata la possibilità, stai male. A differenza di Totti ho vissuto il ritiro con grande tranquillità? Lui non voleva smettere, io non vedevo l’ora. Lasciare mi ha ridato vita e ossigeno, stavo soffocando, troppo male, dolore fisico, quando da Brescia rientravo a casa, non riuscivo ad uscire dall’auto, chiamavo Andreina, che mi aiutava ad aggrapparmi al tetto.
Rapporto difficile con gli allenatori?
Credo che una certa gelosia da parte loro ci sarà sempre per il giocatore, noi abbiamo i piedi, loro la lavagna. L’unico con cui mi sono trovato veramente bene è stato Carletto Mazzone, perché era un uomo libero e realizzato, e non si metteva in competizione con i giocatori”.
[Roberto Baggio - “Il venerdì”, La Repubblica]