Ranking UEFA

Quelle riguardanti i preliminari oppure anche il fatto di avere 4 squadre ?
Tutte e due. Si parla del fatto che ci siano cambiamenti nel modulo della CL dal 2018 in poi. La UEFA però non si è mai espressa in modo ufficiale a riguardo. Qualche settimana fa la gazzetta ha messo in giro queste voci. Campate sul nulla ovviamente.
 
Tutte e due. Si parla del fatto che ci siano cambiamenti nel modulo della CL dal 2018 in poi. La UEFA però non si è mai espressa in modo ufficiale a riguardo. Qualche settimana fa la gazzetta ha messo in giro queste voci. Campate sul nulla ovviamente.

Lo ha scritto 2 giorni fa.
Credo ci sia molto di vero.
Anche perchè devi concedere qualcosa,altrimenti minacciano la SuperLega.
E si rompono i maroni anche le Tv con questo sistema ridicolo.
 
Riforma Champions League – L’Italia tornerà ad avere quattro squadre in Champions League a partire dalla stagione 2018/19. Lo scrive il quotidiano La Repubblica, secondo cui la riforma del massimo torneo continentale, che si chiamerà Super Champions, è pronta.

L’Italia, spiega ancora Repubblica, ha ottenuto un successo politico, figlio del lavoro di Juventus e Milan, che è ossigeno economico per la svalutata Serie A: da due squadre sicure (più l’eventuale terza dai play-off) dalla stagione 2018-2019 ne riavrà quattro, senza passare attraverso i rischiosi spareggi estivi, in cui tante terze classificate del campionato si sono incagliate.

Le presenze, dunque, raddoppiano: si torna al livello di Spagna, Inghilterra e Germania, che precedono l’Italia nel ranking Uefa. I giochi sembrano essere fatti. Si deciderà tutto a Montecarlo in quarantott’ore, tra domani e venerdì, giorno del sorteggio dei gironi di Champions ed Europa League.
Riforma Champions League, dopodomani l’annuncio

Il primo appuntamento è il consiglio dell’Eca, il consorzio delle big europee, in cui l’Italia è rappresentata da Andrea Agnelli (Juventus) e Umberto Gandini (Milan). Il progetto verrà poi discusso dal Club Competitions Committee dell’Uefa, di cui fa parte Agnelli. La ratifica spetterà al comitato esecutivo straordinario dell’Uefa: dopodomani l’annuncio ufficiale.
Le richieste iniziali dei grandi club, che minacciavano il varo della Superlega per fare pressione sull’Uefa, non sono state completamente accolte. A un certo punto le big volevano l’iscrizione garantita per meriti storici, ma questo criterio non è passato.
I quattro principali campionati monopolizzeranno comunque, con 16 squadre su 32 iscritte, il torneo dal quale più dipendono soldi, immagine e sponsorizzazioni.
Le barriere diventano dunque quasi invalicabili per chi, a livello di fatturato e lignaggio, non appartiene alla crema del calcio europeo. In base all’attuale ranking, nel triennio 2018-2021 ci sarebbero 2 squadre a testa per Portogallo, Francia e Russia (più l’eventuale terza ai play-off), una ciascuna per Ucraina, Belgio, Olanda, Turchia e Svizzera e i posti restanti da assegnare tra una cinquantina di candidate, che si scannerebbero in un preliminare da brivido.
Riforma Champions League, cambierà il sistema dei premi
Rimangono da definire proprio i criteri di partecipazione alla tonnara, l’assegnazione delle teste di serie, le modalità di accesso all’Europa League sorella minore della Champions e soprattutto il nodo economico della ripartizione dei ricavi delle 32 elette.
Dal 2018 la storia dovrebbe contare un po’ più di adesso. Oggi il 60% dei ricavi deriva dai premi per i risultati, il 40% dal market pool del singolo paese (mercato televisivo e sponsor). Nella nuova percentuale peserà meno il market pool: entreranno anche i parametri della storia del club e del suo bacino d’utenza, come in Italia per la distribuzione dei diritti tv. Per ora, se la presenza del Leicester di Ranieri dovesse restare un’eccezione come gli scudetti di Cagliari, Verona e Sampdoria, sarà solo perché non è più riuscito ad arrampicarsi in cima alla Premier. Poi, nel 2021, si vedrà se i ricchi si accontenteranno di un’altra riforma.
 
Riforma Champions League – L’Italia tornerà ad avere quattro squadre in Champions League a partire dalla stagione 2018/19. Lo scrive il quotidiano La Repubblica, secondo cui la riforma del massimo torneo continentale, che si chiamerà Super Champions, è pronta.

L’Italia, spiega ancora Repubblica, ha ottenuto un successo politico, figlio del lavoro di Juventus e Milan, che è ossigeno economico per la svalutata Serie A: da due squadre sicure (più l’eventuale terza dai play-off) dalla stagione 2018-2019 ne riavrà quattro, senza passare attraverso i rischiosi spareggi estivi, in cui tante terze classificate del campionato si sono incagliate.

Le presenze, dunque, raddoppiano: si torna al livello di Spagna, Inghilterra e Germania, che precedono l’Italia nel ranking Uefa. I giochi sembrano essere fatti. Si deciderà tutto a Montecarlo in quarantott’ore, tra domani e venerdì, giorno del sorteggio dei gironi di Champions ed Europa League.
Riforma Champions League, dopodomani l’annuncio

Il primo appuntamento è il consiglio dell’Eca, il consorzio delle big europee, in cui l’Italia è rappresentata da Andrea Agnelli (Juventus) e Umberto Gandini (Milan). Il progetto verrà poi discusso dal Club Competitions Committee dell’Uefa, di cui fa parte Agnelli. La ratifica spetterà al comitato esecutivo straordinario dell’Uefa: dopodomani l’annuncio ufficiale.
Le richieste iniziali dei grandi club, che minacciavano il varo della Superlega per fare pressione sull’Uefa, non sono state completamente accolte. A un certo punto le big volevano l’iscrizione garantita per meriti storici, ma questo criterio non è passato.
I quattro principali campionati monopolizzeranno comunque, con 16 squadre su 32 iscritte, il torneo dal quale più dipendono soldi, immagine e sponsorizzazioni.
Le barriere diventano dunque quasi invalicabili per chi, a livello di fatturato e lignaggio, non appartiene alla crema del calcio europeo. In base all’attuale ranking, nel triennio 2018-2021 ci sarebbero 2 squadre a testa per Portogallo, Francia e Russia (più l’eventuale terza ai play-off), una ciascuna per Ucraina, Belgio, Olanda, Turchia e Svizzera e i posti restanti da assegnare tra una cinquantina di candidate, che si scannerebbero in un preliminare da brivido.
Riforma Champions League, cambierà il sistema dei premi
Rimangono da definire proprio i criteri di partecipazione alla tonnara, l’assegnazione delle teste di serie, le modalità di accesso all’Europa League sorella minore della Champions e soprattutto il nodo economico della ripartizione dei ricavi delle 32 elette.
Dal 2018 la storia dovrebbe contare un po’ più di adesso. Oggi il 60% dei ricavi deriva dai premi per i risultati, il 40% dal market pool del singolo paese (mercato televisivo e sponsor). Nella nuova percentuale peserà meno il market pool: entreranno anche i parametri della storia del club e del suo bacino d’utenza, come in Italia per la distribuzione dei diritti tv. Per ora, se la presenza del Leicester di Ranieri dovesse restare un’eccezione come gli scudetti di Cagliari, Verona e Sampdoria, sarà solo perché non è più riuscito ad arrampicarsi in cima alla Premier. Poi, nel 2021, si vedrà se i ricchi si accontenteranno di un’altra riforma.

Appunto, niente di ufficiale. La UEFA non si è ancora espressa in merito. Finora sono solo voci.
 
Alto