Cinema del passato

In questo thread si può parlare del Cinema del passato, dove per comodità si intende "passato" tutto ciò che non è più in programmazione nelle sale cinematografiche

Per parlare dei film ora al cinema, potete usate il rispettivo thread

Ottimi spunti per iniziare a discorrere del Cinema in generale tanto del passato quanto del presente credo siano questi:

A partire dal minuto 9:06 in poi

A partire dal minuto 37:12 in poi


Elenco film presenti nella discussione:

 
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Capolavoro straordinario, summa del cinema di David Lynch, nel 2021 ha compiuto vent'anni e la sempre meritoria Cineteca di Bologna lo ha riportato in sala nelle distribuzione d'essai italiane in una versione restaurata in 4K dalla Studio Canal presso gli studi Fotokem/Criterion sotto supervisione del regista David Lynch e del direttore della fotografia Peter Deming. Non a caso, sono uscite/usciranno a breve nuove versioni home video in Blu Ray 4K tanto nel mercato USA quanto nel mercato italiano

Dal momento che parliamo di un film estremamente complesso da sviscerare e comprendere fino in fondo, vi lascio una lunga serie di contenuti tanto divulgativi quanto specialistici e non necessariamente di natura strettamente cinematografica:



 
È offensivo verso qualcuno affermare che guardandolo non ci capii una sega?

Molti mi rispondono che dovrei riguardarlo per capirlo un po' meglio, ma ricordo che già la prima volta mi forzai per finirlo...
 
È offensivo verso qualcuno affermare che guardandolo non ci capii una sega?

Molti mi rispondono che dovrei riguardarlo per capirlo un po' meglio, ma ricordo che già la prima volta mi forzai per finirlo...

E' offensivo verso l'Arte, diciamo :ghigno

Però ogni parere soggettivo è lecito, figurati. Soggettivamente si è liberi di dire qualsiasi cosa, l'importante è non spacciarlo per oggettività.

Perché siamo davanti oggettivamente ad un'opera d'arte totale, purissima, pazzesca, che richiama Hitchcock, Bergman e Wilder mantenendo la sua freschezza ed originalità.

Ciò non ti impedisce di non apprezzarlo, ci mancherebbe. Anche io, per esempio, non riesco ad apprezzare tanta musica classica ma è indubbio che sia un problema mio e non della musica classica
 
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E' semplicemente uno dei 20 film più belli di tutti i tempi

Un noir amaro, amarissimo, che non risparmia niente e nessuno. Una fotografia spietata del mito del divismo, di Hollywood fabbrica dei sogni che diventa fabbrica degli incubi, di arrivismo esasperato, di menzogne e illusioni.

Gloria Swanson giganteggia, William Holden è perfetto e la regia di Wilder - rivoluzionaria nella sua classicità - raggiunge il picco espressivo nella scena della partita a carte, dove troviamo il fugace cameo di Buster Keaton che, nei panni di se stesso, pronunciare un I pass dai significati extradiegetici commoventi che racchiude il senso intimo della creazione artistica e del rapporto che essa ha con la memoria


 
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Un film che ha fatto discutere, amato visceralmente e odiato profondamente, uno dei pochi titoli che ha invogliato il grande pubblico generalista ad andare al cinema dopo la pandemia. In Italia ha superato gli 8 milioni di incasso mentre nel mondo si è assestato a poco più di 360 milioni di dollari. Relativamente un buon risultato ma nulla di paragonabile a quello che avrebbe fatto senza pandemia

Al di là dei giudizi artistici che possa aver suscitato (personalmente lo ritengo un buon film, niente di più niente di meno, con una regia e un montaggio assolutamente straordinari ma dalla sceneggiatura esageratamente confusa), rimarrà alla storia come il film che ha fatto cessare la collaborazione tra Warner Bros. e Christopher Nolan (accordatosi con Universal) che durava sin dal 2002 dal sottovalutassimo thriller Insomnia interpretato da Al Pacino, Robin Williams e Hillary Swank.

 
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Si può filmare il romanzo tradizionalmente ritenuto infilmabile per eccellenza, ovvero Dune di Frank Herbert? Dopo lo straordinario successo di The Elephant Man, Raffaella De Laurentiis decise di chiamare David Lynch per tentare l'impresa impossibile

Risultato: il film meno riuscito della carriera di Lynch ma ciononostante molto amato dai fan del libro e, di recente, rivalutato anche dalla critica

 
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Da 03:58:22 a 04:14:57


Da 07:04:56 a 07:34:34



o non ho avuto tempo di andare a vederlo e credo che per come si prospetta la prossima settimana non ce la farò nemmeno per allora, ma ho letto i libri (quelli del padre) quindi per me puoi parlare liberamente, anzi son curioso di sapere cosa ne pensi, magari metti tutto sotto spoiler per gli altri.
Ma ti ha deluso, le aspettative erano alte quindi ci può stare o lo reputi proprio brutto ?
Recensisci, dai.
Io l'ho visto il 17, quasi subito

Diciamo che, da totale neofita dell'universo narrato, non è che avessi pretese eccessive.

Personalmente sono uscito dalla sala mediamente soddisfatto
Sono molto curioso di sapere i tuoi giudizi sull'opera

In generale comunque anche io sono critico su alcuni punti

Sin dai primi 15-20 minuti, ho avuto l'impressione che questo Dune avesse quasi tutti i difetti del Dune di David Lynch (che ho detestato): criptico, oscuro, incomprensibile per chi, come il sottoscritto, non fosse avvezzo al romanzo. Gli snodi narrativi sono ardui da comprendere, i nomi tecnici di casate, armi, parentele etc. sono tantissimi e non è quasi mai facile riuscire ad orientarsi in 2h35min di durata. Il tono è estremamente serio sin dall'inizio e non viene mai (dico: mai) stemperato. Certamente non rimpiango i ridicoli momenti di grottesca comicità del Marvel Cinematic Universe che mi facevano solo incazzare, ma Peter Jackson aveva dimostrato 20 anni fa come si potesse allentare la tensione in maniera brillante. E, comunque, esistono decine e decine di noir, thriller e drammi di altissimo livello in cui si riesca a 'dare respiro' allo spettatore con classe ed eleganza.

A proposito di Marvel Cinematic Universe, una delle critiche che avevo sempre rivolto a quell'immaginario era proprio basata sul fatto che, per comprendere 1 film, fosse necessario vederne almeno altri 5-6. Per non parlare di quanto la conoscenza dei fumetti di partenza consentisse un'immediata e semplice comprensione di dettagli, sottotesti e microtrame apparentemente lasciate in sospeso. Ecco, il Cinema non funziona così: quando io vado al botteghino e chiedo un biglietto, mi danno un biglietto di ingresso e basta. Non mi forniscono il materiale di partenza, che si tratti di fumetti o romanzi o altri film del passato. Io entro in sala solo col biglietto e il regista deve darmi la possibilità di immergermi in una realtà, in un universo, in un mondo condiviso, senza pretendere da me nulla come background culturale se non una costante attenzione. Se, per comprendere un prodotto cinematografico, devo conoscere il soggetto originale per come sia stato sviluppato in altri mezzi artistici, mi dispiace ma il film ha più di un problema. Non esiste che io non sia in grado di apprezzare Apocalypse Now senza aver letto Cuore di Tenebra; non esiste che io non sia in grado di apprezzare Profumo di Donna (sia originale sia remake americano) senza aver letto Il buio e il miele; non esiste che io non sia in grado di apprezzare Il Padrino senza aver letto il libro omonimo di Mario Puzo; non esiste che io non sia in grado di apprezzare Bohemian Rapsody (film comunque pessimo) senza conoscere nulla dei Queen; non esiste che io non sia in grado di apprezzare The Irishman senza aver il libro I Heard You Paint Houses di Charles Brandt. Allo stesso modo, se guardo Il Padrino parte III senza aver visto i primi due, non coglierò il 100% ma me lo godrò tutto al 95%. Se guardo Indiana Jones e L'Ultima Crociata senza aver visto i primi due, non coglierò il 100% ma me lo godrò tutto al 95%. Se guardo La moglie di Frankestein senza aver visto Frankenstein, non coglierò il 100% ma me lo godrò tutto al 95%. Se guardo Baci rubati senza aver visto I 400 colpi, non coglierò il 100% ma me lo godrò tutto al 95%. I mezzi artistici sono diversi, hanno grammatiche differenti e il regista, unitamente agli sceneggiatori, deve saper plasmare la materia originale al differenze mezzo espressivo, permettendo a tutti (ribadisco: tutti), sia allo spettatore 'colto' (nel senso che conosce la materia originale) sia allo spettatore 'ignorante' (nel senso che ignora la materia originale), di comprendere l'opera quantomeno ad un livello base.

Da un punto di vista tecnico, il film è ineccepibile senza alcun dubbio: Villeneuve regala l'ennesima lectio magistralis di regia della sua carriera, la fotografia è sublime, Hans Zimmer firma l'ennesima composizione stratosferica, tutti gli attori recitano divinamente (con note di merito per Chamalet che pure non mi ha mai affascinato e per Oscar Isaac), la scenografia è perfetta e gli effetti speciali sono usati con una finezza tale che quasi ci si dimentica di trovarsi in un film fantascientifico. Insomma, i 160 milioni di dollari di budget sono stati sapientemente affidati a professionalità eccelse che hanno saputo usarli (cosa non banale, visti i budget affini ma dai risultati spesso modesti che hanno caratterizzato massima parte dell'MCU) in maniera artisticamente efficace.

Ciò malgrado, il film secondo me fallisce lì dove anche Lynch (e De Laurentiis) finì per cadere: non riuscire a rendere una materia complessa e stratificata (una delle vette assolute della letteratura del XX secolo) avvicinabile, comprensibile e alla portata di chi non la conoscesse nella sua espressione originale letteraria. Un difetto di tale portata rende un progetto di questo tipo indigesto a chi, come il sottoscritto, non sia riuscito, forse anche per miei limiti intrinseci, a raccapezzarsi su cosa, dove, quando e perché accadesse. Ho finito per lasciarmi trasportare dal comparto tecnico assolutamente eccezionale.

Insomma, sono deluso, perché stimo tantissimo Villeneuve (Enemy è un capolavoro di cui nessuno parla, Arrival e Sicario sono sottovalutatissimi, Prisoners e Blade Runner 2049 sono stupendi), quindi le mie aspettative erano alle stelle, anche perché i film di massa realizzati da Veri Registi (Spielberg, Nolan, Tarantino, Scorsese, Burton, Allen, Eastwood etc.) sono il mio pane quotidiano, molto di più, per esempio, degli altrettanto da me apprezzati registi "d'essai" (i Larraìn, i Wong Kar-Wai, i Caligari etc.) che solo la ristretta cerchia dei veri cinefili conosce.

È vero che, per alcuni critici (uno su tutti: il grandissimo Enrico Ghezzi), il Dune di Lynch fosse un autentico gioiellino. E anche per molti spettatori comuni lo è sempre stato e ancora oggi lo è. Sicuramente, è rimasto come cult movie, vuoi per i famosi travagli produttivi vuoi per il gigantismo di Lynch. Quindi, è molto probabile che, se abbiate amato il film originale del 1984, allora possiate ritenere un capolavoro questo nuovo adattamento del romanzo di Herbert. Ed è praticamente sicuro che, se conosciate la materia originale, possiate amare quest'ultimo parto di Villeneuve, attendendo con spasmodica attesa la parte II

Ecco. Altro tema spinoso. Vogliamo parlare del modo indecoroso con cui la Warner abbia venduto il film? A Venezia, dove è stato presentato fuori concorso, era presente all'inizio la dicitura "Dune - parte I". Questa dicitura nella versione italiana è stata rimossa. Pare che sia rimasta nella versione originale statunitense. Insomma, la promozione di quello che è (o dovrebbe essere) a tutti gli effetti un kolossal d'autore è importantissima, come si fa ad essere così dilettanti? Cosa abbiamo visto? Una mega introduzione di 2h35min alla parte II? Un film autoconclusivo? Con quali strumenti devo analizzarlo? Saper promuovere un'opera d'arte è arte stessa, non si può improvvisare in questa maniera. Come faccio ad analizzare un film così? Devo sospendere il giudizio?

Insomma, io ci ho visto, da parte di Villeneuve, un tentativo di rendere il suo Dune una sorta di compromesso tra Il Signore degli Anelli di Peter Jackson e lo Star Wars di George Lucas. Compromesso in parte riuscito per la maestosità inattaccabile del comparto tecnico e in parte fallito per la fredda caratterizzazione dei personaggi (ma anche qui: come si fa a giudicare oggi se effettivamente ci sarà una parte II?), per l'eccessiva serietà del racconto e, soprattutto, per l'oscurità e la cripticità della narrazione che io, da ignorante assoluto dell'universo herbertiano, ho fatto davvero fatica a seguire. Se Villeneuve voleva fare, con Dune, il suo La Compagnia dell'Anello (perfettamente godibile, autoconclusivo e perfettamente caratterizzato anche se i due seguiti non fossero mai stati realizzati; esattamente come per il primo Padrino, esattamente come per il primo Indiana Jones, esattamente come per il primo Star Wars del 1977, esattamente come per tutti gli 007, esattamente come per il primo Jurassic Park, etc.), per me ci è riuscito a metà, la metà strettamente tecnica, cosa, per carità, niente affatto scontata e degna di ogni lode ma non sufficiente, per me, a salvare il film

 
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