La nuova Inter targata Suning [Walter Sabatini Edition]

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Suning e il freno al mercato dell'Inter: il motivo arriva dalla Cina. L'esperto: "Lo stop non è definitivo".

"All'inizio abbiamo mirato a situazioni diverse che non si sono portate a casa. Nel calcio capita di dover modificare il percorso, io sono orgoglioso di averlo fatto con il club in base alle situazioni che ci chiamavano in causa. Non dipende dai direttori se inizialmente si pensava di arrivare a una certa quota e poi non è stato più possibile a causa di paletti, regole,*buon senso e logica che nel calcio va usata". Così*Luciano Spalletti, prima del match di Roma, aveva commentato l'inversione di rotta sul mercato. Una "certa quota" che prevedeva uno o due top-player, poi rimasti sogni di mezza estate. E non basta il*Fair play finanziario*per spiegare tutto, perché quello lo si conosceva già in precedenza e già al momento di sfornare l'ormai famigerato*#Interiscoming.

Lo stop a spese di un certo*livello è arrivato dalla Cina. Un'indicazione caldamente consigliata alla quale Suning non si è sottratto. La*Gazzetta dello Sport*si domanda: "Che cosa sarà del piano di grandeur della Cina, che fino all’anno scorso puntava a diventare una potenza del calcio globale, col sogno del presidente*Xi Jinping*di ospitare e possibilmente vincere la Coppa del Mondo? Cesserà davvero la pioggia di yuan che in questi anni ha sconvolto gli equilibri del pallone?". Impossibile rispondere ora. In aiuto arriva l'analista*Alberto Rossi*della Fondazione Italia-Cina: *"La fuga dei capitali ha portato a un calo delle riserve in valuta estera, che a gennaio sono scese sotto la soglia psicologica di 3mila miliardi di dollari. In questo momento il calcio non è in cima ai pensieri del governo di*Pechino*ma questo non significa che lo stop è definitivo. Molto dipenderà dal congresso di*ottobre*del Partito comunista cinese, in cui si deciderà di fatto il futuro politico della Cina fino al 2032. Le vigilie sono sempre molto delicate, assistiamo a riposizionamenti anche da parte delle imprese, che aspettano di capire cosa accadrà".

Quest'ultimo caso si adagia perfettamente a*Suning*che, dopo*aver investito oltre*370 milioni*in un anno nell'Inter, ha deciso di frenare sul mercato. "Paradossalmente i destini del*Milan*sembrano dipendere di meno dalle bizze politiche di Pechino. Il motivo? È vero che l’azionista di riferimento è cinese,*Li Yonghong, ma un contributo decisivo all’acquisto del club rossonero è arrivato dal fondo speculativo statunitense*Elliott*con un prestito di 303 milioni, compresi 50 per il mercato",*sottolinea*Gazzetta.*

A ottobre, insomma, tutto sarà più chiaro.**

Non è che abbiamo grosse alternative... aspettiamo.
 
No la cosa è diversa.
Perchè qui c'è chi cerca di "spiegare" (anche con un pizzico di arroganza) quanto siamo coglioni a non capire che il PSG è in regola e non sta violando niente.
Perchè qui c'è anche chi sta cercando di far passare uno sponsor di 175 (centosettantacinque) milioni chiaramente ed inequivocabilmente legato alla società, come cifra a fair value perchè quello vale nel mercato il PSG.
Lo sapete quanto vale il Barcellona per Nike?
155 milioni.
Lo sapete quanto vale il MU per Adidas?
94 milioni.
Lo sapete quanto vale il PSG per Nike?
35 milioni.
QUELLO VALE PER IL VERO MERCATO MONDIALE IL PSG.
Altro che 175 milioni è fair value.
Se qualcuno avesse il buon senso di dire "si, il fpf è una cagata. Se vuoi il modo lo trovi ed il PSG questi modi li trova con la complicità della Uefa, mentre noi non abbiamo interesse a trovarli", credo che la "battaglia" tafazzi-aziendalisti sarebbe molto meno accesa.
Ammettere che non vogliono spendere per interessi personali e non perchè amano così tanto l'Inda e non vogliono vederla tra 10 anni in terza categoria, sarebbe già un buon inizio.

Quoto ogni singola parola.
E te lo dice uno che, senza falsa modestia, di economia aziendale e finanza probabilmente ne capisce almeno quanto certi presunti esperti del forum.
Poi, francamente, non si proprio sentire che il PSG è lo stato qatariota e che quindi, implicitamente, può fare quello che gli pare.
Sembra ila lettera al Savonarola di Non ci resta che piangere..Noi ti salutiamo con la nostra faccia sotto i tuoi piedi, senza chiederti nemmeno di stare fermo, puoi muoverti quanto ti pare e piace e noi zitti sotto.
Se fosse così, allora io per primo come proprietario di una squadra che partecipa ai tornei Uefa, farei le stesse identiche cose e poi se ne ragiona.
 
da buoni italiani, stiamo sempre a parlare... e parliamo

in realtà i chiacchieroni siamo noi, inutile fare progetti su qualcosa che sei costretto a condividere, se davvero c'era l'intenzione di costruire uno stadio avrebbero dovuto muoversi diversamente. Il comune e la provincia avevano anche offerto ad ET la zona dell'EXPO
 
Suning e il freno al mercato dell'Inter: il motivo arriva dalla Cina. L'esperto: "Lo stop non è definitivo".

"All'inizio abbiamo mirato a situazioni diverse che non si sono portate a casa. Nel calcio capita di dover modificare il percorso, io sono orgoglioso di averlo fatto con il club in base alle situazioni che ci chiamavano in causa. Non dipende dai direttori se inizialmente si pensava di arrivare a una certa quota e poi non è stato più possibile a causa di paletti, regole,*buon senso e logica che nel calcio va usata". Così*Luciano Spalletti, prima del match di Roma, aveva commentato l'inversione di rotta sul mercato. Una "certa quota" che prevedeva uno o due top-player, poi rimasti sogni di mezza estate. E non basta il*Fair play finanziario*per spiegare tutto, perché quello lo si conosceva già in precedenza e già al momento di sfornare l'ormai famigerato*#Interiscoming.

Lo stop a spese di un certo*livello è arrivato dalla Cina. Un'indicazione caldamente consigliata alla quale Suning non si è sottratto. La*Gazzetta dello Sport*si domanda: "Che cosa sarà del piano di grandeur della Cina, che fino all’anno scorso puntava a diventare una potenza del calcio globale, col sogno del presidente*Xi Jinping*di ospitare e possibilmente vincere la Coppa del Mondo? Cesserà davvero la pioggia di yuan che in questi anni ha sconvolto gli equilibri del pallone?". Impossibile rispondere ora. In aiuto arriva l'analista*Alberto Rossi*della Fondazione Italia-Cina: *"La fuga dei capitali ha portato a un calo delle riserve in valuta estera, che a gennaio sono scese sotto la soglia psicologica di 3mila miliardi di dollari. In questo momento il calcio non è in cima ai pensieri del governo di*Pechino*ma questo non significa che lo stop è definitivo. Molto dipenderà dal congresso di*ottobre*del Partito comunista cinese, in cui si deciderà di fatto il futuro politico della Cina fino al 2032. Le vigilie sono sempre molto delicate, assistiamo a riposizionamenti anche da parte delle imprese, che aspettano di capire cosa accadrà".

Quest'ultimo caso si adagia perfettamente a*Suning*che, dopo*aver investito oltre*370 milioni*in un anno nell'Inter, ha deciso di frenare sul mercato. "Paradossalmente i destini del*Milan*sembrano dipendere di meno dalle bizze politiche di Pechino. Il motivo? È vero che l’azionista di riferimento è cinese,*Li Yonghong, ma un contributo decisivo all’acquisto del club rossonero è arrivato dal fondo speculativo statunitense*Elliott*con un prestito di 303 milioni, compresi 50 per il mercato",*sottolinea*Gazzetta.*

A ottobre, insomma, tutto sarà più chiaro.**

Mamma mia.
Il 2032 è lontanuccio.
Speriamo che il Partito Comunista Cinese sia clemente con noi.

Ma che fine abbiamo fatto?
Ostaggi dei Comunisti cinesi.
 
Quindi alla fin fine non è a causa del FPF se cerchiamo di acquistare calciatori solo in prestito ma è a causa di scelte presidenziali imposte da motivi contingenti in Cina? Che bello aver un proprietario super ricco ma che se deve andare a cagare deve chiedere il permesso al governo
 
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