Tra non poche difficoltà, l’Inter sta riuscendo a mantenere il passo della Juventus. Lo fa anche grazie ai gol di Romelu Lukaku, voluto fortemente da Antonio Conte questa estate. L’edizione odierna di TuttoSport si sofferma sul grande inizio di stagione del belga: “Un centravanti mai visto. Basta chiedere a Gleison BremerFederico PelusoMassimiliano Mangraviti, vittime della sua forza d’urto che, almeno in Italia, è qualcosa di diverso rispetto a quanto si era visto negli ultimi anni. Romelu Lukaku, per stazza, ricorda bomber di un’altra epoca, da John Charles a Gunnar Nordahl, che sapevano spostare come fuscelli i difensori avversari riportando il calcio a una semplicità primordiale. Antonio Conte, l’uomo che ha convinto Lukaku ad accettare la proposta interista nonché primo sponsor del suo acquisto con Suning, ci aveva visto giusto. Se c’è ancora vita sul campionato è grazie ai suoi gol e al fatto che Paulo Dybala abbia fatto saltare il golpe della Juve con il Manchester United allestito approfittando dei tentennamenti nerazzurri”.
I numeri collezionati fino a questo momento parlano chiaro: “Il belga  sta sfruttando anche l’effetto sorpresa, favorito dal fatto di avere un fisico fuori dall’ordinario per un torneo come il nostro. I suoi numeri sono impressionanti: nella storia dell’Inter soltanto Stefano Nyers (nel 1948/49) era riuscito a segnare da debuttante un gol in più (11) dopo tredici giornate di campionato. Con la rete di Torino, tra l’altro, Romelu per l’ottava stagione consecutiva è arrivato in doppia cifra (tra i grandi bomber d’Europa solo Lewandowski è stato più veloce).  E dire che la pressione a Lukaku non mancava: ha dovuto sostituire Mauro Icardi (ottavo bomber nella storia del club con 124 gol all’attivo) ed è planato a Milano da giocatore più pagato nella storia del club (65 milioni più 10 di bonus e il 5% sulla rivendita). Invece ha sbriciolato per precocità tutti i numeri dei grandi bomber nella storia del club. Christian Vieri – per anni acquisto più caro dell’Inter – arrivò soltanto a febbraio in doppia cifra, Diego Milito a metà dicembre (ma chiuse il suo primo campionato in nerazzurro con 22 reti), mentre Samuel Eto’o arrivò “soltanto” a marzo a quota dieci. A Ronaldo, il Fenomeno, servirono invece diciotto giornate”.
Il fatto che non abbia ancora segnato in Europa è comunque casuale (se Lautaro Martinez gli avesse passato la palla a Dortmund anziché andare lui alla conclusione sullo 0-1 al Borussia tanti discorsi non verrebbero fatti) certo è che se l’Inter vuole pensare di acciuffare la qualificazione agli ottavi non può prescindere dai gol del suo centravanti già a Praga, nella gara che può consegnare ai nerazzurri la chance della vita con il Barcellona (che prima dovrà però battere il Dortmund al Camp Nou). Agli atti restano così le due reti segnate al Psg (6 marzo), ultime del belga in Champions: un ricordo decisamente lontano per una macchina da gol quale è Lukaku.

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