Storie, Anti-storie, Fanta-storie.

Dai peplum degli anni '60 ad oggi, è sorprendente come il Cinema abbia quasi sempre sprecato il materiale dell'antichità classica, producendo ridicole porcate o al massimo spettacoloni vuoti.

Il problema è che mooooooolto difficile essere in grado di coniugare fedeltà letteraria/storiografica e azione cinematografica.
Pensa per esempio alla Medea di Pasolini: una mera trasposizione cinematografica dell'opera letteraria: fredda e vuota. Dov'è il lavoro della regista, qual è la sua direzione, qual è la sua interpretazione? Il termine inglese di regista è "director" ed evidenzia in maniera più precisa questa lacuna.

Questo problema lo avevo evidenziato in un altro post, riguardo i film a tema 11 settembre: Zero Dark Thirty, per quanto, a mio avviso, sia un po' contraddittorio e 'di parte' da un punto di visto storiografico, è indubbiamente ed oggettivamente un film. Ha tutte le componenti di un bel film: pathos, emozioni, una costruzione sapiente dei personaggi, una sceneggiatura scritta bene, una fotografia significativa, una regia dalle idee chiare.

The Report, al contrario, è pesante come può essere pesante un documentario giornalistico o un articolo di inchiesta: al regista non interessa mostrare l'evoluzione dei personaggi (che sono sempre identici dall'inizio alla fine e sempre mostrati solo da un punto di vista), interessa semplicemente dire la verità sui fatti narrati. Insomma, sarebbe perfetto se non fosse un'opera destinata alla sala. Adam Driver ed Annette Bening sono due attori straordinari e lo hanno confermato ma... si vede che la costruzione dei personaggi è totalmente assente perché l'unica cosa che importa è raccontare l'evoluzione dei fatti. In maniera forse anche troppo dettagliata per essere un film.

Tornando all'antichità, Il Gladiatore è un film godibile (molto più di Troy, non c'è ombra di dubbio) ma anche lì........... quanti errori storici ci sono? La trama stessa è basata su un errore: un generale divenuto schiavo e poi gladiatore, costretto a lottare nelle arene. Tuttavia questa cosa in epoca romana non sarebbe mai accaduta perché esisteva una specifica legge (di cui non ricordo il nome) ad impedirlo.

Insomma, il Cinema è più efficace quando deve ricostruire il tessuto sociale o lo spaccato di determinate situazioni (come abbiamo detto prima, i film a tema Vietnam sono quasi tutti capolavori). Quando si tratta di illustrare le cose come stavano davvero, o ti vedi documentari di un certo livello (SuperQuark, History Channel, RaiStoria, Sky Arte, etc.) o studi direttamente dai manuali
 
Il problema è che mooooooolto difficile essere in grado di coniugare fedeltà letteraria/storiografica e azione cinematografica.
Pensa per esempio alla Medea di Pasolini: una mera trasposizione cinematografica dell'opera letteraria: fredda e vuota. Dov'è il lavoro della regista, qual è la sua direzione, qual è la sua interpretazione? Il termine inglese di regista è "director" ed evidenzia in maniera più precisa questa lacuna.

Questo problema lo avevo evidenziato in un altro post, riguardo i film a tema 11 settembre: Zero Dark Thirty, per quanto, a mio avviso, sia un po' contraddittorio e 'di parte' da un punto di visto storiografico, è indubbiamente ed oggettivamente un film. Ha tutte le componenti di un bel film: pathos, emozioni, una costruzione sapiente dei personaggi, una sceneggiatura scritta bene, una fotografia significativa, una regia dalle idee chiare.

The Report, al contrario, è pesante come può essere pesante un documentario giornalistico o un articolo di inchiesta: al regista non interessa mostrare l'evoluzione dei personaggi (che sono sempre identici dall'inizio alla fine e sempre mostrati solo da un punto di vista), interessa semplicemente dire la verità sui fatti narrati. Insomma, sarebbe perfetto se non fosse un'opera destinata alla sala. Adam Driver ed Annette Bening sono due attori straordinari e lo hanno confermato ma... si vede che la costruzione dei personaggi è totalmente assente perché l'unica cosa che importa è raccontare l'evoluzione dei fatti. In maniera forse anche troppo dettagliata per essere un film.

Tornando all'antichità, Il Gladiatore è un film godibile (molto più di Troy, non c'è ombra di dubbio) ma anche lì........... quanti errori storici ci sono? La trama stessa è basata su un errore: un generale divenuto schiavo e poi gladiatore, costretto a lottare nelle arene. Tuttavia questa cosa in epoca romana non sarebbe mai accaduta perché esisteva una specifica legge (di cui non ricordo il nome) ad impedirlo.

Insomma, il Cinema è più efficace quando deve ricostruire il tessuto sociale o lo spaccato di determinate situazioni (come abbiamo detto prima, i film a tema Vietnam sono quasi tutti capolavori). Quando si tratta di illustrare le cose come stavano davvero, o ti vedi documentari di un certo livello (SuperQuark, History Channel, RaiStoria, Sky Arte, etc.) o studi direttamente dai manuali

Medea non è una mera trasposizione di Euripide, in realtà. Il film può essere giudicato più o meno riuscito ma c'è un'interpretazione personale, di base.
 
Quel tipo di film di guerra sì, non esiste più.
Però, posso dirti che ancora se ne sfornano di belli, come Dunkirk o 1917: il problema è che, mentre parte della critica li apprezza, al pubblico, invece, non risultano particolarmente graditi proprio perché la chiave di accesso non è scontata.
E non posso negare, per esempio, che Dunkirk, per quanto esteticamente e fotograficamente perfetto, non mi abbia fatto impazzire.
Alla prima visione, non avevo nemmeno capito che si stesse svolgendo su 3 piani temporali differenti...

Va beh, tieni conto che stiamo parlando di Nolan, se non incasina le cose non è contento :dente
 
un capolavoro assoluto che fa capire l'italia del primissimo dopoguerra è sicuramente "ladri di biciclette" dove gli attori
Vedi l'allegato 2390891

Visto, è un pugno al cuore quel film, così come Roma città aperta di Rossellini: manifesto del neorealismo italiano.

In realtà, io ho due film preferiti che ritengo siano stati capaci di descrivere la realtà sociale italiana del secondo dopoguerra in maniera egregia: Il vigile di Luigi Zampa con un Alberto Sordi immenso e un Vittorio De Sica straordinario, film di una modernità ancora oggi enorme; Divorzio all’italiana di Pietro Germi, vero e proprio capolavoro con un Mastroianni straordinario (e una giovanissima Stefania Sandrelli), una commedia godibilissima che metteva alla berlina le ipocrisie di una società maschilista in cui era ancora vigente la legge sul cosiddetto “delitto onore”.

Due capolavori straordinari.
 
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