Piero Ausilio

IL portiere era più forte 7 anni fa
La difesa rolando samuel jesus siamo li con questa (unico mediocre jesus)
Jonathan guarin cambiasso hernanes d ambrosio (con 6 anni di meno)
(Unico mediocre jonathan)
Siamo li con questo
Icardi e palacio più milito sicuramente più forte di questo attacco

Sono sicuro che nel 2013 difendevi l operato della società e parlavi quanto meno di terzo posto
Sicurissimo anche se smentirai

La mattina ci vuole il caffè non il vino :ROFLMAO:
 

PadreMaronno

Farabrutto che si approfitta di poveri disgraziati
  Interfan dell'anno
  Supporter
Semplicemente ritengo che essere obiettivi, per noi interisti, sia impossibile riguardo a quell'11.
Potrei parlarne male, il Lucio andato ai gobbi l'ho schifato ma, PER ME, il Lucio del triplete è stato MOSTRUOSO.
L'Inter di quell'anno è stata una macchina perfette e tutti hanno superato i propri limiti, anche perchè molti di loro non erano certo dei campioni.
 
Potrei parlarne male, il Lucio andato ai gobbi l'ho schifato ma, PER ME, il Lucio del triplete è stato MOSTRUOSO.
L'Inter di quell'anno è stata una macchina perfette e tutti hanno superato i propri limiti, anche perchè molti di loro non erano certo dei campioni.

per me Lucio era, rispetto a Samuel, davvero scarso.
Ricordo ancora lo svarione sull'affondo di Alejandro Dominguez...

poi per carità, grandissimi pregi, associati a tanti difetti che con Samuel si compensavano.
 

PadreMaronno

Farabrutto che si approfitta di poveri disgraziati
  Interfan dell'anno
  Supporter
per me Lucio era, rispetto a Samuel, davvero scarso.
Ricordo ancora lo svarione sull'affondo di Alejandro Dominguez...

poi per carità, grandissimi pregi, associati a tanti difetti che con Samuel si compensavano.
Queste sono le pagelle di quell'anno della gazzetta, come vedi Lucio è tra gli ottimi, messo al livello di Maicon e di Eto.
Ti prego di non farmi fare il paragone con Samuel, che ho davvero amato e che amo tutt'oggi.
Lucio in quell'anno è stato perfetto, un animale, un muro, un mostro, ma sono daccordo che nel complesso sia molto più scarso di Samuel, ha semplicemente beccato la stagione della vita.


SUPER — I "fantastici quattro" dell'anno, in campionato. Lo scudetto ha la loro firma.
Milito: il fatto che un giocatore principesco come lui abbia bisogno di arrivare a 30 anni per giocare in una big d'Europa imporrebbe test dell'etilometro a parecchi d.s. del continente. Tante grazie a Preziosi per averlo portato e poi riportato in Italia. Lui sale di livello (di squadra) mantenendo il solito livello di gol (22 in A, compreso quello scudetto a Siena) e la solita umiltà, che lo rende un centravanti unico per la capacità di aiutare la squadra, pressare e rincorrere palle impossibili. In più è letale in area di rigore e anche appena fuori. Ibra chi?
Sneijder: la sua qualità è stata fondamentale in Europa, ma i tifosi interisti non l'hanno disdegnata nemmeno in Italia. Si è presentato scendendo dall'aereo e immediatamente schiantando il Milan nel derby. Poi ha conosciuto allenatore e compagni di squadra, aderendo totalmente al progetto, inventando passaggi, rincorrendo il playmaker avversario, trasformando punizioni e animando le vigilie delle partite con infortuni e recuperi miracolosi. Costituisce, con Robben, il peccato originale della seconda gestione Perez del Real Madrid. I "blancos" lo sconteranno il 22.
Cambiasso: il sergente sul campo di battaglia. Prende gli ordini dal generale Mou e li trasmette alla truppa. In più porta munizioni, studia strategie, chiude falle e fa partire gli attacchi. Ha preso in parola il tecnico: "Me ne servirebbero due, uno davanti alla difesa, uno più avanti". Fa di tutto per sdoppiarsi, ci riesce spesso. E mette in discesa la penultima gara col Chievo.
Zanetti:contro ogni legge della Natura, mette insieme la sua miglior stagione a 36 anni. E dire che quelle precedenti non erano da buttar via. Sempre presente (1 sola gara saltatata per squalifica, sempre a posto, ovunque lo si metta, come i suoi capelli con la riga di lato. Capitano vecchio stampo.

OTTIMO — Quasi perfetti, considerati i limiti umani. Qualcuno è solo meno appariscente dei quattro "super".
Maicon: i suoi sei gol in campionato, e specialmente quello bellissimo contro la Juve a San Siro lo proiettano a ridosso della "top 4" del campionato. Qualcuno ne ipotizza una cessione a fine stagione? Lui risponde con gol decisivi e prestazioni di altissimo livello. Aveva iniziato in autunno facendo i solchi sulla fascia destra, poi una lieve flessione, a primavera torna risorsa offensiva e dimostra anche di essere cresciuto quando si tratta di fare le barricate.
Lucio: innesto di follia controllata e agonismo in una difesa che aveva bisogno di punti di riferimento. Suona la carica quando serve, esalta pubblico e compagni con giocate difensive tanto originali quanto decisive.
Eto'o: Guardiola lo ha scaricato per "questioni di feeling", trovato eccome in maglia nerazzurra. Condizionato a lungo dalla coppa d'Africa, si siede in panchina col sorriso. Poi torna protagonista quando conta davvero, umilia Balotelli con recuperi difensivi che SuperMario fatica persino a concepire. E non solo lui.

BUONO — Contributo decisivo, campionato da ricordare.
Samuel: hanno ritirato su il Muro. Samuel è tornato "The Wall", grazie a una intesa quasi perfetta con Lucio. Aggiunge all'aggressività difensiva anche tre gol, sfruttando le doti aeree. L'espulsione con la Samp restra l'unico passaggio a vuoto di una stagione da 6,2 di media voto Gazzetta.
Thiago Motta: ha inziato alla grande, poi qualche infortunio e qualche passaggio a vuoto. Risbocciato a Primavera, ha fornito una aggiunta di qualità al centrocampo (oltre a quella di Sneijder) senza far perdere al reparto fisicità ed equilibrio.
Stankovic: negli occhi e negli annuari resterà il gol da metà campo col Genoa. Highlight di una stagione in cui non è più inamovibile, ma sempre decisivo.
Pandev: Arriva a gennaio ed è subito strepitoso, facendo pensare che sei mesi di inattività siano utili, alla faccia di tutti i preparatori. Poi inevitabilmente cala, ma è fondamentale per l'applicazione costante del 4-2-3-1.
Julio Cesar: Declassato a "buono" per un paio di infortuni, compreso quello nella sfida diretta che riapre i sogni scudetto della Roma, e per la distruzione notturna di una Lamborghini.

DISCRETO — Qualche alto, saltuari bassi. Comunque dimenticabili durante la festa.
Chivu: il successo più grande è il ritorno dopo la grande paura. Nella prima parte della stagione qualche volta era stato considerato l'anello debole della difesa.
Cordoba: primo anno da rincalzo, un paio di errori pesanti ed eccessi d'irruenza. Ma nel complesso positivo quando è stato chiamato a sostituire uno dei due centrali o quando è stato dirottato in fascia.
Santon: diciamoci la verità, sia lui che i tifosi si aspettavano un altro campionato, quello della consacrazione. Un suo errore porta alla prima sconfitta, con la Sampdoria all'andata, poi prova a risalire prima di essere bloccato dal ginocchio.
Muntari: a inizio anno litiga con San Siro, che non gradisce certi suoi appoggi. Il patratrac col Catania non lo affossa, anzi da lì riparte, con minuti limitati ma prestazioni da "soldatino diligente".

COMPARSA — Poche presenze, pochi minuti. Ma comunque la medaglia di campione.
Mariga: arriva a gennaio, non gioca tantissimo ma convince tutti di poter essere utile in futuro.
Materazzi: sempre più uomo-spogliatoio, ancora all'altezza quando deve piazzarsi al centro della difesa.
Quaresma: un paio di lampi su quello che poteva essere e non è stato. Appena le sue azioni salgono, ricade giù anche perché pecca - dicono - in allenamento.
Arnautovic: oggetto misterioso, sempre ai margini della prima squadra. Fa intravedere qualità, si fa notare spesso fuori dal campo, con atteggiamenti un po' sopra le righe.
Khrin: ottantadue minuti complessivi, bastano per guadagnarsi un prestito in A l'anno prossimo.
Stevanovic: esordio in Inter-Siena, per 20'. Ne riparleremo.

CEDUTO — Tanti saluti a gennaio: niente festa.
Vieira: dopo lunga resistenza, accetta la cessione al City sperando nel Mondiale.
Mancini: "Ecco, adesso che è al Milan vedrai che esplode". Non esattamente.
Suazo: una presenza, non rientra nel progetto tecnico. A Genova non si fa rimpiangere.

NON GIUDICABILE — Di lui si può dire tutto e il suo contrario: destinato a dividere.
Balotelli: cosa valutare? I nove gol in campionato, alcune belle giocate, o le continue liti prima col tecnico, poi con la squadra, infine con il pubblico? La stagione, comunque la si veda, segna uno stop nel processo di crescita del ragazzo. Il talento non è in dubbio, se si svilupperà effettivamente all'Inter è un'incognita. Intanto a 19 anni mette insieme il terzo scudetto: e lo attende una finale di Champions.
 

PadreMaronno

Farabrutto che si approfitta di poveri disgraziati
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questo sono di FCInterNews

Lucio: leader della difesa nerazzurra,non a caso capitano della nazionale brasiliana, ha illuminato tutti nelle favolose partite di Champions,contro il Chelsea sia all'andata sia al ritorno è riuscito ad annullare Drogba e contro il Barcellona sia a San Siro sia al Camp Nou non ha fatto vedere la palla ad Ibrahimovic. Uno dei difensori più forti in circolazione. Da ricordare un gol in stagione in Inter-Napoli.
Voto: 8,5

Samuel: A Roma lo chiamavano "The wall", lui è un vero e proprio muro. Stagione magnifica la sua coronata anche da 3 gol. Lui e Lucio formano una coppia difensiva fortissima, forse la più forte al mondo.
Voto: 8,5
 
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