HANDANOVIC 9: Partita mostruosa. Di fatto trascina l’Inter in Champions, porta i suoi compagni al quarto posto di peso
D’AMBROSIO 7: Il 7 è tutto per il salvataggio sulla traversa che nega il gol all’Empoli. Ma non gioca una grande partita
DE VRIJ 6,5: L’Empoli è maledettamente pericoloso quando avanza. Sia lui che Skriniar sono costretti spesso a salvataggi in affanno
SKRINIAR 6,5: Meno preciso di altre volte ma quando c’è da battagliare scende in campo come un guerriero
ASAMOAH 6: Nel primo tempo partecipa all’assalto dell’Inter ma non sfonda. Poi viene sacrificato sull’altare del tutto per tutto
VECINO 6,5: Ha dalla sua il merito della cavalcata che porta al palo che fa da assist a Nainggolan
BROZOVIC 6: Spesso lasciato libero dai giocatori dell’Empoli, non è in grande forma e si vede. Segna il 3-1 ma la follia di Keita gli toglie la gioia del gol
POLITANO 6: Qualche guizzo, tanta corsa ma veri spunti pericolosi pochi
NAINGGOLAN 7: Tira da tutte le posizioni, alla fine manda l’Inter in Champions con il gol più facile
PERISIC 6: Meglio da terzino che da esterno d’attacco. Guadagna tantissimi corner: troppo poco. Ma si mette a disposizione della squadra nella inedita posizione
ICARDI 4: Partita emblematica della sua stagione. Sbaglia il rigore della sicurezza, costringe l’Inter alla sofferenza. E’ così da febbraio
KEITA 6,5: Croce e delizia per l’Inter. Segna il gol che sblocca la partita, poi compie un’autentica follia, con un fallo assurdo su Dragowski che toglie il 3-1 di Brozovic e regala l’ultima occasione all’Empoli
DALBERT 4: Dannoso. Più che mai. Più di sempre. Sbaglia tutto ciò che umanamente è sbagliabile, i compagni hanno persino paura di passargli la palla. E fanno bene
LAUTARO 6: Lotta e si sbatte ma entra quando è l’Empoli a dominare
SPALLETTI 6: La sufficienza è per il risultato, il traguardo comunque centrato. Ma la squadra dimostra una fragilità mentale disarmante, schiacciata dall’Empoli fino all’ultimo secondo. Da questo punto di vista non c’è stato il miglioramento auspicato. Ma onore comunque al professionista, che ha lavorato in condizioni difficili e col destino già segnato. La mossa Keita gli va comunque riconosciuta.