Mario Corso

Ti ho visto giocare dal vivo e mi hai fatto innamorare di quella meravigliosa squadra.
Eri il più attrezzato tecnicamente insieme al buon Luisito e hai sempre saputo essere un esempio sul campo e fuori dal campo.
Abbraccia per noi Angelo, Giacinto, Peppino, Armando e dateci un occhio ogni tanto che potrebbe servire.
Buon viaggio Mariolino e che la terra ti sia lieve.
 
"Il piede sinistro di Dio" la dice lunga sulle qualità tecniche di Mariolino. Un piede unico, educatissimo precursore dei vari Pirlo, Platini.

Non ti ho mai visto giocare dal vivo, ma i filmati, quelli sì, li ho visti: eri indolente, ma quando si accendeva dentro di te il sacro fuoco del dio pallone, nn ce n'era per nessuno: eri il migliore, quello che ti faceva vincere le partite. Colonna portante della "Grande Inter" che dominava tutti e tutto.

Ciao Mario. R.I.P.
 
Burgnich: "Corso ti fregava sempre. A Herrera piaceva poco, ma sapeva che era lui a farci vincere"
Dopo la recente scomparsa di Mario Corso, l'ex compagno di squadra Tarcisio Burgnich, ha raccontato la leggenda nerazzurra tra le colonne del Corriere della Sera: "Era un mio grande amico, mi dispiace molto. Un uomo eccezionale, un fuoriclasse assoluto. Gli ho voluto tanto bene".
Corso è tra i più grandi della storia dell’Inter?
"Era immenso. Con il mancino faceva ciò che voleva. Sapeva di essere un grande giocatore, ma è rimasto sempre semplice. Metteva allegria, aveva la battuta pronta, però mai esagerava".
Che calciatore era?
"Valeva mezza squadra, l’altra metà era Suarez. Se quell’Inter è entrata nella storia lo deve a loro. Era estroso, il classico uomo in più. Anche oggi sarebbe stato tra i migliori del mondo e al tempo era il massimo. Individualista e un po’ un vagabondo in campo, a Herrera piaceva poco, però lo faceva sempre giocare. Quando entrava in area faceva impazzire i difensori".
Dicevano che era il «Piede sinistro di Dio».
"Corso faceva gol in ogni modo, non solo con la punizione a foglia morta: ti fregava sempre. Era tecnica pura".
Con Herrera non andava d’accordo. Provava a cederlo tutti gli anni.
"Secondo il Mago non faceva vita da calciatore, lo rimproverava spesso e, se poteva, lo metteva in castigo. Però poi lo faceva sempre giocare: sapeva che era lui a farci vincere. Herrera si arrabbiava, il presidente Moratti lo difendeva e lo coccolava: Corso non si toccava".
 
ma come si fa a paragonare Mandrake al re dei cialtroni?Basterebbe il palmares a definirli
Corso ha segnato uno dei gol più importanti nella storia dell' Inter , lo spareggio che diede la terza Coppa Intercontinentale con gol ai supplementari, Recoba non servi' nemmeno a battere la Lazio in finale di Coppa Italia
è il giorno e la notte
 
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