Arriva il nuovo inno

ieri ho ascoltato il possibile nuovo inno. è stato come guardare il cielo e prendere un' improvvisa pioggia di ***** negli occhi.
un attimo fa dico " ma si dai, diamogli un' altra possibilità" be sto sborrando arcobaleni. adesso va bene essere bipolari ma qui si esagera :ROFLMAO:
no comunque al secondo ascolto mi è piaciuto un casino. penso che quel " yeeeeeeeees AI EM!" gridato da 80 mila persone potrebbe fare la sua bella figura
 
Dico la mia con rispetto e senza voler urtare le emozioni dei tanti a cui vengono i brividi quando allo stadio si intona "C'è solo l'Inter".
Qui si classifica Pazza Inter come una canzonetta da sala giochi, mentre il capolavoro che sopravvive al tempo pare sia C'è solo l'Inter.
Io però vorrei far notare che la prima è carica di positività dall'inizio alla fine, mentre il secondo lascia a desiderare, e parecchio, su vari aspetti.
Personalmente credo che se Elio, prima di mettersi a scrivere l'inno, si fosse riascoltato anche solo una strofa di Venditti:
[...] Dimmi cos'è
Che ci fa sentire amici anche se non ci conosciamo
Dimmi cos'è
Che ci fa sentire uniti anche se siamo lontani
Dimmi cos'è, cos'è
Che batte forte, forte, forte in fondo al cuore
Che ci toglie il respiro
E ci parla d'amore
Grazie Roma
Che ci fai piangere abbracciati ancora
Grazie Roma
Grazie Roma
Che ci fai vivere e sentire ancora
Una persona nuova [...],


non avrebbe mai partorito una roba (IMHO imbarazzante) tipo:
[...] ma dimmi cosa c'è di meglio di una continua sofferenza per arrivare alla vittoria, e poi non rompermi i c******i [...]

Ho scritto "una roba" perché parole del genere sporcano oggettivamente un inno, qualunque esso sia.
E poi, perché mai per arrivare alla vittoria non ci sarebbe nulla di meglio di una continua sofferenza? L'anno santo del triplete io lo ricordo come un'overdose di gioia e di frizzante buonumore, altro che sofferenza.

I riferimenti all'avvocato Prisco - sia egli con Dio - e alle ruberie o al non esser mai stato in serie B , inoltre, sanno tanto di complesso di inferiorità di cui un popolo con mentalità vincente dovrebbe invece essere privo.
Tali riferimenti costituiscono interessantissimi spunti per i topic dedicati ai ladri, sono il prima a dirlo, ma in un inno tolgono spazio a parole migliori.

A proposito di Venditti, la sua voce piena - oltre alle note che la accompagnano - rende laconicamente impietoso un ipotetico confronto con quella spenta, "fumata" e lenta di Romani, che peraltro tende sempre a storpiare alcune sillabe in maniera fastidiosa, alla Ligabue.
C'è solo l'Inter sarebbe per me molto più apprezzabile se fosse sfrondata di tutto tranne che del bel ritornello, cantato da tutto lo stadio magari insieme ad una Gianna Nannini, non certo con sottofondo di Graziano Romani.

Leggo infine molte critiche sull'inno di Povia... quando nessuno l'ha ancora ascoltato.
Ma come si fa a criticare una canzone che non è ancora stata lanciata? Questo magari se ne esce con un capolavoro, e invece noi già a sputargli addosso.
 
Dico la mia con rispetto e senza voler urtare le emozioni dei tanti a cui vengono i brividi quando allo stadio si intona "C'è solo l'Inter".
Qui si classifica Pazza Inter come una canzonetta da sala giochi, mentre il capolavoro che sopravvive al tempo pare sia C'è solo l'Inter.
Io però vorrei far notare che la prima è carica di positività dall'inizio alla fine, mentre il secondo lascia a desiderare, e parecchio, su vari aspetti.
Personalmente credo che se Elio, prima di mettersi a scrivere l'inno, si fosse riascoltato anche solo una strofa di Venditti:
[...] Dimmi cos'è
Che ci fa sentire amici anche se non ci conosciamo
Dimmi cos'è
Che ci fa sentire uniti anche se siamo lontani
Dimmi cos'è, cos'è
Che batte forte, forte, forte in fondo al cuore
Che ci toglie il respiro
E ci parla d'amore
Grazie Roma
Che ci fai piangere abbracciati ancora
Grazie Roma
Grazie Roma
Che ci fai vivere e sentire ancora
Una persona nuova [...],


non avrebbe mai partorito una roba (IMHO imbarazzante) tipo:
[...] ma dimmi cosa c'è di meglio di una continua sofferenza per arrivare alla vittoria, e poi non rompermi i c******i [...]

Ho scritto "una roba" perché parole del genere sporcano oggettivamente un inno, qualunque esso sia.
E poi, perché mai per arrivare alla vittoria non ci sarebbe nulla di meglio di una continua sofferenza? L'anno santo del triplete io lo ricordo come un'overdose di gioia e di frizzante buonumore, altro che sofferenza.

I riferimenti all'avvocato Prisco - sia egli con Dio - e alle ruberie o al non esser mai stato in serie B , inoltre, sanno tanto di complesso di inferiorità di cui un popolo con mentalità vincente dovrebbe invece essere privo.
Tali riferimenti costituiscono interessantissimi spunti per i topic dedicati ai ladri, sono il prima a dirlo, ma in un inno tolgono spazio a parole migliori.

A proposito di Venditti, la sua voce piena - oltre alle note che la accompagnano - rende laconicamente impietoso un ipotetico confronto con quella spenta, "fumata" e lenta di Romani, che peraltro tende sempre a storpiare alcune sillabe in maniera fastidiosa, alla Ligabue.
C'è solo l'Inter sarebbe per me molto più apprezzabile se fosse sfrondata di tutto tranne che del bel ritornello, cantato da tutto lo stadio magari insieme ad una Gianna Nannini, non certo con sottofondo di Graziano Romani.

Leggo infine molte critiche sull'inno di Povia... quando nessuno l'ha ancora ascoltato.
Ma come si fa a criticare una canzone che non è ancora stata lanciata? Questo magari se ne esce con un capolavoro, e invece noi già a sputargli addosso.
Su Povia ci sono pregiudizi da anni, premesso a me è sempre piaciuto poco come cantante, ma guardacaso era lanciatissimo nel circuito mainstream e non era certo meglio di ora, semplicemente e stato " fatto fuori" perché è un destrorso dichiarato e nel circo musicale italiano se inizi a fare sparate di destra ti steccano tempo 0( difatti gli unici cantanti dichiaratamente di destra sono soggetti che ormai hanno 70 anni e se ne possono sbattere ampiamente le palle, tipo Giovanni lindo ferretti o ruggeri).
Fine OT
 
Dico la mia con rispetto e senza voler urtare le emozioni dei tanti a cui vengono i brividi quando allo stadio si intona "C'è solo l'Inter".
Qui si classifica Pazza Inter come una canzonetta da sala giochi, mentre il capolavoro che sopravvive al tempo pare sia C'è solo l'Inter.
Io però vorrei far notare che la prima è carica di positività dall'inizio alla fine, mentre il secondo lascia a desiderare, e parecchio, su vari aspetti.
Personalmente credo che se Elio, prima di mettersi a scrivere l'inno, si fosse riascoltato anche solo una strofa di Venditti:
[...] Dimmi cos'è
Che ci fa sentire amici anche se non ci conosciamo
Dimmi cos'è
Che ci fa sentire uniti anche se siamo lontani
Dimmi cos'è, cos'è
Che batte forte, forte, forte in fondo al cuore
Che ci toglie il respiro
E ci parla d'amore
Grazie Roma
Che ci fai piangere abbracciati ancora
Grazie Roma
Grazie Roma
Che ci fai vivere e sentire ancora
Una persona nuova [...],


non avrebbe mai partorito una roba (IMHO imbarazzante) tipo:
[...] ma dimmi cosa c'è di meglio di una continua sofferenza per arrivare alla vittoria, e poi non rompermi i c******i [...]

Ho scritto "una roba" perché parole del genere sporcano oggettivamente un inno, qualunque esso sia.
E poi, perché mai per arrivare alla vittoria non ci sarebbe nulla di meglio di una continua sofferenza? L'anno santo del triplete io lo ricordo come un'overdose di gioia e di frizzante buonumore, altro che sofferenza.

I riferimenti all'avvocato Prisco - sia egli con Dio - e alle ruberie o al non esser mai stato in serie B , inoltre, sanno tanto di complesso di inferiorità di cui un popolo con mentalità vincente dovrebbe invece essere privo.
Tali riferimenti costituiscono interessantissimi spunti per i topic dedicati ai ladri, sono il prima a dirlo, ma in un inno tolgono spazio a parole migliori.

A proposito di Venditti, la sua voce piena - oltre alle note che la accompagnano - rende laconicamente impietoso un ipotetico confronto con quella spenta, "fumata" e lenta di Romani, che peraltro tende sempre a storpiare alcune sillabe in maniera fastidiosa, alla Ligabue.
C'è solo l'Inter sarebbe per me molto più apprezzabile se fosse sfrondata di tutto tranne che del bel ritornello, cantato da tutto lo stadio magari insieme ad una Gianna Nannini, non certo con sottofondo di Graziano Romani.

Leggo infine molte critiche sull'inno di Povia... quando nessuno l'ha ancora ascoltato.
Ma come si fa a criticare una canzone che non è ancora stata lanciata? Questo magari se ne esce con un capolavoro, e invece noi già a sputargli addosso.
Io amo l'inno di Elio, lo vivo con emozione. Ma non posso che sottoscrivere alcune delle incongruenze che sottolinei. E' una dicotomia alla quale non so sfuggire.

Elio poi è uno che soffre terribilmente i soprusi dei gobbiladri, ci ha anche scritto Ti amo campionato per denunciare, anche se con ironia e non livore, quel famoso campionato del 98 che ben conosciamo

PS: l'inno di Venditti è un paragone col quale nessuno si può confrontare alla pari. Purtroppo.
 
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