Calciopoli si abbatte sui giornalisti sportivi: sospesi Biscardi, Sposini e Melli - Italiano pravda.ru
Nel maggio 2006 Biscardi rimase coinvolto nello scandalo successivamente denominato Calciopoli, in quanto furono intercettate comunicazioni telefoniche fra lui e il principale inquisito, Luciano Moggi (all'epoca direttore generale della Juventus), in cui Moggi gli diceva cosa dire o non dire in trasmissione (oltre a fargli manipolare la moviola). In una telefonata Moggi gli rinfacciava di avergli dato un orologio del valore di 40 milioni di lire (circa 20.000 euro); intervistato per Striscia la Notizia da Valerio Staffelli, che gli consegnava un "tapiro d'oro", Biscardi smentì che quello fosse il valore e sostenne che si trattava di un orologio celebrativo del centenario della fondazione della squadra bianconera.
Se il contenuto delle telefonate con Moggi non ebbe, quanto a Biscardi, rilevanza penale, lo ebbe però a livello disciplinare: nel settembre 2006, l'Ordine dei giornalisti gli inflisse una sospensione di sei mesi (insieme a Lamberto Sposini e Franco Melli). In aperta polemica con l'Ordine, Biscardi decise di non confermare più l'iscrizione all'albo dei giornalisti (30 ottobre 2006). Malgrado l'uscita dall'Ordine, Biscardi si definisce "giornalista di televisione". Il programma che conduce è però stato definito giudiziariamente, dalla Corte di Cassazione in merito a procedimenti di querela, come "non giornalistico".
RIP
Nel maggio 2006 Biscardi rimase coinvolto nello scandalo successivamente denominato Calciopoli, in quanto furono intercettate comunicazioni telefoniche fra lui e il principale inquisito, Luciano Moggi (all'epoca direttore generale della Juventus), in cui Moggi gli diceva cosa dire o non dire in trasmissione (oltre a fargli manipolare la moviola). In una telefonata Moggi gli rinfacciava di avergli dato un orologio del valore di 40 milioni di lire (circa 20.000 euro); intervistato per Striscia la Notizia da Valerio Staffelli, che gli consegnava un "tapiro d'oro", Biscardi smentì che quello fosse il valore e sostenne che si trattava di un orologio celebrativo del centenario della fondazione della squadra bianconera.
Se il contenuto delle telefonate con Moggi non ebbe, quanto a Biscardi, rilevanza penale, lo ebbe però a livello disciplinare: nel settembre 2006, l'Ordine dei giornalisti gli inflisse una sospensione di sei mesi (insieme a Lamberto Sposini e Franco Melli). In aperta polemica con l'Ordine, Biscardi decise di non confermare più l'iscrizione all'albo dei giornalisti (30 ottobre 2006). Malgrado l'uscita dall'Ordine, Biscardi si definisce "giornalista di televisione". Il programma che conduce è però stato definito giudiziariamente, dalla Corte di Cassazione in merito a procedimenti di querela, come "non giornalistico".
RIP