Storia interista nell'ultimo cinquantennio. Episodi ed emozioni vissuti personalmente

In memoria di Mariolino Corso

Con Meazza e Ronaldo, è stato il giocatore interista più amato di tutti i tempi.
Ero un bambino, la Grande Inter ancora non esisteva, e mio padre mi parlava di questo giovamìnissimo fuoriclasse, un ragazzo che a 18 anni incantava già il mondo.
Più precoce di Rivera ai livelli più alti. Meno fortunato in nazionale, dove Topolino Fabbri preferiva il Bologna e Bulgarelli e in subordine il golden boy.
Mazzola non lo amava, anzi dal 1968 in poi lo avrebbe apertamente osteggiato. Mazzola è sempre stato un rosicone: non perdonava a Corso la passione smisurata dei tifosi per il suo mancino divino e la preferenza accordata a Mariolino da Moratti e dalla figlia Bedi.,
Nel 1963 aveva ventidue anni e a Vienna era già un veterano: l’Inter europea aveva fuoriclasse giovanissimi: Mazzola e Facchetti 22 anni, Jair 23, Corso 23....Ma era titolare già da cinque anni!
Perchè così amato?
Direi perché è nato, come stella, prima della Grande Inter ed ha brillato più di tutti nel lungo tramonto,trascinando la squadra allo scudetto del commiato, quello del secondo sorpasso nel 1971
Amato perchè è stato decisivo nei grandi appuntamenti storici, Liverpool, Juve, derby che vinceva da solo, Independiente, Borussia...
Ma non basta questo.
Era un artista assoluto, aveva il gusto diabolico (era chiamato anche Mandrake) per la finta, la beffa, il tunnel, il tiro beffardo.
Non ha mai sfondato le reti, le faceva frusciare accarezzandole , il pallone “si insaccava lemme lemme”, oppure scendeva a foglia morta.
Erano cucchiai prima che fossero inventati i cucchiai, ma il suo godimento supremo era il tiro svogliato che prendeva in contropiede il portiere.
Anche con il destro: riguardate su you tube un gol a Cudicini nel derby di ritorno del 1969..
Addormentava il pallone e lo caricava di effetto nel lancio, e pareva davvero giocare a biliardo..La sfera correva lungo l’out e per magia rientrava a servire il compagno davanti al portiere (ricordate l’assist a Facchetti nel 3-0 al Liverpool?)
Amava la duetto, aveva una bella moglie, Enrica, e quella faccia da pupazzo, da troll malignetto e geniale.
Un falso mito la sua lentezza, in progressione si faceva rispettare.
Era, in zona gol, uno dei migliori del mondo
Era un 10 e un 11 insieme.
Il suo mistero profondo: non aveva un ruolo, impossibile dire, almeno fino al 1970, se fosse stato un tornante, un’ala, un atipico, una mezzala defilata in fascia..
Dove stava, inventava calcio
Come voi dite, disegnava montagne, ma poi, da quel grande che è stato, scendeva con somma sprezzatura, slalomeggiando come Stenmark
L' ho riletto almeno 3 volte, è esattamente il post di cui avevo bisogno
 
In memoria di Mariolino Corso

Con Meazza e Ronaldo, è stato il giocatore interista più amato di tutti i tempi.
Ero un bambino, la Grande Inter ancora non esisteva, e mio padre mi parlava di questo giovamìnissimo fuoriclasse, un ragazzo che a 18 anni incantava già il mondo.
Più precoce di Rivera ai livelli più alti. Meno fortunato in nazionale, dove Topolino Fabbri preferiva il Bologna e Bulgarelli e in subordine il golden boy.
Mazzola non lo amava, anzi dal 1968 in poi lo avrebbe apertamente osteggiato. Mazzola è sempre stato un rosicone: non perdonava a Corso la passione smisurata dei tifosi per il suo mancino divino e la preferenza accordata a Mariolino da Moratti e dalla figlia Bedi.,
Nel 1963 aveva ventidue anni e a Vienna era già un veterano: l’Inter europea aveva fuoriclasse giovanissimi: Mazzola e Facchetti 22 anni, Jair 23, Corso 23....Ma era titolare già da cinque anni!
Perchè così amato?
Direi perché è nato, come stella, prima della Grande Inter ed ha brillato più di tutti nel lungo tramonto,trascinando la squadra allo scudetto del commiato, quello del secondo sorpasso nel 1971
Amato perchè è stato decisivo nei grandi appuntamenti storici, Liverpool, Juve, derby che vinceva da solo, Independiente, Borussia...
Ma non basta questo.
Era un artista assoluto, aveva il gusto diabolico (era chiamato anche Mandrake) per la finta, la beffa, il tunnel, il tiro beffardo.
Non ha mai sfondato le reti, le faceva frusciare accarezzandole , il pallone “si insaccava lemme lemme”, oppure scendeva a foglia morta.
Erano cucchiai prima che fossero inventati i cucchiai, ma il suo godimento supremo era il tiro svogliato che prendeva in contropiede il portiere.
Anche con il destro: riguardate su you tube un gol a Cudicini nel derby di ritorno del 1969..
Addormentava il pallone e lo caricava di effetto nel lancio, e pareva davvero giocare a biliardo..La sfera correva lungo l’out e per magia rientrava a servire il compagno davanti al portiere (ricordate l’assist a Facchetti nel 3-0 al Liverpool?)
Amava la duetto, aveva una bella moglie, Enrica, e quella faccia da pupazzo, da troll malignetto e geniale.
Un falso mito la sua lentezza, in progressione si faceva rispettare.
Era, in zona gol, uno dei migliori del mondo
Era un 10 e un 11 insieme.
Il suo mistero profondo: non aveva un ruolo, impossibile dire, almeno fino al 1970, se fosse stato un tornante, un’ala, un atipico, una mezzala defilata in fascia..
Dove stava, inventava calcio
Come voi dite, disegnava montagne, ma poi, da quel grande che è stato, scendeva con somma sprezzatura, slalomeggiando come Stenmark

Tanto di cappello a lui e anche a te.
 
@Interwallfan

Il paragone Corso-Recoba ha ragion d'essere? Intendo non solo a livello calcistico, ma anche a livello affettivo: l'adorazione di Angelo per Mariolino è paragonabile a quella di Massimo per Alvaro? Massimo rivedeva in Recoba quello che Angelo provava per Corso?
 
In memoria di Mariolino Corso

Con Meazza e Ronaldo, è stato il giocatore interista più amato di tutti i tempi.
Ero un bambino, la Grande Inter ancora non esisteva, e mio padre mi parlava di questo giovamìnissimo fuoriclasse, un ragazzo che a 18 anni incantava già il mondo.
Più precoce di Rivera ai livelli più alti. Meno fortunato in nazionale, dove Topolino Fabbri preferiva il Bologna e Bulgarelli e in subordine il golden boy.
Mazzola non lo amava, anzi dal 1968 in poi lo avrebbe apertamente osteggiato. Mazzola è sempre stato un rosicone: non perdonava a Corso la passione smisurata dei tifosi per il suo mancino divino e la preferenza accordata a Mariolino da Moratti e dalla figlia Bedi.,
Nel 1963 aveva ventidue anni e a Vienna era già un veterano: l’Inter europea aveva fuoriclasse giovanissimi: Mazzola e Facchetti 22 anni, Jair 23, Corso 23....Ma era titolare già da cinque anni!
Perchè così amato?
Direi perché è nato, come stella, prima della Grande Inter ed ha brillato più di tutti nel lungo tramonto,trascinando la squadra allo scudetto del commiato, quello del secondo sorpasso nel 1971
Amato perchè è stato decisivo nei grandi appuntamenti storici, Liverpool, Juve, derby che vinceva da solo, Independiente, Borussia...
Ma non basta questo.
Era un artista assoluto, aveva il gusto diabolico (era chiamato anche Mandrake) per la finta, la beffa, il tunnel, il tiro beffardo.
Non ha mai sfondato le reti, le faceva frusciare accarezzandole , il pallone “si insaccava lemme lemme”, oppure scendeva a foglia morta.
Erano cucchiai prima che fossero inventati i cucchiai, ma il suo godimento supremo era il tiro svogliato che prendeva in contropiede il portiere.
Anche con il destro: riguardate su you tube un gol a Cudicini nel derby di ritorno del 1969..
Addormentava il pallone e lo caricava di effetto nel lancio, e pareva davvero giocare a biliardo..La sfera correva lungo l’out e per magia rientrava a servire il compagno davanti al portiere (ricordate l’assist a Facchetti nel 3-0 al Liverpool?)
Amava la duetto, aveva una bella moglie, Enrica, e quella faccia da pupazzo, da troll malignetto e geniale.
Un falso mito la sua lentezza, in progressione si faceva rispettare.
Era, in zona gol, uno dei migliori del mondo
Era un 10 e un 11 insieme.
Il suo mistero profondo: non aveva un ruolo, impossibile dire, almeno fino al 1970, se fosse stato un tornante, un’ala, un atipico, una mezzala defilata in fascia..
Dove stava, inventava calcio
Come voi dite, disegnava montagne, ma poi, da quel grande che è stato, scendeva con somma sprezzatura, slalomeggiando come Stenmark
Bellissimo ricordo
 
@Interwallfan

Il paragone Corso-Recoba ha ragion d'essere? Intendo non solo a livello calcistico, ma anche a livello affettivo: l'adorazione di Angelo per Mariolino è paragonabile a quella di Massimo per Alvaro? Massimo rivedeva in Recoba quello che Angelo provava per Corso?
a livello affettivo non saprei...
puoi amare sfrenatamente anche il pesce rosso nel vaso, e forse Massimo è stato ammaliato dal Chino, anche perché scoperto dal figlio Gigio
Enorme la differenza di peso storico tra i due calciatori
Corso era determinante
 
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