Storia interista nell'ultimo cinquantennio. Episodi ed emozioni vissuti personalmente

ANGELILLO

ANGELILLO

Ero in fasce quando giocava nell’inter
Mio padre ne aveva grande stima
Moltissimi interisti insorsero quando Herrera lo mise sul mercato e andò alla Roma
Ma poi arrivò Suarez dal Barcellona, miglior giocatore acquistabile e pallone d’oro

Quella volta Herrera ci vide bene: da allora Angelillo declinò

Altobelli ricordava questo grande giocatore
 
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Denver

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Ero in fasce quando giocava nell’inter
Mio padre ne aveva grande stima
Moltissimi interisti insorsero quando Herrera lo mise sul mercato e andò alla Roma
Ma poi arrivò Suarez dal Barcellona, miglior giocatore acquistabile e pallone d’oro

Quella volta Herrera ci vide bene: da allora Angelillo declinò

Altobelli ricordava questo grande giocatore


gli piaceva troppo andare a fig@ con la ballerina........
 
31 agosto 1997

31 agosto 1997

Domenica 31 agosto 1997, una delle giornate che ricordo vividamente
La meravigliosa estate dell'acquisto di Ronaldo, la data della prima giornata di campionato a San Siro (inter Brescia).

Sono a Positano, Hotel Murat, giornata splendida, sono le sei del mattino o poco più.

Mia moglie è ferocemente inkazzata con me perché ho preteso di partire all'alba dall'albergo per essere a San Siro, con altri 70.000 fedeli, all'esordio di Ronaldo: come sempre, quando faccio pressioni per velocizzare le operazioni, fa ostruzionismo, come per ritardare…lo fa apposta.

La odio. Il tempo passa, il suo obiettivo è farmi perdere il volo…forse.

Ascolto una notizia incredibile che percepisco dalla filodiffusione dell'hotel: incidente a Parigi, sarebbero morti Dodi, o come diavolo si:ghigno: chiamava, e Lady Diana.

Lo comunico a mia moglie, che mi dice di smetterla.

La notizia viene confermata, ed è la mia salvezza: mia moglie, a lungo vissuta in UK, aveva studiato allo stesso college di Diana..il suo interesse per la vicenda è quindi altissimo, impensabile

Si accelera, si arriva in tempo a Capodichino, poi a Linate e posso andare allo stadio, lasciando la consorte agli innumerevoli TG speciali con le immagini del celebre tunnel parigino…


Allo stadio, partita stregata, Brescia in vantaggio, palo di Ronaldo e poi la doppietta di Alvaro che in pochi minuti la ribalta…


San Siro in delirio..

Devo ringraziare questa concatenazione di eventi drammatici…in assenza dei quali forse non sarei riuscito a partire...:ghigno:
 
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Domenica 31 agosto 1997, una delle giornate che ricordo vividamente
La meravigliosa estate dell'acquisto di Ronaldo, la data della prima giornata di campionato a San Siro (inter Brescia).

Sono a Positano, Hotel Murat, giornata splendida, sono le sei del mattino o poco più.

Mia moglie è ferocemente inkazzata con me perché ho preteso di partire all'alba dall'albergo per essere a San Siro, con altri 70.000 fedeli, all'esordio di Ronaldo: come sempre, quando faccio pressioni per velocizzare le operazioni, fa ostruzionismo, come per ritardare…lo fa apposta.

La odio. Il tempo passa, il suo obiettivo è farmi perdere il volo…forse.

Ascolto una notizia incredibile che percepisco dalla filodiffusione dell'hotel: incidente a Parigi, sarebbero morti Dodi, o come diavolo si:ghigno: chiamava, e Lady Diana.

Lo comunico a mia moglie, che mi dice di smetterla.

La notizia viene confermata, ed è la mia salvezza: mia moglie, a lungo vissuta in UK, aveva studiato allo stesso college di Diana..il suo interesse per la vicenda è quindi altissimo, impensabile

Si accelera, si arriva in tempo a Capodichino, poi a Linate e posso andare allo stadio, lasciando la consorte agli innumerevoli TG speciali con le immagini del celebre tunnel parigino…


Allo stadio, partita stregata, Brescia in vantaggio, palo di Ronaldo e poi la doppietta di Alvaro che in pochi minuti la ribalta…


San Siro in delirio..

Devo ringraziare questa concatenazione di eventi drammatici…in assenza dei quali forse non sarei riuscito a partire...:ghigno:

Mi sa che quella partita la ricordiamo un po' tutti, soprattutto quando nel 2' tempo Simoni ha sostituito quel cretino di Ganz con uno sconosciuto mancino uruguaiano!!!!
 
NON E' MIA, MA E' NELLO SPIRITO DI QUESTO TOPIC E MERITA

NON E' MIA, MA E' NELLO SPIRITO DI QUESTO TOPIC E MERITA

Paolo Rossi: "La notte del 22 maggio camminavo per le vie di Milano e avevo una strana sensazione. Vedevo i ragazzi di 17-18 anni fare festa, io era più di 40 anni che aspettavo… Ci rimasi quasi male. Camminavo da solo. Andai fino in Piazza Duomo a vedere, in disparte, la gente che impazziva. Poi mi diressi verso casa, in Porta Romana. Eppure sentivo che stavo dimenticando qualcosa.
Alle 6 del mattino mi svegliai di soprassalto. Mi stavo dimenticando una promessa fatta a mia mamma, mancata qualche anno prima. Mi aveva chiesto: «Se dovesse capitarmi qualcosa e l’Inter dovesse vincere la Champions, ricordati di portarmi un ricordo di quella serata».
Mia mamma era più di un ultras. L’ultima partita che vide a San Siro fu un Inter-Borussia Moenchengladbach di coppa Uefa. Era con me ai popolari. A un certo punto la vidi schiaffeggiare un tedesco. «Mi ha insultato» si giustificò. E io: «Ma se non conosci nemmeno la sua lingua…». Da quel giorno, quando giocava l’Inter, l’ho sempre tenuta a casa. Soffriva troppo allo stadio. Con il ricordo di quella promessa, alle otto uscii di casa per andare da lei. Per strada c’erano tutti i residui dei festeggiamenti. I ragazzini andavano in giro con la sciarpa nerazzurra al collo. Ma mi colpì una figura, in particolare. All’orizzonte mi apparve un ragazzo, barcollante, con bandiera e sciarpa, visibilmente euforico. Si avvicinò. E, dopo avermi riconosciuto, gridò: «Campioni! Campioni! Dove sono gli altri?». «La festa è finita» gli risposi. E gli domandai: «Hai visto baracchini che vendono bandiere, sciarpe o gadget dell’Inter? Perché ho fatto una promessa a una persona che non c’è più». Lui si sfilò la sciarpa dal collo: «Questa è stata a Madrid, sono appena tornato. E’ tua!».
Con la sciarpa al collo, andai al cimitero di Lambrate. Comprai delle margherite e la nascosi dietro ai fiori, non mi sembrava opportuno entrare in quel luogo come allo stadio. Mantenni la promessa fatta a mia mamma. Legai la sciarpa intorno alla sua foto. Ero imbarazzato. Mentre mi alzai, alla mia destra vidi un signore che stava piantando una bandiera dell’Inter di fronte a una tomba. Mi sorrise. C’era tanto nerazzurro al cimitero e il mio imbarazzo iniziale si trasformò in una risata quando vidi una Coppa dei Campioni gonfiabile attaccata all’ala di un angelo di un monumento funebre. Per me quel giorno in qualche modo è stato l’apice del calcio romantico. Oggi mi fermo a guardare i ragazzini che giocano proprio con quello spirito. Moratti questa storia la conosce già. Ora spero che il signor Thohir la legga per capire che cosa vuol dire essere interisti. Perché se l’atletica è uno sport, il calcio è una metafora della vita”
 
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