Sconcerti: "Rizzoli fuori regime: così spuntò Calciopoli"
13.02.2017 09:45 di Redazione FcInterNews.it
Dalle colonne del Corriere della Sera, Mario Sconcerti si lancia in una critica all'arbitro Nicola Rizzoli, dopo le sue parole alla trasmissione 'Le Iene': "Si manda il miglior arbitro a dirigere Juventus-Inter perché si è garantiti dalla sua volontà di privato, la sua efficienza sul campo e la tenuta nervosa durante e dopo la gara. Non sono qualità da poco, ma sono le poche indispensabili per partite dove il vittimismo è per principio grande come le nostre cattive abitudini. Rizzoli invece riesce a sbagliare molte fra le possibilità a disposizione. Non arbitra male sul campo ma non accetta la mancanza di venerazione. Gli arbitri adorano le accuse, sono il loro martirio, quindi la loro grande pubblicità. Detestano essere discussi sul niente, sull’incompetenza dell’accusatore. È la qualità del nemico che fa il nostro livello. Che c’entra allora la curva dell’Inter? Rizzoli aveva sbagliato poco sul campo, niente che non fosse rovesciabile. Opinioni. Ma con i giorni, con l’allungarsi della discussione, si è rapidamente entrati in una specie di lesa maestà, nel chiacchiericcio dove tutto si sporca. I grandi arbitri fanno quel mestiere per tenersi sopra la gente".
Sconcerti aggiunge: "Come spesso accade ai mitici, anche Rizzoli è andato fuori regime. Sabato sera ci è stato suggerito che se si vuole provare a farsi diminuire una squalifica bisogna attaccare il sistema, alzare comunque la voce, risultare scomodi. È lo stesso principio che portò a Calciopoli. Chiamo io o chiami tu? Ora abbiamo avuto l’auto-moviola del miglior arbitro del mondo davanti a un telefonino, raccontata in terza persona, come Pietro Mennea quando voleva prendere in giro se stesso e tutti. Ora non siamo più convinti di niente, né dei nervi di Rizzoli né della stabilità di una categoria messa spalle al muro dal mormorio dei tifosi. Ho sempre pensato che gli arbitri fossero la cosa migliore del calcio. Che sbaglino pure, come sbaglia un centravanti davanti alla porta, è un errore, non un reato. Ma se Rizzoli è il meglio del meglio, cosa resta degli altri? La cosa terribile e sconosciuta è che una volta di più hanno vinto gli ultrà. Come diceva Tacito, fanno il deserto e lo chiamano pace. Perché Rizzoli aveva arbitrato bene. Ma non ce l’ha fatta a sopportarlo".