Guarda, fonti a parte, potrò sembrare un eretico integralista ma da un certo punto di vista la mia posizione è forse anche più critica della tua. Gli scheletri nell'armadio in un sistema marcio ce li hanno tutti, a vari livelli. Ogni squadra ha una storia di doping da raccontare. Il libro di Ferruccio Mazzola che racconta dei caffè corretti di Herrera, prima sconfessato in toto, poi ritenuto veritiero nei contenuti dal fratello Sandro rimane, se non una macchia, un dubbio enorme sul reale valore di quella squadra imbattibile. Nella vicenda di Calciopoli Moratti ha accettato uno scudetto che io avrei lasciato lì e le intercettazioni di Facchetti facevano emergere un sistema in cui l'Inter non accettava di essere penalizzata dalla condotta arbitrale. Questa è di certo un'attenuante ma a nessun dirigente è consentito telefonare ad un membro del consiglio arbitrale, questo sia chiaro. L'onestà è un concetto binario, senza sfumature. O sei onesto o non lo sei. Dare però la possibilità a uno juventino qualsiasi, magari anche negazionista, di attaccarsi a queste faccende, beh, rode un po'. Anzi rode tanto. Perché se è vero che nessuno è pulito, è anche vero che la condotta malavitosa sistematica, ossia ciò che la Juve e i suoi dirigenti hanno portato avanti per anni, portandosi dietro tutte le principali società italiane è una cosa gravissima. Eppure noi siamo lì a farcele cantare anche da loro. Il perché è evidente ed è il concetto più in voga da qualche anno a questa parte, in ogni sfera della società civile, della politica, dello sport: se noi siamo marci lo siete anche voi, ma almeno noi non siamo ipocriti. Ecco, io a queta roba non ci sto! Ecco perché avrei mollato lo scudetto del 2006 e se fosse stato possibile rinunciato alla prescrizione nel processo Calciopoli.
I dubbi vanno lasciati alle spalle. Le pene da scontare, se ci sono, si pagano. Poi puoi camminare a testa alta. Con uno scudetto in meno cucito sulla maglia. E chissenefrega!