Il soprannome “sergente di ferro” glielo dà il ds Beltrami a Como, per via dei suoi metodi di lavoro. Puntava sulla preparazione atletica e introdusse lo stretching o la “vasca di fango”, un campo sabbioso e bagnato per potenziare la muscolatura.
Evaristo Beccalossi: «Faccia da duro, ma umanissimo. Quanto mi è stato dietro… io non ero un gran professionista e lui mi parlava un sacco, mi regolava l’alimentazione, mi puniva. Una volta rimasi una settimana in ritiro, poi segnai un gran gol alla Lazio e mi disse: hai visto che ti fa bene? Mister, risposi, ma io mica posso stare in ritiro a vita per giocare a pallone. Mi faceva correre sotto i temporali e voleva convincermi di quanto fosse bello il rumore della pioggia. Una volta mi portò in sauna: mezz’ora di atroci sofferenze, poi esco e la bilancia dice che sono dimagrito di un chilo, poi ci sale lui e il suo peso non è calato di un grammo. ”Ma va a caghèr”, disse alla bilancia in dialetto parmense».