Non è questione di dare per scontato le sconfitte nostre e le vittorie degli altri (non per me, almeno). È anzi l'opposto, è la filosofia di guardare al nostro e basta, senza sperare o ipotizzare o fare le tabelle e i calcoli statistici, che poi nel calcio spesso vanno in vacca (Lazio-chievo docet).
Ce la ricordiamo Inter-PSV? Quando si sono letteralmente buttati via minuti di gioco perché tanto sull'altro campo ci diceva bene (e invece alla fine no)? Cagarci addosso in tutti e quattro gli scontri diretti a San Siro che ci ha portato? Perché qui festeggiamo giustamente la sconfitta del Milan, ma se guardiamo al nostro abbiamo un rendimento casalingo piuttosto terrificante, certo non da squadra che vuole accorciare il gap coi gobbi. Ci rendiamo conto, sì, che regalare il secondo tempo alla Juventus ha compromesso del tutto il miglior primo tempo della stagione, e che al 91esimo abbiamo rischiato l'ennesima inculata, peraltro da un ragazzino, proprio perché abbiamo passato il tempo a difendere il pari?
Poi che la squadra abbia un centrocampo da bassa classifica, riserve inadeguate e gli annosi problemi ambientali nessuno lo nega, ma io mi chiedo a lungo termine dove potrà portare questa conclamata mancanza di coraggio, e questo a prescindere dal rendimento delle altre, che oggettivamente quest'anno è stato imbarazzante - ma questo per noi è un demerito, eh, non certo un merito