Suning

Ciao a tutti, sono nuovo e mi piacerebbe dire la mia sulla questione dell'eventuale passaggio di proprietà. Leggo molto fermento in giro per questa cosa, il segreto di pulcinella è che ovviamente gli organi di informazione hanno fra le mani un clickbait clamoroso... fra i tifosi dell’Inter che hanno paura del ridimensionamento e quelli delle altre squadre che ovviamente ci sperano, come succede sempre in queste occasioni (anche noi faremmo lo stesso con altre squadre)


Il CdS in particolar modo spinge di più su questo “modello Milan”, lasciando intendere che così verranno venduto i giocatori più forti e con l’ingaggio più pesante (Lukaku, Hamiki, Lautaro, ecc), e credo sia proprio questo il punto che manda maggiormente fibrillazione.


Ho voluto quindi studiare un po' come si è comportato Elliott con il Milan in questi anni per quanto riguarda la gestione della rosa, e capire quale sarebbe questo “modello” di ridimensionamento che potrebbe capitarci.


Attualmente ci sono alcuni giocatori cardine della squadra che “sopravvivono” da gestioni precedenti:
Donnarumma (con il suo mega ingaggio poi è sempre rimasto lì)
Romagnoli (pagato 25 milioni da Galliani quando il giocatore aveva 21 anni)
Calabria
Kessié (preso con 8 di prestito + obbligo dopo due anni a 24 da Mr. Li e Fassone, obbligo che è stato pagato da Elliott)
Calhanoglu (pagato 23 milioni da Mr. Li e Fassone)

ora, non mi pare che nessuno di questi cinque sia stato messo sul mercato dal periodo in cui gioca bene e ha alzato il suo valore. Kessié e Calhanoglu sono stati sul mercato ma occhio, solo nella fase in cui erano considerati non dei cardini e anzi praticamente degli esuberi inutili (con tanto di tifosi stessi che li avrebbero accompagnati volentieri alla porta). Pure Donnarumma, il cui cartellino è sempre stato il principale asset del Milan, alla fine è rimasto lì e a brave dovrebbe pure rinnovare

A questi si aggiungono i "sopravvissuti" Conti (24 milioni sempre da Mr. Li e Fassone) e Musacchio (18 milioni di cose formali).



Sono invece stati oggetto di un “doloroso sacrificio” da parte di Elliott, invece, questi giocatori:

Suso
Paquetá (flop, pagato 38 da Elliott – via Leonardo - e rivenduto dopo 18 mesi a 20)
Rodríguez (flop, preso a pm0 da Fassone con un ingaggione, sbolognato al Torino per 3 milioni)
André Silva (flop, pagato 38 milioni da Fassone e poi riveduto all’Eintracht Francoforte per 9 milioni!!)
Gustavo Gómez (flop, pagato 9 e rivenduto a 2)
Bonaventura (svincolato dopo essersi rotto tutto)
Reina (svincolato)
Biglia (svincolato)
Piatek (flop, pagato 35 Elliott – via Leondardo - e rivenduto a 24)
Cutrone (22 milioni per un giocatore che segna 5 gol a stagione se va bene)
Locatelli (12,5 milioni)
Bonucci (flop, pagato 42 con un ingaggio pazzesco e pure la fascia da capitano, rispedito un anno dopo in una operazione da 35, per la gioia di tutti i milanisti che non lo potevano vedere)
Kalinic (flop, pagato 22 rivenduto a 14)
Niang (preso da ragazzino e definitivamente venduto dopo infiniti prestiti e occasioni mancate)
Lapadula
Bacca (flop, pagato 33 da Galliani e rivenduto attorno ai 10 fra prestito e riscatto)
aggiungiamoci anche Higuain il cui prestito di 6 mesi è costato circa 10 milioni
Borini (pagato 5 da Elliott e poi svincolato)
Tiemoué Bakayoko (preso in prestito a 5, poi tornato alla base)

sinceramente, non mi pare di vedere chissà quali cessioni clamorose: è una sfilza infinita di gente che era dichiaratamente fuori dal progetto, si era svalutata, tutte operazioni che all’epoca non fecero piangere nessun tifoso e solo una, Locatelli, che adesso viene rivalutata come sbagliata (ma all’epoca sembrava un giovane oramai bruciato e quei 12 milioni sembravano un affare). All’epoca ci fu dispiacere giusto per il mancato riscatto di Bakayoko


Bene, proseguiamo con il modello Milan mostrando gli investimenti fatti da Elliott sui giocatori, considerando quelli che attualmente sono nella rosa o in prestito, quindi al netto dei giocatori presi e poi venduti

Caldara (pagato 36 nell’affare Bonucci, ora in prestito ma formalmente ancora del Milan)
Castillejo (21 milioni)
Laxalt (19 milioni, ora in prestito)
Rafael Leão (29,5 milioni)
Theo Hernández (21,5 milioni)
Bennacer (16 milioni)
Duarte (10 milioni, ora in prestito)
Krunic (8 milioni)
Saelemaekers (7 milioni fra prestito e riscatto)
Ibrahimovic (svincolato, preso e poi rinnovato con ingaggio da top - grazie al decreto crescita)
Tonali (preso in prestito a 10 milioni, con riscatto fissato a 15 più altri 10 di bonus)
Hauge (5 milioni)
Rebic (5 milioni)
Kjaer (prima prestito gratis e poi riscatto a 3,5)
Brahim Diaz (in prestito secco)
Dalot (prestito)
Kalulu (meno di 500 mila euro)

Insomma, il Milan ha speso eccome con Elliott, e lo ha fatto più che altro per giocatori giovani... che comunque sono stati pagati delle buone cifre. In più, si conta anche un ingaggio molto pesante per un giocatore super esperto e speciale come Ibra.

In breve, potete verificare con un colpo d’occhio gli ultimi mercati del Milan: https://www.transfermarkt.it/ac-mailand/alletransfers/verein/5 e constatare che solo quest’anno c’è stato un saldo positivo, dopo diversi mercati in forte perdita, ed è un saldo positivo comunque generato da cessioni assolutamente non indolori, anzi invocate da tempo



Tutto questo riassunto (potrei anche aver riportato qualche dato sbagliato, nel caso correggetemi pure) per cercare di capire un po’ meglio come può ragionare un fondo nella gestione di una rosa e cercare di comprendere le differenze con le ultime stagioni di Suning, quelle gestite da Marotta. Sinceramente, l’unica differenza che vedo con i nostri ultimi mercati sta nel fatto che all’Inter è arrivato un giocatore pagato effettivamente tanto (Lukaku), una manciata di giocatori esperti in più (Vidal, Kolarov, Young) e un allenatore molto ma molto più costoso. Per tutto il resto, l’attuale area tecnica ha cercato di seguire principi molto simili, se vogliamo in modo meno "duro e puro" e lasciandosi condizionare parecchio dalle richieste dell'allenatore solo recentemente, dopo infinite lamentele in pubblico.


Aggiungiamoci come differenze fra il Milan e l'Inter
- Elliott ha preso il Milan in una situazione finanziaria più critica di quella attuale dell’Inter
- allora non c’era alcun progetto stadio (che infatti ha tirato su proprio Elliott con Suning), mentre adesso il progetto definitivo è in via di definizione
- il Milan allora non era minimamente in grado di centrare la qualificazione in Champions (che infatti per ora è ancora un obbiettivo da raggiungere per la prima volta) e sembrava anzi in picchiata a livello di risultato, mentre l’Inter ci va regolarmente da tre anni e sembra, se dio vuole, essere in grado di andarci per il quarto anno di fila, con la classifica che parla di gap con la Juve colmato
- allora il Milan aveva Fassone come Ceo e Mirabelli come Ds… qui chi arriva si trovano già uno dei più quotati Ceo sportivi in europa
- Elliott ha preso il controllo del Milan con in corso una valutazione dell’uefa per violazione del financial fair play, che poi ha portato all’esclusione per un anno dalle coppe, l’Inter ha già attraversato quell’inferno e di sicuro non è adesso che ci rientra visto che la crisi di liquidità è scatenata da fattori congiunturali e non da una gestione sbagliata delle risorse. Anzi, è difficile se non impossibile che la Uefa decida di imporre nuovi settlement agreement nel bel mezzo della più grande crisi economica del secolo


Ma soprattutto: con Elliott il Milan non ha mai smesso di segnare conti in profondo rosso, l’ultimo di 15 milioni è di appena sei mesi fa, ed è quasi il doppio di quello dell’Inter. Quindi questo fondo di investimento, piuttosto che compromettere i risultati sportivi, preferisce mantenere la società in passivo e ripianare di tasca propria ogni anno, per non far mai scendere il valore sportivo del club. Il che, se non sbaglio, va abbastanza contro l’idea di cui si parlava, cioè che la prima cosa da fare per un fondo nel calcio sia ridurre il passivo a bilancio, anche a discapito di una drastica riduzione della competitività.



Questo è quanto, se parliamo di “modello Milan”. Questo non vuol dire ovviamente che Bc Partners, o chi per loro, si muoverà per forza in questa direzione. Ma il “modello Milan” allo stato attuale è questo, e se lo applichiamo all’Inter, può uscire fuori qualcosa del genere:
- protezione di tutti i cartellini che hanno già mostrato una crescita del loro valore: Lukaku, Lautaro, Barella, Bastoni, Hakimi, Skriniar e De Vrij. Nessuno di questi giocatori ha un ingaggio pesante, tranne Hakimi con 5 e Lukaku con 7,5, ma beneficiano del decreto crescita. Secondo trasfermarkt, il valore di questo nucleo di sette giocatori è di 420 milioni di euro, la loro età media è di 24 anni… in pratica chi compra l’Inter compra anzitutto i loro cartellini, e l’età di questo nucleo, unita con le loro potenzialità, lascia presumere che questo valore possa restare lo stesso o anche alzarsi. Difficile pensare che una “ristrutturazione” parta da questo smantellamento, tanto più che il mercato dei cartellini è congelato. La risorsa principale, in questo momento, sono loro.
- cessione forzata di giocatori in svalutazione, come Perisic, Vecino, Nainggolan (che è in prestito secco e Giugno torna), Eriksen e di over 30 con ingaggi pesanti, come Sanchez, Vidal e mettiamoci anche Young, Kolarov e Handanovic (che potrebbero anche smettere proprio di giocare). Suning una cosa del genere non l’ha mai fatta, ha sempre ceduto solo se c’era da guadagnare, mentre Elliott da un po’ di tempo ha fatto operazioni in cui si è liberata di un giocatore “a tutti i costi”
- stop radicale a ogni acquisto di svincolati “esperti” e "affidabili" (a meno che non siano dei clamorosi fenomeni, ma robe alla Ibra capitano raramente), quindi niente più nuove operazioni dove si danno 6/7 milioni ai vari Sanchez e Vidal appunto, ma neanche i 3 ad Asamoah o chissà cosa al Milik di turno nelle prossime estati.
- stop ai panchinari di lusso: se bisogna prendere una riserva, piuttosto si pesca addirittura nelle serie minori (vedi operazioni come Kalulu o Villar per la Roma), oppure si punta su profili come quelli che già abbiamo preso negli anni passati - che ci sono stati eccome - tipo Agoumé
- investimenti di denaro vero solo ed esclusivamente per giocatori futuribili, quindi fine definitiva per la retorica del “giocatore pronto”. Meglio una gallina domani che un uovo oggi, sempre
- maggiore spazio alle punte di diamante del vivaio, quindi i vari Esposito e Pirola non vanno più a fare prestiti in serie B in cui giocano zero minuti, ma si accetta di inserirli nelle rotazioni anche se sono acerbi e nell’immediato non garantiscono determinati risultati

viene quindi pensare che una eventuale ristrutturazione della parte sportiva investirà non tanto la conformazione della spina dorsale della rosa, quanto l’area tecnica e la filosofia che porta avanti nel completarla: Marotta potrebbe restare (sempre se lui è interessato a sposare delle linee guida un po’ diverse a quelle a cui è abituato), Ausilio ha comunque dalla sua un lungo curriculum nelle giovanili e anche se sembra assurdo, il suo percorso all’Inter parla di risultati in crescita negli ultimi anni, Baccin è vice ds che potrebbe fare il ds in tante squadre di serie A… Zanetti ha davvero un ruolo che incide in qualche modo? Diciamo che il vero punto interrogativo sarebbe su Conte, proprio per una questione di filosofia: ha lottato contro i mulini a vento pur di far sposare alla società la retorica del giocatore pronto (il famoso “non posso giocare in Champions con gente che l’anno scorso era a Cagliari e Sassuolo), una concezione che recentemente ha appesantito il monte ingaggi e messo nella rosa diversi giocatori non rivendibili. In più, si è mostrato poco paziente con i giovani, basti pensare che adesso rinuncerebbe a Pinamonti per un Eder/Pellé



Si è scritto che un fondo come Bc Partners sarebbe interessato all’Inter per farne una “super media company”, che punta su contenuti digitali, diritti tv, merchandising e, quando ci sarà, lo stadio. In una parola: una squadra che sappia vendersi come uno spettacolo. Difficile convincere i potenziali clienti di tutto questo, i tifosi dell’Inter, a spendere per acquistare i contenuti della propria squadra, se nel frattempo azzeri il loro entusiasmo riportandoli praticamente all’era di Thohir (come molti stanno pensando ora), proprio adesso che vedevano la luce in fondo al tunnel. Piuttosto, potrebbe essere modulato diversamente lo scopo del progetto tecnico: non più incentrato verso il sogno egemonico degli Zhang, lo “schiacceremo tutti”, il tentativo di emulare la Juve degli ultimi 10 anni, il “no more crazy”, la vittoria obbiettivo sopra tutto… ma una squadra divertente, giovane, spettacolare, magari non in grado di vincere cinque scudetti di fila, ma che comunque porta i tifosi allo stadio, fa venire voglia di essere seguita sui social, e attira le attenzioni e l’interesse anche di chi non è interista ma è semplicemente appassionato di calci... e si porta con se l'ambizione di poter vincere anche qualcosa, o comunque di competere per farlo. A costo di essere inesperta, imprevedibile, ancora acerba di mentalità e quindi capace anche di fallire qualche appuntamento importante. Il che non vuol dire non vincere mai e fare campionati da zone Europa League, però.


Per certo certi, sarebbe come riappropriarsi di quella è sempre stata la nostra identità.
Me cojoni
 
Comunque, non è corretto pensare che tutto il bilancio dell'Inter si reggesse su sponsor fittizi dietro a cui c'era Suning. Se così fosse stato, l'uefa avrebbe aperto un procedimento, come è successo con City e Psg. Era una cosa di cui si era già parlato quando Suning ha comprato l'Inter: https://www.ultimouomo.com/come-funzionano-le-sponsorizzazioni-gonfiate/

Suning ha portato dentro all'Inter soldi da sponsorizzazioni direttamente correlate a se stessa sempre all'interno dei limiti consentiti. Ricordiamoci che lo si faceva non per pagare gli stipendi, ma per uscire dal regime di settlement, che ha rallentato gli investimenti del primo anno.

Non è che adesso se esce Suning, allora l'Inter deve tagliare tutto perché resta in braghe di tela. Non essendoci più il settlement, probabilmente chi prende l'Inter non avrà più bisogno di fare il giro lungo e pompare sugli sponsor, ma potrà fare direttamente degli aumenti di capitale, una cosa che Suning ha fatto solo quando ha comprato la società... da lì in poi si è vista sempre ostacolata da FFP e da governo cinese
Se togli 100 milioni di ricavi cinesi al nostro bilancio torni a 250 milioni, con costi per 350, il che vorrebbe dire sforare inevitabilmente il fpf (anche se bisognerà vedere che cosa ne sarà post covid)
 
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