Non entro tanto nel merito della questione calendario che mi interessa relativamente (il mio sogno invece sarebbe l'introduzione del tempo effettivo nei minuti di recupero, pensate voi...) quanto piuttosto volevo osservare questo:
ma non vi stracciano le balle queste etichette ripetute fino alla nausea e buttate dentro ogni discorso? Mi riferisco a boomer, ma lo stesso vale(va, perchè il suo uso è scemato) per bimbominkia. L'uso può sembrare strizzare l'occhio all'ageism, una discriminazione su base anagrafica prima ancora che una valutazione sulla base dei contenuti.
Non so, forse perchè non essendo io più un ragazzo si potrebbe dire che sono sensibile al tema, e può darsi, in quanto mi pare che oltretutto venga elargito sempre più verso il basso (invece che rimanere - in ogni caso odiosamente in quanto spregiativo - legato effettivamente a chi appartiene alle generazioni del boom).
Senza polemica verso l'utente che lo ha utilizzato probabilmente senza nemmeno darne chissà quale peso, e a cui non è indirizzata alcuna frecciata, è solo che sentendolo usare per la centomilionesima volta ho colto così l'occasione per rifletterci su.
io ne do molto peso invece. lo uso quando leggo un commento o una opinione talmente stereotipata e fondata sul nulla, da essere degna di una etichetta stereotipata. quindi è esattemente una valutazione sulla base dei contenuti e non di per sé sull'età di una persona, tanto più qui dentro
non esiste nessun motivo razionale per preferire un calendario simmetrico a uno asimmetrico, infatti le uniche pseudo-argomentazioni sono state dei "che bisogno c'era di cambiare?", che tradiscono solo una mentalità semplicemente conservatrice a priori
il motivo per cui un calendario asimmetrico è meglio è semplice: non si ripetono gli stessi blocchi di gare in successione per ogni singola squadra, e non si ripetono le stesse gare in "contemporanea" nello stesso turno --> la competizione è un minimo più variegata e imprevedibile. I motivi per cui sarebbe meglio un calendario simmetrico quali sono? Il calcio che non è più quello di una volta?
Allora rimettiamo che il portiere può prendere la palla con le mani sui retropassaggi, rimettiamo i due punti per vittoria, leviamo le sostituizioni, leviamo il recupero e tutte quelle cose che hanno migliorato il gioco e dopo essere state introdotte ci si è semplicemente chiesto "ma perché non era stato fatto prima?". In linea di principio, su una novità, non bisognerebbe chiedersi "perché introdurla?" quanto piuttosto "perché non introdurla?"
Quindi... è assolutamente ovvio che non basta essere nato negli anni '50/'60 per essere un boomer, negli anni '70 per essere uno della generazione x, negli anni '80/'90 per essere un millenial e negli anni '00 per essere uno zoomer. Sono i vari discorsi stereotipati che una persona può eventualmente fare ad attirare certe etichette. Io manco conosco l'età degli utenti, e non mi interessa neppure andare a verificare. Avrò dal del boom a gente di 20/30 anni e avrò dato ragione a gente di 50 anni senza neanche saperlo
Dipende sempre tutto dai commenti, da quanto sono pensati o da quanto sono l'eco di slogan sentiti altrove
E' un'ottima riflessione quella che proponi.
Ci sono degli stereotipi e degli schematismi culturali che si esprimono con l'adozione di un lessico che è spesso insopportabile.
"Boomer" è uno di questi e spesso comporta un'accezione del tutto o in parte negativa che ha il suo contrappasso positivo in "millenial" che rappresenta (almeno sinora, ma farà in tempo a cambiare) l'innovazione e la modernità.
ma assolutamente no, i millenial sono considerati dalla generazione di tiktok dei vecchi sfigati e lamentosi, oltre che viziati
Molti non hanno capito questa cosa che i millenial sono i trentenni che vivono di nostalgia e sogni, non è la generazione dei ragazzini di adesso
ti linko un articolo a caso che parla dell'argomento, ma se ne trovano a bizzeffe:
https://www.filosofemme.it/2020/08/31/il-divario-di-prospettiva-tra-millenials-e-generation-z/
alla fine, bene o male, una guerra fra rappresentati di generazioni resta una guerra tra poveri. Infatti tutto il tormentone dell'"ok boomer" non era nato come una rappresaglia generazionale, quanto come un "invito" (provocatorio) a persone oltre una certa età a cercare di contestualizzare in maniera diversa le difficoltà che alcuni giovani trovano nel costruirsi una vita, senza livellare ogni situazione dentro un un "i giovani di oggi non si impegnano". Diciamo che è diventato uno slogan per rispondere a quella generalizzazione con la stessa moneta