Rispondo a entrambi.
Secondo me trattandosi di una questione delicata come quella del razzismo la vicenda non si chiude con l'aspetto processuale dove puoi cavartela (se hai la fortuna di trovare un giudice onesto) con un "non ci sono le prove tiè, ah JJ .....attaccati al *****...". Con annessa pernacchia e la moglie che fa come Bonucci.
Lui doveva secondo me preoccuparsi anche dell'aspetto mediatico, evitando che la cosa portasse con se degli strascichi e delle inevitabili rotture di coglioni che ci saranno ancora per questa storia.
Come?
Beh...ti posso dire tutta una serie di cose che secondo me poteva fare:
1) innanzitutto evitare di parlare di colori della pelle, sia in senso razzista che non
2) se riteneva che JJ avesse frainteso le sue parole avrebbe potuto chiarirlo subito con lui prima che coinvolgesse l'arbitro
3) dopo che ormai ha coinvolto l'arbitro doveva specificare in campo di non aver usato la parola incriminata
4) Non doveva chiedere scusa se non ha detto la parola incriminata ma a fine partita avrebbe dovuto o far vedere che era tutto a posto con JJ oppure se quello insisteva dichiarare di non aver usato la parola incriminata
5) il giorno dopo che JJ ha detto che ha chiesto scusa doveva stare zitto per evitare il clamore suoi social e dire al procuratore di fare altrettanto
6) dopo la sentenza doveva levare lo smartphone di mano alla moglie.
Ovviamente tutto questo se sai di non aver detto nulla di quello per cui sei accusato, se invece qualcosa hai fatto...allora cerchi di sfangarla in qualche modo e fa il gradasso quando vedi che non ci sono le prove....