Secondo me questo è un classico fraintendimento tattico: Icardi non è assolutamente 'antico' come modo di giocare, anzi, è un centravanti molto moderno che fonda il suo impatto su due fattori, primo la giusta interpretazione dell'azione corale (una sorta di 'preveggenza istintiva') e di cosa c'e' da fare per finalizzarla, secondo una buona dose di 'movimenti' ('mosse della playstation') che fanno andare in tilt la fase difensiva avversaria soprattutto negli ultimi dieci metri.
Molti pensano che Icardi sia 'antico' semplicemente perchè il 'faro d'attacco' o 'centravanti puro' è un ruolo che nel calcio sta venendo utilizzato meno (non che sta scomparendo, sia chiaro) in favore del 'falso nueve' o della punta mobile (esterno d'attacco o seconda punta con buone capacità di realizzazione) che sono spiccatamente 'associativi' e che possono entrare più facilmente nei meccanismi di possesso della squadra, mentre Icardi nonostante sia sempre 'la fine' del gioco corale non è praticamente mai al centro della costruzione, che sia essa dal basso o dalla mediana.
Sono due diversi modi di interpretare il calcio, si può dire che le squadre alla ricerca del possesso o dell'intensità (come quelle di Guardiola e Klopp) non riuscirebbero ad esprimere al meglio le capacità di Icardi. Ma in un contesto diverso, in cui Icardi si fa carico dell'intera capacità di finalizzazione dell'azione costruita, Mauro riesce ad esprimersi molto bene. Ovviamente vi sono pregi e difetti per ognuna di queste interpretazioni e bisogna capire ogni singola partita per interpretarla con i giusti ruoli, e, ovviamente, i giusti attaccanti. Contro il Genoa ad esempio Icardi avrebbe fatto meglio di Lautaro, mentre Lautaro secondo me fa molto bene in Europa dove le difese tendono a proteggere lo spazio e non a marcare a uomo.