L’Inter ha bisogno di Romelu Lukaku in formato campionato. Il centravanti belga non si è ancora sbloccato in Champions, mentre in Serie A segna con grande regolarità. Come sottolinea La Gazzetta dello Sport “Dieci reti in campionato, zero in Champions League. Peggio ancora: zero tiri nello specchio nelle tre gare giocate. Nessuna in modo memorabile, anzi. Se ci fosse solo l’Europa, Lukaku sarebbe un mezzo-caso, Conte dovrebbe difenderlo ricordando il lavoro per la squadra, i tagli, gli spazi che apre, eccetera eccetera. Invece non ce n’è bisogno, grazie all’impatto clamoroso e con pochi precedenti del gigante belga sulla Serie A. Resta la necessità di sbloccarsi, tanto più che il girone, un anno fa, per lui andò tutto in quella maniera: zero reti”.

“Se a Praga c’è «sapore di Kiev», gara cruciale nella campagna 2010, vale la pena ricordare che Milito proprio nel primo freddo stagionale, nell’Est Europeo, si sbloccò in Champions. Era la quarta gara del girone, Diego in campionato andava come un treno ma era rimasto a secco contro il Barça e aveva saltato per infortunio i due match europei successivi. A Kiev pareggiò al minuto 87, quando l’Inter era virtualmente a casa, dando il via alla rimonta completata da Sneijder. Si può fare anche prima, si può anche soffrire meno, ma se Lukaku dovesse segnare oggi, magari un gol decisivo, i tifosi possono far scattare qualche parallelo, e qualche sogno ad occhi aperti. Milito partì così a Kiev e finì a Madrid con una doppietta e una coppa in mano. Nessuno gli chiede tanto, ma la sua prima campagna interista non può essere una comparsata anonima”.

“Del resto questo digiuno è un’anomalia, per lui che in campionato segna ogni 108 minuti, per uno che in nazionale, contro qualsiasi avversario, timbra con una impressionante regolarità. E soprattutto per chi è stato portato a Milano anche con il compito di alzare il livello di esperienza e abitudine alla Champions. Romelu è il quarto per presenze (20, dietro a Godin, Sanchez e Asamoah), il secondo per gol (7, comanda Alexis con 12), ma con la coppa ha un conto aperto da quando, nel 2011-2012, fu mandato in prestito al West Bromwich dal Chelsea, nella stagione in cui i Blues avrebbero alzato il trofeo con le orecchie. Ma quella è ormai storia lontana, adesso bisogna scriverne un’altra. Per farlo, Conte ha bisogno della Lu-La in formato «campionato». La squadra è indubbiamente cresciuta rispetto al debutto casalingo di metà settembre contro i cechi e lo stesso Lukaku ha trovato forma, superato i problemi alla schiena e mostrato quanto può andare forte quando scatena tutti i cavalli del motore. Però l’ultima vittoria in una trasferta nerazzurra di Champions è ancora datata 3 ottobre 2018 (in casa del Psv Eindhoven) e porta ancora la firma di Mauro Icardi. Aver fin qui ridotto a «rumore di fondo» le voci dei nostalgici dell’ex numero 9, nonostante a Parigi l’argentino non abbia perso il feeling con il gol, può essere già definita un’impresa”, chiude il quotidiano.

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