La sottovalutazione di Sandro Mazzola

Bellissimo! Però... avevo quasi 60 anni di meno, e forse ero meno esigente di oggi.
Dopo il triplete, avevamo aperto una lunga discussione sugli anni 60.
Ma poi è stata cancellata e così ora non ho più molta voglia di raccontare. Anche, e chissà perché... molti di quelli non scrivono più sul forum.
Posso solo raccontarti che nella finale della Coppa dei Campioni del 65, contro il Benfica, sotto il diluvio io ero a San Siro. Non esisteva ancora il terzo anello.
 

xxxEvaristoxxx

Turnover
Bellissimo! Però... avevo quasi 60 anni di meno, e forse ero meno esigente di oggi.
Dopo il triplete, avevamo aperto una lunga discussione sugli anni 60.
Ma poi è stata cancellata e così ora non ho più molta voglia di raccontare. Anche, e chissà perché... molti di quelli non scrivono più sul forum.
Posso solo raccontarti che nella finale della Coppa dei Campioni del 65, contro il Benfica, sotto il diluvio io ero a San Siro. Non esisteva ancora il terzo anello.

Cavolo Darwin, che ti torni la voglia così che ne racconti un po' di quei tempi!
Spesso il nostro passato (glorioso o meno) viene ingiustamente dimenticato e si finisce a parlare solo ed esclusivamente (anche logicamente, va detto) del presente.
Però, io che tifo la Beneamata dall'82 e che quindi non ho potuto vedere (se non in video) le Inter dei 70's, dei 60's, dei 50's e via indietro, sono sempre stato famelico di notizie/aneddoti a riguardo.
Meglio discutere che so di Wilkes, piuttosto che del Gaglia, anche se sono passati settant'anni no? ;-)

Pre 60's sono sempre stato affascinato da figure come Nyers, Skoglund, Lorenzi, Armano e, andando indietro, naturalmente dal Pepìn, da Cevenini (non ricordo che fratello fosse dei tanti però), da Campatelli, ecc.ecc.ecc.

Il Baffo (per stare in topic) rimane comunque uno che ne ha messi due al Real in finale di coppa dei campioni, fra le altre cose e i tanti gol decisivi, come ha detto qualcuno probabile abbia pagato gli anni da dirigente dove (probabilmente) si è anche preso colpe non sue.
 

kovalsky

Capitano
  Supporter
Bellissimo! Però... avevo quasi 60 anni di meno, e forse ero meno esigente di oggi.
Dopo il triplete, avevamo aperto una lunga discussione sugli anni 60.
Ma poi è stata cancellata e così ora non ho più molta voglia di raccontare. Anche, e chissà perché... molti di quelli non scrivono più sul forum.
Posso solo raccontarti che nella finale della Coppa dei Campioni del 65, contro il Benfica, sotto il diluvio io ero a San Siro. Non esisteva ancora il terzo anello.
Bellissimo ricordo, c’ero anch’io quella sera a San Siro
 

kovalsky

Capitano
  Supporter
Il sondaggio Monte Rushmore mi ha fatto pensare a come la figura di Mazzola non sia rimasta nell'immaginario dell'interista come altri validissimi giocatori. Eppure giocò tutta la vita all'Inter, dal 1961 al 1977, 565 partite con 158 reti, vincendo quattro campionati nazionali, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali, oltre a diventare capitano per sette stagioni (dal 1970 al 1977).

A parte i numeri in sè credo possa inoltre essere considerato senza dubbi tra i 10 migliori giocatori italiani di sempre, forse anche top 5. Che ne pensate di Mazzola giocatore e del perchè l'interista non lo ricordi con l'affetto che prova per Facchetti, Zanetti, Zenga e altri?

Sandro-Mazzola-e1510942463112-1280x720-1.jpg
Grandissimo campione, ma penso che ci sia un altro giocatore di quella squadra che non venga ricordato come merita: Luis Suarez, probabilmente il più grande campione che l’Inter abbia avuto dagli anni ‘60 sino all’arrivo di Ronaldo
 

josethespecialone

Prima squadra
Cavolo Darwin, che ti torni la voglia così che ne racconti un po' di quei tempi!
Spesso il nostro passato (glorioso o meno) viene ingiustamente dimenticato e si finisce a parlare solo ed esclusivamente (anche logicamente, va detto) del presente.
Però, io che tifo la Beneamata dall'82 e che quindi non ho potuto vedere (se non in video) le Inter dei 70's, dei 60's, dei 50's e via indietro, sono sempre stato famelico di notizie/aneddoti a riguardo.
Meglio discutere che so di Wilkes, piuttosto che del Gaglia, anche se sono passati settant'anni no? ;-)

Pre 60's sono sempre stato affascinato da figure come Nyers, Skoglund, Lorenzi, Armano e, andando indietro, naturalmente dal Pepìn, da Cevenini (non ricordo che fratello fosse dei tanti però), da Campatelli, ecc.ecc.ecc.

Il Baffo (per stare in topic) rimane comunque uno che ne ha messi due al Real in finale di coppa dei campioni, fra le altre cose e i tanti gol decisivi, come ha detto qualcuno probabile abbia pagato gli anni da dirigente dove (probabilmente) si è anche preso colpe non sue.
Premetto che stiamo parlando del mio mito da bambino, perché tifo disperatamente dal 1967 e per motivi personali vedevo in Sandro Mazzola mio padre. Praticamente seguivo l'Inter ( e l'Italia) perché ci giocava lui. Faceva cose bellissime (il goal al Vasas o quello alla Svizzera, la finale vs Jugoslavia) e sembrava la nostra bandiera. Poi, cresciuto io e tramontato lui, ho cominciato a capire tante cose. Era un buonissimo calciatore, ma, come spiegava Brera, aveva davvero un fisico imbarazzante e suppliva con buoni colpi senza tuttavia poter competere, badate, con divinità come Corso o Baggio. Era presuntuoso sino all'arroganza, convinto di potere fare il regista come Suarez o Rivera, mentre portava palla e faceva poi lo scarichetto breve ed elementare. Sopratutto, fu il nefasto padrino degli anni '70, responsabile della guerra agli stessi Corso e Suarez e addirittura al Magnifico Boninsegna, allontanato dalla sua invidia. Per tacere per carità di patria sul suo ruolo di dirigente, del quale voglio ricordare solo l'acquisto di Silvestre e Camara, voglio sottolineare come, dopo che Massimo Moratti, pur soffrendone, lo mise alla porta, non ha mai mancato di fare sfoggio della sua rabbia contro i Moratti e la Squadra, come dimostra quanto detto dopo la morte del fratello.
Insomma, come avete capito, ho imparato che ciascuno di noi ha un solo padre, quello che ka natura ci ha dato e, se muore, non deve andarselo a cercare sulla stampa o in TV (ai miei tempi) ovvero oggi sui social
 
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